ROMA Vittorio Sgarbi chiede ai magistrati della Dda di Catanzaro di revocare l’obbligo di dimora a San Giovanni In Fiore per il presidente della Regione Mario Oliverio. «In Calabria – attacca Sgarbi – la magistratura ha sospeso la democrazia. Contro Oliverio ipotesi di reato debolissime e peraltro tutte da dimostrare. Ci sono dei confini alla violazione della democrazia, e in Calabria sono stati ampiamente violati. Solo durante il fascismo – prosegue il deputato – si portavano al confino le persone. Ed è quello che è accaduto a Oliverio, che non è il custode di un condominio, ma il presidente della Regione, e in questa sua funzione deve garantire il funzionamento dei servizi ordinari. Impedirgli di esercitare una funzione legittimamente ricoperta, è un grave abuso di cui i magistrati dovranno rendere conto».
L’indagine della Dda, prosegue Sgarbi, «non è una verità accertata, ma solo una ricostruzione, ovviamente di parte, di vicende che debbono essere riscontrate». «Costringendo il presidente della Regione all’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, provvedimento abnorme, lo si tratta come se fosse stato condannato con sentenza definitiva. La deportazione di Oliverio – conclude Sgarbi – è un crimine politico. La magistratura lo restituisca subito alle sue funzioni. Porterò la vicenda alla Camera con un atto ispettivo».
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