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Pronto soccorso Reggio, il concorso per primario è nullo

Il giudice del lavoro accoglie il ricorso di uno dei candidati esclusi dalla selezione del 2016. Anomalie e incongruenze nei punteggi assegnati dalla Commissione ai primi tre classificati. Prove da…

Pubblicato il: 10/03/2019 – 8:17
Pronto soccorso Reggio, il concorso per primario è nullo

REGGIO CALABRIA Nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria c’è un primario il cui incarico, secondo il giudice del lavoro, è nullo. Così il quadro già complicato attorno al Pronto soccorso (dopo il prolungamento, disposto dal Gip, dell’inchiesta della Procura: ve lo abbiamo raccontato qui) si arricchisce di un nuovo tassello. È una decisione del giudice del lavoro che «accoglie parzialmente» il ricorso di Francesco Moschella (il dottore che ha chiesto di annullare il concorso) e «annulla l’incarico del dottor Ianni (attuale primario, ndr) di cui alla delibera 226 del 17.2.2016». Di conseguenza, la decisione «dispone la rinnovazione delle operazioni di valutazione dei titoli e la nuova effettuazione del colloquio limitatamente ai dottori Ianni, Marrara e Moschella». A questo punto bisognerebbe ripartire da zero. Il condizionale è obbligatorio, però: anche il concorso per il primariato in Gastroenterologia era stato bocciato dal giudice del lavoro lo scorso anno, ma l’Azienda ospedaliera ha preferito soprassedere.
In questo caso le censure non sono da poco. «La valutazione dei candidati inseriti nella terna», specifica il magistrato nella sentenza, è «affetta da evidenti carenze logiche e da omissioni che non consentono un riscontro di legittimità delle operazioni valutative effettuate nei confronti del ricorrente rispetto al dottor Ianni (vincitore)». Dunque «va disposto l’annullamento della procedura valutativa limitatamente alla comparazione delle posizioni del ricorrente, del dottor Ianni e del dottor Marrara classificato con punteggio maggiore del ricorrente, inseriti nella terna finale, procedendo la commissione esaminatrice alla rinnovazione della valutazione dei titoli e alla nuova effettuazione del colloquio». Sta all’Ao, però, «la determinazione se designare una nuova commissione esaminatrice laddove la composizione di quella precedente presenti profili di incompatibilità o impossibilità a svolgere una nuova valutazione».
Il giudice del lavoro considera infondati una serie di motivi del ricorso (tra questi anche il fatto che le prove si siano svolte al chiuso, una delle presunte anomalie segnalate nell’esposto alla Procura ordinaria), ma accoglie le doglianze di Moschella (difeso dall’avvocato Domenico Massimo Pedone del foro di Reggio Calabria) per quanto riguarda la «violazione dell’obbligo di motivazione dei punteggi assegnati ai titoli, in relazione all’adozione di criteri insufficienti, poco articolati, generici e che non consentono di risalire all’iter logico giuridico seguito nell’attribuzione dei punteggi alle diverse caratteristiche curriculari dei candidati».
Per il giudice, il candidato escluso «mette in evidenza gravi omissioni valutative o illogici punteggi che denotano mancata rispondenza ai criteri voluti dalla legge». I punteggi considerati dalla Commissione, in sostanza, non tornano. Tanto per fare un esempio, «quanto all’idoneità a corsi specifici, Ianni e Moschella hanno ricevuto entrambi 2 punti laddove il ricorrente ha conseguito sei idoneità contro le 2-3 di Ianni». E «quanto alla attività scientifica didattica, per le pubblicazioni il dottor Ianni ha ricevuto 4 punti mentre il ricorrente solo un punto: eppure dalla scheda della Commissione non si individuano quali pubblicazioni sarebbero state presentate e ritenute valide come tali ( nella scheda si parla di lavori clinici quali 6 editi a stampa e abstracts) mentre il ricorrente presenta nella scheda 26 pubblicazioni ammesse dalla stessa Commissione. Peraltro le pubblicazioni di Ianni sono di oltre dieci anni e non appaiono attenere alla materia specifica (l’avviso richiedeva tale requisito ossia inerenza a tematiche di emergenza e urgenza)». Sono solo alcune delle anomalie riscontrate dal giudice del lavoro. Che solleva anche «gravi perplessità in riferimento all’importanza dei temi da trattare» e «non dà alcun conto del perché abbia assegnato quei punteggi». Una bocciatura netta: la prossima mossa spetta all’Azienda ospedaliera, ma l’indicazione del giudice è chiara. Il concorso è da rifare.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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