RENDE Metroleggera e come realizzarla. I binari che dovrebbero collegare la città di Cosenza ai cubi dell’Università della Calabria passando per Rende sono argomento all’ordine del giorno nell’agenda politica dell’area urbana. Tra ricorsi, ordinanze del Tar e visite settimanali dal prefetto per chiedere numi soprattutto sulla chiusura di Viale Giacomo Mancini, l’opera ideata nel 1985 e che dovrebbe vedere luce nel 2023 ad oggi più che di cantiere fa registrare criticità e polemiche tra frange politiche e attivisti riuniti nei comitati. Le ultime, in ordine di tempo, sono le perplessità sollevate dal sindaco di Rende che nel corso di un incontro sulla “Metropolitana Fantasma” organizzato al liceo scientifico Pitagora ha avanzato la proposta della costituzione di un tavolo tecnico, amministrativo e politico per capire cosa concretamente succederà all’opera vista la mancata esecuzione del progetto esecutivo e del concordato preventivo chiesto dalla Cmc ditta vincitrice dell’appalto.
«NESSUN CANTIERE SU RENDE» Ai liceali che hanno partecipato al concorso di Open Coesione, il primo cittadino rendese, dà la sua versione dei fatti rispondendo alle loro domande. «Abbiamo un compito importante – dice Manna – non lasciare delle opere incompiute. Io non ho fatto sventrare le due arterie principali della città perché non abbiamo certezza sulla fine dei lavori e sulla ditta che ha vinto la gara d’appalto. Per queste ragioni io voglio che torniamo a riunirci. Dobbiamo capire quale siano le reali possibilità di realizzare concretamente l’opera». Per il primo cittadino rendese, dunque, la possibilità di fare un passo indietro è cosa concreta ma non senza aver fatto un ultimo tentativo. «La nostra area urbana ha bisogno di un sistema integrato di mobilità – spiega il sindaco – è innegabile, per questo la Commissione Europea potrebbe in alternativa alla metro essere convinta di investire questi soldi in una mobilità che colleghi tutta la nostra area urbana con il resto della Calabria».
«INDIETRO NON SI TORNA» Mario Occhiuto, invece, a stracciare le carte dell’accordo quadro non ci pensa proprio. «L’amministrazione di Rende alla metro ha detto sì prima di quella di Cosenza. Le nostre osservazioni sono state accolte, loro a tempo debito non ne hanno fatte, adesso non ci rimane che andare avanti nella realizzazione dell’opera». Cosenza e Rende così vicine e così lontane. Serve il sistema integrato della mobilità, ne sono convinti entrambi ma per Occhiuto la metroleggera è un punto imprescindibile del trasporto pubblico locale. «I problemi della Cmc non ci riguardano – spiega il sindaco di Cosenza -. Mi hanno detto che i lavori per la metro sono esclusi dal concordato preventivo chiesto dalla Cmc. Se dovessero esserci dei problemi si riappalterà l’opera». Sull’analisi costi-benefici presentata dagli studenti Occhiuto spiega: «Si tratta del servizio pubblico, ci sono i fondi che sopperiscono i guadagni mancati, se ci si dovrebbe regolare solo con la vendita dei biglietti un titolo di viaggio avrebbe costi esorbitanti».
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LE FORCHE CAUDINE «Le perplessità dei No Metro sono del tutto infondate», risponde Occhiuto ai liceali che mandano in onda pezzi di un’intervista durata oltre due ore che rientrava nella loro attività di ricerca. «Conosciamo bene la loro posizione», sorride Manna che poi puntualizza: «Mi accusano di parlare poco di metro, ma è logico, nella mia città non c’è nessun cantiere». Poi controbatte il sindaco di Cosenza: «Dobbiamo necessariamente andare incontro alle esigenze dei cittadini, ma è anche corretto dire che le ostilità ci saranno sempre, siamo una città unica e allargata, rinunciare a quest’opera sarebbe un errore gravissimo».
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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