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«Quel passo del gambero che penalizza Catanzaro»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 11/03/2019 – 10:26
«Quel passo del gambero che penalizza Catanzaro»

La politica a Catanzaro sembra marciare di pari passo con la cura della città; rassomiglia tanto alla segnaletica sulle strade: sbiadita dal tempo e dall’incuria.
È di pochi giorni fa la notizia che inquieta l’animo dei catanzaresi e che dà uno spaccato di come la politica, quand’è in mano a persone culturalmente improvvisate e disposte a scendere a patti, può essere fautrice di accordi che sfuggono a qualsiasi regola.
I giornali hanno riservato titoli di scatola all’accordo intercorso tra il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo e il suo omologo di Lamezia Terme, Paolo Mascaro. L’intesa riguarda la cancellazione del progetto per il collegamento ferroviario veloce tra la Città Capoluogo e l’Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme. Non si conoscono i termini dell’intesa; è certo, invece, che al suo posto rimarrà l’obsoleto collegamento vecchio di quasi cento anni che, sia per il tempo di percorrenza, sia perché non raggiunge l’area aeroportuale, continuerà ad essere il “trenino per Sant’Eufemia”.
Sembra che l’idea sia stata di Mascaro e che Abramo l’abbia condivisa. A quali condizioni non è dato sapere. Una risposta per il momento non c’è; attiene alla riservatezza dell’incontro. C’è, però, chi dice che è possibile che la vicenda sia chiarita con l’approssimarsi delle prossime elezioni. Per il momento accontentiamoci di catalogare l’accaduto come l’ennesima prova di come sia amministrato il Capoluogo. Una condizione che lascia sgomenti non solo i cittadini ma anche le 25 associazioni culturali che si erano unite per recuperare dal degrado la vecchia stazione di Catanzaro Sala. Ma delude anche i tecnici che rimangono sempre più convinti che il passo indietro condanna Catanzaro ad un ulteriore isolamento.
Di tutto questo i catanzaresi dovrebbero tenere conto, ricordandosi del danno che è stato arrecato alla città, quando qualcuno, secondo una antica pratica, si farà avanti direttamente o per interposta persona per sollecitare una scelta politica.
Questo è l’ennesimo, grave, episodio perpetrato ai danni della Città capoluogo e, per come vedremo, anche dell’intera regione. Esso è sinonimo dell’acquiescenza propria di alcune realtà meridionali di non reagire per difendere un interesse generale. Tutto scivola sulle spalle di tutti!
Secondo un giudizio unanime, la nuova tratta ferrata avrebbe portato solo vantaggi a Catanzaro, alla Calabria e alla Zes (Zona economica speciale) contemplata dal Decreto Sud varato dal Governo nel mese di agosto 2018 che si incentra su Gioia Tauro (mille ettari tra porto e area industriale) ma ingloba anche le aree portuali di Vibo Valentia, di Crotone, di Corigliano, di Villa S. Giovanni e di Reggio Calabria; nonché quelle aeroportuali di Lamezia Terme, di Crotone e di Reggio Calabria; più le aree a vocazioni industriali che saranno organizzate secondo il modello delle aree produttive con infrastrutture e sistemi in grado di garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente con l’obiettivo di attrarre capitali soprattutto dall’estero.
Questo e altro avrebbe rappresentato la nuova tratta ferroviaria tra Catanzaro e l’Aeroporto di Lamezia Terme. Ma i catanzaresi da anni sono in debito di attenzione con la città. Se si esclude Corso Mazzini (a proposito quanti sanno che si spenderanno parecchie migliaia di Euro per invertire il senso di marcia? Qualcuno si è domandato a fronte di quali benefici?) per il resto sembra prevalere il disinteresse. E allora, lo ricordiamo noi: i Vigili Urbani, ridotti ormai a poche unità, è come se non ci fossero; stanno rinchiusi nel loro ufficio, pomposamente chiamato “Comando”, per il disbrigo degli affari correnti. La città così è lasciata alla discrezionalità dei suoi abitanti e ne risente sia il senso del dovere che della disciplina. In un clima siffatto è possibile che accada di tutto e di più: dal parcheggio in curva, alle automobili lasciate con le due ruote anteriori sui marciapiedi, al cesto di plastica che occupa uno spazio così da consentire a qualcuno di trovare il parcheggio dopo la pausa pranzo, all’arbitrio che rischia di diventare endemico. Ne è l’esempio via Mario Greco, nel tratto compreso tra via Jannelli e via Buccarelli, dove sono stati divelti alcuni paletti che delimitavano un’area pedonale. Così anche quella parte di strada è diventata parcheggio abusivo con il risultato che con la sosta su entrambi i lati della strada, la carreggiata si restringe e rende pericoloso il transito pedonale soprattutto in concomitanza con l’uscita dalle scuole, considerata la presenza in zona di diversi plessi scolastici. Tutti lo sanno, tutti lo vedono, tutti imprecano, tutti si lamentano, forse anche gli stessi Vigili che più volte al giorno percorrono quel tratto di strada, ma nessuno interviene.
L’ultima perla è stata annunciata con titoli di scatola dai quotidiani locali e riguarda un nuovo “concorso” per 40 assunzioni al Comune. Considerato come vanno le cose a Catanzaro in tema di concorsi pubblici (quello per Operatori socio sanitari, docet) forse sarebbe stato opportuno, essendo prossime le elezioni (Europee e Regionali), di spostare ad altra data l’esame per evitare il sospetto che si tratti dell’ennesima trovata clientelare.
Ma ritorniamo alla Città che continua ad essere colpevolmente trascurata anche per la pulizia delle cose comuni. In questo senso primeggia via Buccarelli, quella che doveva essere la via dello shopping. L’angolo con via Mario Greco, dove permangono i contenitori per la raccolta differenziata (che nessuno ovviamente si è mai preoccupato di pulire) è veramente indecente, visto che è stato scelto anche come discarica a cielo aperto da chiunque abbia bisogno di disfarsi di qualcosa. Anche questo stato fa perdere numeri alla città nel confronto con il territorio dei comuni limitrofi, così da essere considerata la cenerentola della Calabria: povera di iniziative per quanto riguarda lo sviluppo del centro storico, ma anche dei quartieri (tranne Lido dove l’attenzione di Abramo è viva e tangibile. Ma a che prezzo?), mostra i segni dell’usura che, se non presa in tempo, può costituire la precondizione dell’agonia.
Ma più che la politica, preoccupa la “fragilità” degli amministratori che si riflette sulla città. Una classe dirigente debole difficilmente sa esprimere soluzioni brillanti. Onestà non è solo non rubare, è anche agire e agire nell’interesse dei cittadini. Bisognerebbe che ciascuno di noi si ricordasse nei momenti opportuni che ogni politico inetto rappresenta un “de profundis” per qualsiasi idea, per ogni prospettiva politica ed è destinato a lasciare alle sue spalle un vuoto tanto imbarazzante quanto fatale.
Una via d’uscita va trovata. Qualcuno ipotizzava tra il serio e il faceto di pagare i politici per quanto producono. A pensarci bene non sarebbe una cattiva idea. Iperbole a parte, c’è da convenire che rimane poco edificante l’immobilismo che da qualche tempo investe gli amministratori comunali. Tra i gruppi di maggioranza che sostengono la Giunta è come se si fosse aperta una crepa: l’opposizione che alza il tiro (ma è opposizione) e la maggioranza per i soliti giochi di potere. Cose possibili dentro un civico consesso quando si ha una maggioranza composita. Ma a Catanzaro, purtroppo, il malessere è provocato soprattutto dalle inefficienze, dai risentimenti e, qualche volta, anche dalle vendette che si riverberano inevitabilmente sull’amministrazione della città.
Come intervenire? Le terapie sono complesse. Potrebbe essere una soluzione cominciare a dire “No” ai professionisti della politica. Si sa, infatti, che la “vocazione”, nella maggior parte dei casi, nasce e si sviluppa per l’attrazione fatale dell’appannaggio mensile, per i gettoni di presenza nelle commissioni e per quant’altro può produrre compensi. Per ultimo c’è anche il desiderio di esercitare il potere. Ciò fa in modo che si perda di vista il nobile obiettivo per il quale si viene eletti.
È innegabile che le istituzioni cittadine risentano di un tale andazzo, così com’è deleterio il problema del basso profilo del reclutamento che dovrebbe essere affrontato e risolto dai partiti nell’interesse della città e consentire ai suoi abitanti una migliore condizione di vita.
Probabilmente cambierebbe molto se si decidesse di scegliere i candidati in base alle capacità professionali di ciascuno, senza lasciarsi influenzare dalle etichettature politiche. Si eviterebbe di allungare l’elenco con nomi che, pur non avendo la necessaria cultura per amministrare la “cosa pubblica”, sono riusciti a scalare le tappe della rappresentanza istituzionale grazie al voto clientelare. Forse si dovrebbe cominciare a riflettere su tale andazzo!

*giornalista

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