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Azienda unica, il no dei Cinquestelle: «Una pacchia per i soliti baroni»

Cinque parlamentari del Movimento sull’integrazione delle Ao di Catanzaro: «Il governo valuterà l’impugnativa della legge»

Pubblicato il: 12/03/2019 – 17:17
Azienda unica, il no dei Cinquestelle: «Una pacchia per i soliti baroni»

CATANZARO «La legge della Calabria sull’azienda ospedaliera unica di Catanzaro è stata approvata nel suo insensato, confuso e illogico impianto originario, peraltro senza alcuna programmazione del Consiglio regionale sui fabbisogni sanitari in rapporto ai costi pubblici. Fermo restando che il governo valuterà l’impugnativa, se ne assumeranno ogni responsabilità quei consiglieri regionali che hanno prodotto tale assurdo giuridico, il quale avrà pesanti ripercussioni sui servizi sanitari». Lo affermano, in una nota, i parlamentari del Movimento Cinque Stelle Giuseppe d’Ippolito, Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, Paolo Parentela e Dalila Nesci, che aggiungono: «Alla fine il Consiglio regionale ha ignorato tutti gli appelli alla ragionevolezza e al confronto. Ha ignorato i sindacati, gli esperti di diritto, gli addetti ai lavori e gli oltre 5mila cittadini che avevano firmato la nostra proposta di legge sulla riorganizzazione delle aziende del Servizio sanitario calabrese. Ciò significa che sono false le aperture di centrodestra e centrosinistra alla società civile». «Ancora una volta, a spese dei calabresi e dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro – continuano i 5stelle – è stato premiato il policlinico universitario Mater Domini, che ha già inghiottito la Fondazione Campanella e che non fa emergenza-urgenza pur beneficiando di un finanziamento regionale, caso più unico che raro, completamente sganciato dalla produzione resa. Un finanziamento, ricordiamo, che dal 2012 supera di quasi 10milioni annui l’importo massimo consentito dalle norme vigenti. Viva la pacchia dei soliti baroni è il messaggio che il Consiglio regionale consegna, dunque, ai calabresi». «Inoltre – sottolineano i cinque parlamentari – l’ospedale di Lamezia Terme non c’entra nulla con questa fusione dissennata, poiché il presidio è fondamentale per il territorio e perciò non può diventare un magazzino ma deve essere un riferimento sanitario importante, sicuro. A questo punto le responsabilità politiche sono molto chiare e i cittadini hanno capito tutto». «Proseguiremo la battaglia – concludono i 5stelle – nell’interesse dei malati e degli utenti calabresi, ai quali vanno date garanzie e servizi, non menzogne ed illusioni».

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