Come fossimo nel peggiore Medioevo, il consiglio regionale della Calabria discute, si lacera, si divide da settimane, con la maggioranza che diventa minoranza e viceversa, su che cosa? Sul ruolo della donna. Cioè se dare o non dare alle donne le stesse possibilità, le stesse opportunità, gli stessi diritti per fare politica, per essere presenti nelle assemblee elettive della nostra regione.
Qui in Calabria, buona parte dei consiglieri maschi non è d’accordo. Qui in Calabria, credo unico caso in Italia, le donne presenti in consiglio sono…. soltanto una.
In Parlamento si è discusso a lungo, negli anni trascorsi, sulla opportunità delle quote rosa. Che effettivamente non sono una gran bella idea, però hanno offerto alle donne, e noi allora votammo compatti la nuova legge, la possibilità di essere elette in Parlamento. Passando così immediatamente dal 10% al 35-40% il numero delle donne elette alle Camere.
Molte regioni si sono poi adeguate. Non la Calabria.
Certo, l’ideale sarebbe che le donne concorressero senza quote e senza riserve per legge, ma sappiamo benissimo che in partenza le donne non hanno affatto le stesse opportunità, le stesse condizioni, gli stessi mezzi, per fare politica, per fare campagna elettorale, per rendersi immediatamente visibili agli elettori.
Quindi il consiglio regionale della Calabria sta commettendo una volgarità senza precedenti, qualcosa che ci rende ridicoli davanti agli occhi di tutto il paese e dell’Europa. Ma veramente vogliamo scherzare?
Si approvasse subito la norma sulla doppia preferenza di genere, senza furbizie e trucchetti meschini, per dare alle donne le stesse, identiche possibilità di partecipare attivamente alla vita politica istituzionale di questa regione.
Né più né meno.
*ex parlamentare del Pd
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