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Ospedale della Sibaritide, «il contratto con Tecnis va rescisso»

Il consigliere regionale dem Bevacqua: «Abbiamo ereditato una situazione complicata ma ora dobbiamo avere il coraggio di rimediare»

Pubblicato il: 12/03/2019 – 18:09
Ospedale della Sibaritide, «il contratto con Tecnis va rescisso»

COSENZA «Quando, due anni or sono, esprimevo le mie preoccupazioni sulla vicenda del nuovo Ospedale della Sibaritide, qualcuno volle etichettarmi come la Cassandra di turno, ma il tempo è galantuomo e oggi sono i fatti a testimoniare l’opportunità di quell’allarme». Sul presidio ospedaliero dell’area ionica, il consigliere regionale Bevacqua presenta un’analisi dura, che così prosegue: «Non è mia abitudine atteggiarmi a profeta di sventura ma, davanti alle misure che, nel febbraio 2016, disponevano l’amministrazione giudiziaria delle società Tecnis Spa e il sequestro delle relative quote ed azioni, non ci voleva un veggente per capire il da farsi: bisognava immediatamente valutare l’ipotesi di rescissione del contratto e provvedere a contemplare il subentro della società risultata seconda in graduatoria. Chi ha gestito i rapporti con la Tecnis ha peccato, quantomeno, di superficialità, se oggi si dichiara che i ritardi registratisi nell’esecuzione dei lavori dello stralcio prioritario sono legati alle difficoltà finanziarie dell’impresa mandataria».
«Davvero non capisco – rileva Bevacqua – che senso abbia continuare con una società che, per difficoltà oggettive, si è dimostrata impossibilitata a rispettare tutti i cronoprogrammi sinora annunciati e predisposti: i quattro anni e mezzo trascorsi dalla stipula dei contratti di concessione impongono una presa d’atto e l’avvio delle procedure di rescissione».
«Non possiamo andare sui territori – conclude Bevacqua – a difendere cose indifendibili: sin dall’inizio, ho seguito con estrema attenzione e partecipazione l’intero iter, coinvolgendo le comunità interessate attraverso una serie ripetuta di incontri, nei quali ho cercato di chiarire tutti gli aspetti essenziali rispetto a quello che deve essere un presidio irrinunciabile per garantire a un vasto territorio l’irrinunciabile diritto alla salute. Non è possibile indulgere verso ulteriori ritardi: la soluzione c’è, si abbia il coraggio di porvi mano. Come maggioranza, insieme al presidente Oliverio, abbiamo ereditato tutto ciò è siamo stati davvero sfortunati nell’intero percorso: ora dobbiamo assumerci la responsabilità di rescindere il contratto».

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