ROMA «Nessuno si farà intimidire: il tentativo di imbavagliare una collega e la redazione della Tgr Calabria fallirà. Dopo aver tentato, inutilmente, di impedire la messa in onda di un servizio giornalistico inviando una diffida al caporedattore, la preside Maria Rosaria Russo, tramite il suo avvocato Saccomanno, scrive ai vertici Rai chiedendo un provvedimento contro una giornalista, che ha fatto semplicemente il proprio lavoro: ricordare che è rinviata a giudizio». Lo affermano Fnsi, Sindacato Giornalisti della Calabria, Esecutivo Usigrai, CdR TgR Rai Calabria.
Maria Rosaria Russo, dirigente dell’istituto d’istruzione superiore “Piria” di Rosarno, è stata – secondo quanto pubblicato dal Corriere della Calabria lo scorso febbraio – rinviata a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio in un’inchiesta che vede coinvolta anche la presidente dell’associazione antimafia “Riferimenti”, Adriana Musella.
«Una lettera vergognosa dove addirittura si arriva ad accusare la collega “di favorire la ‘ndrangheta”, e ad ipotizzare presunti manovratori – prosegue la nota di Fnsi e Usigrai –. Siamo certi che i vertici Rai risponderanno con la dovuta durezza, rivendicando che niente e nessuno può intimidire i giornalisti e interferire nelle scelte editoriali del servizio pubblico. Cosa che ben dovrebbe sapere Saccomanno, visto che è iscritto come pubblicista all’Ordine dei Giornalisti, ai cui codici deontologici è comunque vincolato. Intanto noi, oltre a esprimere solidarietà alla collega e a tutta la redazione – solidarietà a cui si associa anche la redazione del Corriere della Calabria, ndr – valuteremo come tutelare in ogni sede l’onore della collega, della redazione e della Rai».
LA REPLICA DELLA PRESIDE La preside ha risposto al comunicato diramato da Fnsi e Usigrai con una nota: «Appare indecifrabile l’oscuramento da parte della Rai, che svolge un servizio pubblico di una rilevante manifestazione nazionale qual è il Premio intitolato a due eroi del nostro tempo, Giuseppe Valarioti e Peppino Impastato. Pertanto – spiega – è stata la manifestazione ad essere “imbavagliata” e non la giornalista, come riportato strumentalmente , abilmente ed artatamente dalle sigle sindacali sopra citate. A tal proposito, l’antico cinese diceva: “Se mi provochi ti ignoro, se mi sfidi di fulmino con il coraggio e la forza della verità”. Quindi chiedo ai vertici Rai, alle testate giornalistiche interessate, nella persona dei loro direttori, di essere invitata per un confronto aperto e sereno ed in diretta streaming, onde evitare possibili omissioni, con le mie carte e la mia storia e i giornalisti con la loro penna. Si precisa inoltre che la scrivente non si è neppure sottratta alle domande inopportune della giornalista e dunque non è stata mai richiesta la non messa in onda del servizio che è apparso sul Tg3, ma è stata la Rai a scegliere di adombrare la manifestazione che ha registrato la presenza di Autorità nazionali».
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