di Antonio Cantisani
CATANZARO Lo scioglimento dell’Asp di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose è «una pagina triste, dolorosa e brutta», ma nella sanità calabrese «non tutto è negativo». C’è un pizzico di orgoglio, nelle parole del direttore generale del dipartimento regionale Tutela della Salute Tonino Belcastro. A margine di un incontro scientifico in tema di oncologia all’Università di Catanzaro, Belcastro non perde il suo aplomb, frutto di anni e anni di militanza nelle turbolenze della sanità calabrese, e non partecipa alla guerra (anche mediatica) che si sta consumando sul settore più travagliato della Calabria. Non nasconde i problemi e neppure l’estrema delicatezza del momento ma non vuole che la sanità vada definitivamente alla deriva. La fase certo è dura, e Belcastro lo sa quando, sollecitato dai giornalisti, osserva che quella dell’Asp reggina «è una pagina triste, dolorosa, brutta. Non è la prima volta che succede». Ma il dg si carica anche questa croce. «Intanto è intervenuto il governo, è intervenuto il ministro degli Interni con il commissariamento, ovviamente la Regione collaborerà con la triade commissariale che è stata nominata all’Asp di Reggio per reinserire quell’area nella programmazione regionale e farla camminare di pari passo con le altre Asp. Consideriamola magari come il figliol prodigo, come l’Asp che – sostiene il dg del Dipartimento Salute della Regione – in questo momento ha più bisogno di aiuto, perché la triade commissariale vedrà soprattutto gli aspetti amministrativi, della legalità, della trasparenza, della legittimità, dell’anticorruzione. Noi come Regione dobbiamo vedere oltre a questi aspetti anche gli aspetti sanitari, fare in modo che, ferma restando la legalità che è un faro, questi aspetti sanitari in quel territorio non siano trascurati o sacrificati. I servizi sanitari devono essere alla base e – specifica Belcastro – devono essere resi su tutto il territorio in maniera omogenea, avendo come obiettivo prioritario quello di renderli nella massima trasparenza, nella massima legittimità, nella massima legalità. Quanto ai i bilanci tutto sommato ci sono, nessuno si è mai occupato di ratificarli. Sui sistemi informativi del Ministero, però, il cosiddetto Nsis, ci sono i rendiconti di tutte le aziende compresa quella di Reggio Calabria. Anche Reggio lo ha fatto. Bastava prendere atto di quelle risultanze. Ovviamente dietro i numeri dei bilanci ci sono persone che vanno analizzate, contestualizzate e approfondite, però i bilanci ci dovrebbero essere». E però – avverte Belcastro – «non tutto è negativo in Calabria. Ci sono tante eccellenze, magari concentrate in alcuni punti e ci sono situazioni dolorose che sono sotto gli occhi di tutti. Però, ripeto, ci sono tantissime eccellenze, e, se non ci crediamo nemmeno noi alla fine, anche noi stessi alla fine ci convinciamo che va tutto male, fa tutto schifo e invece vi assicuro che non è così. In Calabria – aggiunge il dg del dipartimento regionale Tutela della Salute – ci si può curare, ci si può curare quasi per tutto, per alcune cose fisiologicamente si deve ricorrere alla mobilità, che è un danno grave per i pazienti e per le casse regionali. La mobilità ci costa sui 300 milioni l’anno, è una spesa che non è più sopportabile, soprattutto perché non è congrua, non è coerente, non è giusta e non è corretta. Dobbiamo sforzarci, tenere la schiena dritta e fare in modo che i nostri operatori siano messi in grado di lavorare come avviene altrove, perché sono bravi anche più degli altri e non vedo perché i calabresi debbano andare fuori. E’ ovvio poi che più si parla male, più la gente si convince che in questo posto non ci si possa curare. Vi assicuro che non è così».
Per questo Belcastro rimarca l’importanza di segnali come la recente approvazione della legge sull’integrazione delle aziende ospedaliere di Catanzaro: «Una cosa molto bella, era diventata una problematica annosa, lunga 20 anni, ma finalmente ci siamo riusciti. Fatta la legge però, bisogna costruire questo percorso in modo sempre più virtuoso, in modo tale che i professionisti si integrino, le tecnologie funzionino, si possano scambiare saperi tra professionisti, che sono validi da tutte e due le parti. Si mettono insieme due positività, due aziende che hanno sempre espresso positività. La vedo poi dal punto di vista del paziente, che potrà soddisfare le sue esigenze in modo più congruo e migliore. Ci sarà poi sicuramente un risparmio, ma non è questo lo spirito: non siamo qui per tagliare posti letto, che aumenteranno invece, né tagliare teste o primariati. L’integrazione deve servire proprio per dare un’offerta migliore». Così come Belcastro assicura che con la struttura commissariale guidata dal generale dei carabinieri Saverio Cotticelli «il dialogo è ottimo, c’è un confronto dialettico quotidiano, condividiamo gli stessi spazi, la stessa segreteria, lo stesso personale. Stiamo insieme dalla mattina alla sera, e abbiamo intavolato e instaurato un percorso insieme, anche sul piano temporale visto che ci siamo entrambi insediati negli stessi giorni. Speriamo che questo – conclude il dg regionale porti buoni risultati rispetto al precedente commissario».
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