di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO È ancora troppo fresca la cicatrice che la soppressione del Tribunale di Rossano ha lasciato sul territorio. Una scelta, allora, contesta anche aspramente ma sulla quale non c’è stato nulla da fare.
Da allora movimenti come il Gav – il Gruppo d’azione per la verità sulla soppressione del palazzo di giustizia rossanese che ipotizza una serie di incartamenti “falsi” prodotti per giungere allo scopo proposto dalla revisione delle giurisdizioni giudiziarie in Italia, ovvero la soppressione di 30 tribunali – hanno lottato allo spasimo e in tutte le sedi per tentare di ristabilire la verità. E cioè che lo storico presidio di giustizia, inaugurato nel 1865 e poi dieci anni dopo divenuto anche sede di Corte d’Assise, aveva tutte le “carte in regola” per proseguire ad erogare il servizio giustizia in un territorio vastissimo e complesso come la Sibaritide.
Una “ingiustizia” vera e propria, insomma, quella perpetrata dall’allora governo targato Pdl, che ha lasciato segni indelebili nelle coscienze locali.
Oggi, invece, a distanza di quasi sette anni, una fiammella di speranza sembra essersi riaccesa. Perché nonostante gli impegni al momento non mantenuti dal governo grigio-verde, che ha previsto la riapertura dei tribunali soppressi nel programma elettorale presentato agli italiani, la delegazione del Coordinamento nazionale per la giustizia di prossimità presso il ministero della Giustizia, ieri pomeriggio, sembra avere incassato i pur flebili buoni propositi del ministro Alfonso Bonafede.
Il guardasigilli ha evidenziato alla delegazione – che non contemplava alcun rappresentante rossanese sebbene la riunione del coordinamento stesso si sia tenuto in città qualche settimana fa – come il Ministero non sia nelle possibilità di sostenere le spese per la riapertura dei tribunali. I delegati hanno, quindi, prospettato l’idea di porre a carico delle Regioni la riapertura dei presìdi di giustizia e Bonafede avrebbe fatto intendere che la via può essere percorribile ma non a breve.
In tempi di magra e dopo l’ennesimo scippo perpetrato al territorio, in molti si stanno aggrappando all’idea che – in epoche di fusione – il tribunale, questa volta di Corigliano Rossano, possa essere riaperto perché una città di 80mila abitanti, capoluogo di un territorio difficile, non può rimanere senza un presidio di giustizia.
La palla adesso passa alla Regione che già nel 2012, per bocca dell’allora governatore Scopelliti, si era resa disponibile a coprire le spese di sostenimento del tribunale bizantino, circa 400mila euro. (redazione@corrierecal.it)
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