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Lui è tornato

La Cassazione “riabilita” Oliverio. Che ora può ricompattare la maggioranza e rilanciare la sua candidatura alla Regionali. Isolando gli scissionisti. E Zingaretti non potrebbe opporsi

Pubblicato il: 21/03/2019 – 11:05
Lui è tornato

di Pietro Bellantoni
LAMEZIA TERME
Lui è tornato. Forse non se n’era mai andato davvero, ma insomma: è tornato. E adesso potrebbe cambiare tutto, o quasi. La revoca dell’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore decisa dalla Cassazione riporta Mario Oliverio al centro della scena politica calabrese. Una pronuncia diversa – la conferma del “confino” o un annullamento con rinvio – avrebbe probabilmente troncato ogni ulteriore velleità del governatore, che si sarebbe trovato nell’impossibilità di imporre ancora una leadership già traballante nonché la sua ricandidatura alle Regionali 2020.
Del resto, i tre mesi in cui Oliverio è stato “dimorato” in Sila hanno fatto registrare pericolosi smottamenti nella maggioranza e la fuga definitiva di alcuni consiglieri regionali eletti con il centrosinistra. Tant’è che, nel corso dell’ultima seduta dell’assemblea calabrese, la coalizione fedele al presidente era andata sotto sul voto per la doppia preferenza di genere, circostanza che aveva permesso a Carlo Guccione – da anni ostile a Oliverio – di chiedere un «patto di legislatura» con la minoranza o un immediato ritorno alle urne.
SCISSIONISTI DELUSI Gli ermellini, però, se da un lato hanno “riabilitato” il governatore, dall’altro hanno involontariamente complicato i piani degli “scissionisti”, ovvero di tutti quei dissidenti interni che si oppongono alla ricandidatura di Oliverio alla presidenza della Regione: lo stesso Guccione e tutti gli animatori della seconda lista pro-Zingaretti alle primarie (tra cui l’ex deputato dem Bruno Censore), ma anche buona parte dei sostenitori della mozione Martina. Senza contare Ernesto Magorno, l’ex segretario regionale del Pd che ha ammesso pubblicamente (dopo le rivelazioni sulla chat privata di Whatsapp) la volontà di creare una lista alternativa a Oliverio.
DISARMATI Il ritorno del governatore rischia di disarmare ogni forma di dissidenza e di farlo diventare – anche a causa dell’auto-allontanamento di Magorno – il principale referente calabrese del Pd. Il giudizio della Cassazione si somma infatti al risultato delle primarie, in cui la corrente Oliverio, pur tra molte difficoltà, si è accreditata come maggioritaria. Il neo segretario Nicola Zingaretti – che non è venuto in Calabria per fare campagna ma che ha comunque incamerato di buon grado i voti provenienti dall’area del presidente – e il commissario regionale Stefano Graziano, a meno di clamorose sorprese, potrebbero non trovare alcuna giustificazione per negare a Oliverio una seconda ricandidatura.
LA CAMPAGNA Il governatore avrà così meno di un anno per portare a termine la semina e mostrare i frutti del suo lavoro ai calabresi. Di certo da ieri è iniziata la sua campagna elettorale, che ora potrà avvalersi pure della possibilità di sfruttare a suo favore l’indagine nella quale è tuttora coinvolto, magari facendo leva sulla presunta ingiustizia subìta e stoppata solo dall’intervento della Cassazione. Il suo primo commento post-sentenza ha dato un assaggio di quel che potrà essere: «È finito un lungo e freddo inverno. È arrivata la primavera. Verità e onestà non si calpestano».
IL GOVERNO Ma, oltre al possibile ricorso alla retorica del martire (Berlusconi ne ha insegnato l’efficacia), Oliverio potrà, da uomo libero, rimettersi alla guida della macchina regionale, principale erogatrice di finanziamenti e punto nevralgico della politica calabrese. Il suo presidio al decimo piano della Cittadella gli riconsegnerà il potere di ricompattare la sua maggioranza e, magari, di riattirare i delusi e gli incerti, nel tentativo di arginare la diaspora verso il centrodestra e di isolare sempre più gli scissionisti.
Il presidente avrà anche la possibilità di combattere a viso aperto con il governo, per il quale la Calabria pare essere diventata un osservato speciale. Il premier Giuseppe Conte, proprio ieri, ha annunciato un Consiglio dei ministri speciale da celebrare qui, seguito a ruota dal ministro della Salute Giulia Grillo, che ha ribadito l’imminente emanazione del decreto sulla sanità. Il governatore, tornato nel pieno delle sue funzioni, ora potrà dire la sua senza limitazioni e cercare di difendere le prerogative sue e della Regione.
Lui è tornato. Ma il titolo migliore forse è un altro: revenant, redivivo.

p.bellantoni@corrierecal.it

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