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"Appalti spezzatino" a Cosenza, 9 rinvii a giudizio

Imprenditori avrebbero ottenuto lavori in cambio di favori ai funzionari del Comune. Alcune ditte “amiche” avrebbero fatto guadagni ingiusti

Pubblicato il: 22/03/2019 – 14:29
"Appalti spezzatino" a Cosenza, 9 rinvii a giudizio

di Michele Presta
COSENZA Il giudice di udienza preliminare del Tribunale di Cosenza, Letizia Benigno, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati coinvolti nell’operazione “Appalti Spezzatino” condotta dalla Procura di Cosenza coordinata dal procuratore Mario Spagnuolo e dall’aggiunto Marisa Manzini. Mario Arturo Bartucci, Francesco Amendola, Antonio Amato, Carlo Pecoraro, Francesco Rubino, Filice Francesca, Michele Fernandez, Pasquale Perri e Giuseppe Sasso dovranno presentarsi il prossimo 9 luglio davanti al tribunale in composizione collegiale per difendersi dai reati contestati dall’accusa: corruzione e abuso di ufficio.
Nessuno di loro, per tramite dei loro legali, aveva avanzato richiesta di essere giudicato con rito abbreviato. Mario Bartucci, dirigente e Rup del Comune di Cosenza, dovrà difendersi dall’accusa di corruzione per aver, in concorso con il costruttore Francesco Amendola, ricevuto favori per sé o comunque per il suo nucleo familiare (la magistratura contesta i lavori fatti nell’abitazione della figlia) in cambio dell’assegnazione di lavori pubblici. Bartucci, per come si evince dall’impianto accusatorio, tenuto conto dei poteri e delle funzioni derivanti dal suo ruolo all’interno del Comune di Cosenza avrebbe affidato alla ditta di Francesco Amendola lavori pubblici attraverso delle determine dirigenziali e disposto il pagamento con i successivi adempimenti da redigere in fase di liquidazione.
Su tutti gli altri imputati pende l’accusa dell’abuso d’ufficio. Quattordici, dei venticinque totali, i capi d’accusa per i quali il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere poiché il fatto non sussiste, i restanti nove rimangono al centro del procedimento. Come gli affidamenti concessi dal dirigente Carlo Pecoraro alla Med Labor di Antonio Scarpelli per la realizzazione delle celebri luminarie di Cosenza. Le posizioni dell’imprenditore e del dirigente comunale sono separate, ma il giudice nel dispositivo sottolinea l’ingiusto vantaggio economico ottenuto da Scarpelli con le determine dirigenziali redatte da Pecoraro.
Cifre che superano i 300mila euro ed ipotesi delittuose sulle quali difesa ed accusa costruiranno il dibattimento nei prossimi mesi nelle aule di tribunale. Tra i rinviati a giudizio anche il dirigente comunale Michele Fernandez, attualmente agli arresti domiciliari dopo l’operazione “Merlino” della procura di Paola. L’ipotesi delittuosa che vede coinvolto il funzionario pubblico riguarda l’affidamento frazionato di lavori alla ditta di Francesco Amendola che gli avrebbe permesso un ingiusto guadagno patrimoniale stimabile in oltre 80mila euro. (m.presta@corrierecal.it)

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