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Caso Riace, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Lucano

Per il sindaco sospeso e per altri 29 indagati la prima udienza davanti al gup è fissata per il primo di aprile. Intanto la Cassazione annulla senza rinvio l’obbligo di firma per Lemlem Tesfahun

Pubblicato il: 22/03/2019 – 11:35
Caso Riace, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Lucano

LOCRI La Procura di Locri ha chiesto il rinvio a giudizio per Domenico Lucano, sindaco (sospeso) di Riace, attualmente sottoposto al provvedimento di divieto di dimora nel Comune della Locride che, sotto la sua guida, era divenuto un modello di accoglienza per i migranti. Assieme a Lucano la Procura ha invocato il processo per altri 29 indagati nell’inchiesta denominata “Xenia”. L’udienza preliminare davanti al gup di Locri Amelia Monteleone è fissata per il primo di aprile.
L’ACCUSA  La Procura di Locri contesta a Lucano e agli altri indagati, sulla base delle indagini condotte dalla Guardia di finanza, il reato di associazione per delinquere per avere, tra l’altro, orientato «l’esercizio della funzione pubblica degli uffici del ministero dell’Interno e della Prefettura di Reggio Calabria , preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei progetti da esplicare nell’ambito del Comune di Riace”. In tal senso, il Ministero e la Prefettura reggina potrebbero costituirsi parte civile. A Lucano viene contestato anche il reato di abuso d’ufficio per avere procurato ad alcune associazioni “un ingiusto vantaggio patrimoniale, pari a 2.300,615 euro».
Il reato associativo e quello di abuso d’ufficio non avevano superato il vaglio del Gip locrese, che all’epoca aveva disposto gli arresti domiciliari per Lucano solo per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta rifiuti. A seguito di un ricorso presentato dai difensori di Lucano, gli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua, al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria , era stato disposto per l’ex sindaco di Riace il divieto di dimora, provvedimento poi confermato in Cassazione solo in relazione all’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
ANNULLATA LA MISURA PER LEMLEM Intanto la Cassazione ha annullato senza rinvio la misura dell’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria per Lemlem Tesfahun, la donna di origine etiope coinvolta nell’inchiesta su Lucano. Rappresentata dagli avvocati Andrea Daqua del foro di Locri e Lorenzo Trucco (foro di Torino), Lemlem Tesfahun era stata prima sottoposta al divieto di dimora a Riace per decisione del gip di Locri, per poi successivamente passare all’obbligo di presentazione all pg in virtù dell’alleggerimento della misura deciso dai giudici del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria. Il Riesame aveva rigettato la richiesta di revoca della misura e gli avvocati della donna hanno fatto ricorso davanti alla Cassazione che, ora, ha dato loro ragione.

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