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di Michele Presta
CASTROLIBERO Ci sarebbero delle ombre nella vita amministrativa di Castrolibero. Se un anno fa Giovanni Greco esultava per la riconferma sullo scranno più alto del consiglio comunale, oggi deve fare i conti con i problemi palesati dalla pentastellata Micaela Anselmo, rivale nella corsa a primo cittadino ed oggi tra i banchi dell’opposizione.
«Non riesco a svolgere il mio lavoro», dice in esordio alla conferenza stampa convocata nella sede delle associazioni cittadine. Accanto a lei i parlamentari Anna Laura Orrico, Alessandro Melicchio ed il consigliere comunale di Rende Domenico Miceli. «Ci sono delle palesi incompatibilità con il testo unico degli enti locali – spiega Micaela Anselmo -. Per presentare una mozione in consiglio comunale serve la firma di cinque consiglieri, ma a fare opposizione siamo solo in quattro per cui dovremmo chiedere ai nostri colleghi che sostengono la maggioranza di firmare quello che vogliamo discutere in consiglio».
Facile da intuire che non sempre avviene ed è per questo che lo statuto comunale, rimasto invariato a quando i consiglieri comunali erano 21 secondo gli attivisti del Meet Up meriti una riforma. «Il testo unico degli enti locali parla chiaro – aggiunge la pentastellata – basta la firma di un solo consigliere per portare in assise comunale una mozione». Ma i problemi non finiscono qui. «Abbiamo provato a portare avanti la petizione per la gestione dell’acqua pubblica, ma questa proposta non è stata possibile presentarla perché in base all’articolo 91 dello statuto comunale le petizioni vanno presentate tenendo conto di alcuni regolamenti che non esistono all’interno del nostro comune. Abbiamo chiesto se era possibile aprire uno sportello per il pubblico – continua – ma ci hanno risposto che non avevano i fondi necessari. Abbiamo presentato delle interrogazioni per capire quali associazioni fossero presenti sul territorio e come ricevono soldi e non abbiamo ricevuto risposta adeguata. Riceviamo i documenti per discutere in consiglio comunale solo nelle ore precedenti alla riunione di assise e non giorni prima come invece prescrive la legge. Vorremmo essere messi nella condizione di svolgere il nostro lavoro, questo è ostruzionismo nei confronti di gruppi di opposizione».
La denuncia pubblica arriva dopo un anno di tentativi di mediazione e proposte avanzate con ordine del giorno in consiglio comunale. «Hanno costituito una commissione speciale per discutere dell’aggiornamento del regolamento e dello statuto comunale – conclude la consigliera di Castrolibero – ma ad oggi non si è mai riunita e paradossalmente nonostante fossi stata io a chiederne la costituzione non sono stata considerata e violando così la parità di rappresentazione di tutti i gruppi consiliari per una materia così importante per la nostra comunità».
CARTE IN PREFETTURA E AL MINISTERO Non è casuale la presenza dei due parlamentari Orrico e Melicchio. Entrambi saranno il tramite per far arrivare il caso sollevato dall’attivista consigliere di Castrolibero sia sul tavolo della Prefettura di Cosenza che su quello romano del ministero dell’Interno. «Avviseremo i funzionari ministeriali – spiega Melicchio – anche perché ci pare di capire che in tutti questi anni c’è stata un’amministrazione ombra che del problema non si è curata affatto». Ma il problema rimane la trasparenza della vita amministrativa. «L’istituzione di un ufficio per le relazioni con il pubblico – sottolinea Anna Laura Orrico – per una comunità come Castrolibero rappresenta un servizio essenziale. Non parlo di digitalizzazione dove come regione siamo in netto ritardo ma sull’esercizio delle funzioni che spettano a chiunque svolga il ruolo di consigliere comunale non possiamo transigere».
ATENE PIANGE E SPARTA NON RIDE E la situazione sollevata da Micaela Anselmo è identica a quello che fece Domenico Miceli diversi anni fa al comune di Rende. «Il mancato adeguamento dei regolamenti e degli statuti comunali al testo unico degli enti locali è un problema comune – dice Miceli -. Anche la commissione speciale istituita a Rende in due anni non si è mai riunita e questo è un problema che evidentemente i sindaci preferiscono evitare. Ma l’aspetto politico è un altro. In tutti questi anni ci sono state opposizioni ombra? Siamo dovuti arrivare noi per sollevare un problema che non permette ai consiglieri di fare il proprio lavoro?». (m.presta@corrierecal.it)
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