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Negati i risarcimenti per il maltempo del Crotonese, Mingrone: «Al danno la beffa»

Lo sdegno del segretario generale della Cisl “Magna Graecia” sulla decisione del Governo di non riconoscere lo stato di calamità: «Territorio penalizzato»

Pubblicato il: 23/03/2019 – 11:50
Negati i risarcimenti per il maltempo del Crotonese, Mingrone: «Al danno la beffa»

CROTONE «Nessun risarcimento per Crotone ed il suo territorio, per gli eventi atmosferici del 20 e 25 novembre 2018. Danno e beffa. Il dramma di un territorio e di un apparato imprenditoriale da un lato, la superficialità e l’inefficienza di un governo dall’altro». Inizia così la riflessione del segretario generale della Ust Cisl “Magna Graecia”, Francesco Mingrone rispetto alla notizia arrivata venerdì in base alla quale non sarà elargito alcun sostegno economico alle aziende crotonesi danneggiate dai tornado dello scorso mese di novembre. La notizia nasce da una comunicazione giunta all’indirizzo della Prefettura di Crotone e rimbalzata sulla stampa creando sgomento e incredulità. «Il danno subito dalle imprese crotonesi – afferma Mingrone – a seguito della calamità naturale dello scorso novembre, perché di calamità si tratta, è stato ingente. E la Ust Cisl Magna Graecia sin da quel fatidico giorno aveva invocato aiuto al Governo. La beffa perpetrata dal governo con la decisione di negare l’aiuto a queste imprese è assurda. Fuori da ogni logica. Soprattutto per la motivazione che è in essa intrisa. Le imprese crotonesi sono state “dichiarate” colpevoli per aver ripristinato troppo rapidamente e a proprie spese i danni causati dal tornado».
Mingrone esprime tutto lo sdegno maturato rispetto a questa decisione sottolineando come la «la colpa imputata a questi imprenditori, secondo il governo, è stata quella di rimettere in piedi le proprie attività senza aspettare il sopralluogo dei tecnici della Protezione civile arrivato a ben tre mesi dall’evento calamitoso, i cui effetti disastrosi sono stati documentati da tutti gli organi di informazione».
«Le imprese crotonesi – aggiunge l’esponente sindacale – sono state “punite” da un tornado e beffeggiate dallo Stato per essersi volute rimettere in piede il più velocemente possibile attutendo le drammatiche conseguenze di una simile calamità quali ad esempio la perdita di posti di lavoro. Evitando, al contempo, un aggravio di costi per lo Stato in quanto avrebbero potuto ricorrere agli ammortizzatori sociali e non lo hanno fatto». Secondo Mingrone, «la beffa subita da questi imprenditori ha, insomma, un sapore amaro». «Ed ha un effetto drammatico per l’economia calabrese – conclude -. Perché simili decisioni demotivano gli imprenditori sia quelli già affermati e sia quelli che vorrebbero investire in Calabria».

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