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Lorenzo Sibio è il nuovo presidente di Legacoop Calabria

A Catanzaro l’undicesimo congresso regionale. I numeri delle cooperative calabresi: 4mila soci in più tra il 2015 e il 2018. Gli interventi del presidente nazionale Mauro Lusetti e del governatore …

Pubblicato il: 25/03/2019 – 16:31
Lorenzo Sibio è il nuovo presidente di Legacoop Calabria

CATANZARO «Buon lavoro, buon viaggio insieme e grazie». Con queste parole e con un pizzico di emozione e commozione parte la sfida di Lorenzo Sibio, neo presidente di Legacoop Calabria eletto oggi all’unanimità nel congresso regionale dell’associazione che si è svolto a Catanzaro. Al fondo di un’intera giornata di dibattiti e confronti sul mondo della cooperazione in Calabria e sul suo strategico ruolo di “freno” alla crisi e di baluardo di legalità e di democrazia, Sibio, che sarà affiancato dai vice Claudio Liotti e Maurizio De Luca, riceve l’investitura direttamente dalle mani del presidente di Legacoop nazionale, Mauro Lusetti, convinto che «il nuovo gruppo dirigente saprà portare verso nuovi successi l’associazione».
L’INTERVENTO DI LUSETTI Lusetti tira le fila di un congresso che ha annoverato ospiti importanti, tra cui il governatore Mario Oliverio alla sua seconda uscita pubblica prima di raggiungere la Cittadella per riprendere l’attività istituzionale nella sede della Regione dopo la fine del “confino” a San Giovanni in Fiore, e poi l’assessore regionale al Lavoro, Angela Robbe, già presidente di Legacoop Calabria prima di entrare nella Giunta calabrese, i segretari generali della Cgil Calabria e della Cisl Calabria, Angelo Sposato e Tonino Russo, esponenti del mondo imprenditoriale e cooperativo dell’intera regione.
«Siamo fermamente convinti – dice Lusetti – che una reale politica che veda al centro il lavoro non può non partire dalla creazione della rete sociale, che siano le infrastrutture legate alla scuola a tutti i livelli o alla sanità o al sostegno alle imprese. Il lavoro stabile e qualificato nasce in un contesto in cui questa rete di infrastrutture sociali viene considerata importante alla stessa stregua delle infrastrutture materiali. In questo senso il valore della cooperazione, che è un pezzo importante in Calabria e nel Paese è quello di essere uno dei luoghi in cui si raggiunge l’obiettivo del benessere e del miglioramento della qualità della vita e in cui si fa esercizio di democrazia vera e partecipata, e non delegata. A fianco delle istituzioni – conclude il presidente di Legacoop nazionale – ci saremo sempre con questo profilo e con questi obiettivi».

L’INTERVENTO DI OLIVERIO
Sull’importanza del ruolo della cooperazione si è intrattenuto anche il governatore Mario Oliverio, che ha preso parte ai lavori del congresso in mattinata.
«La cooperazione ha una funzione essenziale – ha detto Oliverio – sia dal punto di vista economico che per la coesione sociale del nostro Paese. In Calabria, nel corso degli ultimi anni, c’è stato un lavoro costante, paziente, silenzioso che ha affermato in maniera rilevante il ruolo della cooperazione. I dati esposti oggi confermano, dal 2015 al 2018, risultati significativi, sia in termini di numero di cooperative, di associati e di volumi di impegno economico prodotti».
«Purtroppo – ha aggiunto il governatore – tutti quanti assistiamo come in molte occasioni si tirino fuori argomenti beceri che non hanno alcun fondamento per fare lotta politica. Viviamo in un momento particolarmente difficile per il nostro Paese in cui non c’è una bussola, non c’è una visione, non c’è un disegno. Ogni giorno ci si alterna in attacchi anti europeisti e in atteggiamenti subalterni a seconda delle stagioni e delle contingenze che si determinano. E in questo quadro il Sud rischia un’involuzione seria sulla quale non posso non esprimere profonda preoccupazione. Due giorni fa è stato sottoscritto dal Governo un accordo con un Paese, la Cina, che è la potenza più importante nel mondo insieme agli Stati Uniti, ed è stato tagliato fuori il Porto di Gioia Tauro ma anche tutta la portualità del Mezzogiorno d’Italia. Mi pongo il problema non in termini rivendicativi o campanilistici e territoriali ma in termini generali, di interesse del Paese: ma come è possibile tagliare fuori da un accordo di questa portata uno dei più grandi porti di transhipment a livello mondiale, Gioia Tauro, un’infrastruttura portuale che è la proiezione naturale dell’Europa nel cuore del Mediterraneo, la prima porta, il primo approccio, in una fase in cui la movimentazione delle merci cresce e nella movimentazione ha un ruolo fondamentale appunto la Cina? La visione presupporrebbe la costruzione di una rete in un percorso come questo».
«Ricordo che su Gioia Tauro – ha detto ancora Oliverio – abbiamo anche sottoscritto un accordo lo scorso 20 luglio 2017 a cui hanno partecipato le parti sociali e imprenditoriali della nostra regione, in cui c’è una destinazione di risorse importanti ma per quanto riguarda la competenza di gestione del governo nazionale, essendo fondi Pon, non è stato speso un solo euro. Non solo, su Gioia Tauro il governo ha disarticolato l’Autorità portuale di sistema, sganciando i Porti di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria da Gioia e per fare un’altra Autorità portuale e costruire un equilibrio sulla base della spinta dei Cinque Stelle siciliani, riproponendo uno spezzatino. E a fronte di tutto questo – ha aggiunto Oliverio – si annuncia un Cdm in Calabria con la motivazione che la Calabria è abbandonata a se stessa. Proprio nelle stesse ore in cui si sottoscrivono accordi importanti per lo sviluppo economico nazionale e in cui si taglia fuori la Calabria e il Mezzogiorno. Siamo a clamorose barzellette. Non è accettabile che i calabresi siano considerati oltre lo stereotipo dell’anello al naso. Chiedo che si corra ai ripari, allora sì, si può e si deve venire in Calabria a celebrare il Consiglio dei Ministri. Noi come Regione dobbiamo lavorare invece per consolidare un percorso che nel corso di questi anni abbiamo avviato».
«Ci sono segni reali di inversione di trend, con segni positivi in termini di Pil ed export. Stiamo creando lavoro attraverso le imprese e la valorizzazione delle risorse, attribuendo un ruolo importante e fondamentale non solo ai settori economici ma al mondo sociale sui quali l’espansione dei soggetti cooperativi è un fattore che deve essere incoraggiato. Qui assumo l’impegno che entro la fine della legislatura definiremo una nuova legge sulla cooperazione, alla luce dei processi di espansione che si stanno verificando in Calabria. Anche in condizioni non semplici – ha concluso Oliverio – la cooperazione regionale ha saputo superare difficoltà di contesto, integrando il sistema delle imprese».
L’INTERVENTO DI ROBBE «Il lavoro per decreto non esiste. La cooperazione è il perno del sistema per la costruzione di lavoro vero, quello che rimette al centro gli interessi generali rispetto a quelli particolari, che costruisce una alternativa credibile aumentando la capacità di relazioni tra le istituzioni, il mondo cooperativo e delle rappresentanze. La cooperazione è una opportunità. Ma di ogni specifica realtà devono essere valorizzate le caratteristiche e le capacità, in modo che queste diventino uno degli elementi del ‘sistema Calabria’ capace di farci crescere». A tirare le somme della prima tavola rotonda svolta nel corso del congresso di Legacoop Calabria è stata l’assessore regionale al Lavoro, Angela Robbe. La prima tavola rotonda, moderata dal giornalista Antonio Cantisani, ha animato un articolato dibattito sul tema degli strumenti legislativi per le politiche attive del lavoro, alla presenza – oltre che dell’assessore Robbe – di Tonino Russo, segretario Cisl Calabria; Claudio Liotti, presidente regionale reggente di Legacoop Calabria; Gennaro Raso, presidente AGCI Calabria; Franco Belmonte, direttore CIA Calabria, Enrico Mazza, presidente sezione servizi Unindustria Calabria e Alessandro Viola, responsabile istruttoria e sviluppo Cooperazione Finanza impresa.
«Se devo pensare ad un valore aggiunto della cooperazione, oltre al primo e fondamentale che è quello di mettere al centro la persona e quindi dare dare al lavoro quale elemento di dignità, è quello di proporsi come elemento di acceleratore di crescita – ha detto l’assessore Robbe –. La cooperazione mette insieme soggetti anche imprenditoriali in un contesto in cui l’individualismo è predominante. Quindi, un soggetto come la cooperazione che è capace di tenere insieme preservando le individualità va valorizzato, questo è il ruolo che la cooperazione può avere nel sistema di sviluppo Calabria».
I PROGETTI DI SIBIO A concludere i lavori congressuali il neo presidente di Legacoop Calabria, Lorenzo Sibio, che si dice «pienamente consapevole che questo mandato si presenta difficile e impegnativo, perché la situazione economica attuale presenta molti problemi e di diversa natura. Questo però serve a darci ancora maggiore slancio. Siamo in un Paese con profonde trasformazioni in atto che impongono alla cooperazione di farsi carco elle risposte possibili, in una chiave democratica, partecipativa e solidaristica. O la cooperazione saprà essere parte della risposta al problema o diventerà essa stessa una parte del problema».

da sinistra, Liotti,Sibio e De Luca

Questo cammino – rimarca Sibio – «in Calabria l’abbiamo già intrapreso. In questi anni ci siamo opposti fermamente e fieramente a chi minacciava il movimento cooperativo e i suoi principi cardini, lo stiamo continuando a fare opponendoci a tutte le logiche che immobilizzano i processi di crescita e sviluppo di questo territorio. Nelle assemblee territoriali – rileva il neo presidente di Legacoop Calabria – è stato detto quale associazione vogliamo: abbiamo detto cosa vogliamo fare e come vogliamo farlo. Vorrei aggiungere infine perché vogliamo farlo: un perché che ha a che fare con la dedizione, vorrei dire con l’amore, che spinge ciascuno di voi a essere qua, oggi, e a dedicare una parte delle vostre energie e della vostra vita al modello cooperativo. Il successo di un modello, quello cooperativo, che nei territori ha saputo adattarsi, proporsi e gestire il giorno per giorno avendo davanti sempre una visione che va in là del tempo, dove ognuno fa la sua parte. Costruendo e facendo squadra con le istituzioni, pubbliche e private, le associazioni d’impresa e i sindacati». Struggente il ricordo finale di Quirino Ledda, storico dirigente di Legacoop (e del Pci calabrese) scomparso alcuni anni fa: «Quirino resta un nostro punto di riferimento per valori quali la passione, l’impegno, la lealtà, l’abnegazione che in tanti anni di amicizia e collaborazione è riuscito a trasmetterci, e che terrò ben presenti nel corso del mio mandato», conclude Sibio che poi auspica «entro la fine di questa legislatura regionale una rivisitazione della legge regionale sulla cooperazione, che ha principi ancora validi ma va adeguata ai nuovi tempi».

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