COSENZA «Nella sanità calabrese ormai è un dato assodato che le gare per l’affidamento della gestione dei servizi territoriali vengono espletate a distanza di anni dall’inizio della procedura. O addirittura definite dopo la chiusura delle strutture o in regime di prorogatio». È quanto afferma il consigliere regionale Carlo Guccione che, si legge in una nota, «lo scorso primo marzo, aveva inviato un’interrogazione al presidente della Regione Calabria per conoscere le ragioni che a distanza di anni dalla pubblicazione dei bandi per la gestione delle Rsa di Caloveto e San Nicola Arcella, non hanno permesso l’espletamento delle gare».
«È quanto è accaduto – sottolinea Guccione – ad esempio, nella Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) di Caloveto e in quella “San Francesco di Paola” di San Nicola Arcella. Ma questi sono solo alcuni casi anomali della sanità calabrese».
«A confermare tutti i ritardi e le anomalie segnalate dal consigliere Guccione – è scritto nella nota – arriva la risposta della Regione Calabria a firma del dirigente generale del dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, Antonio Belcastro».
«Con delibera numero 1299 del 04-08-2016 – segnala Guccione – è stata indetta gara a procedura aperta per la gestione della residenza sanitaria Rsa di San Nicola Arcella» mentre con «nota numero 0041326 del 29-03-2016 il sindaco del Comune di Caloveto richiedeva l’indizione di una nuova gara».
«La Residenza assistenziale sanitaria di Caloveto – spiega il consigliere regionale – è stata chiusa per una serie di vicende quattro anni fa dall’Asp di Cosenza con conseguente licenziamento dei dipendenti e provocando un disagio enorme per i pazienti che sono stati costretti a trasferirsi. Mentre da oltre tre anni è scaduto l’affidamento di gestione della Rsa di San Nicola Arcella e siamo in regime di prorogatio. In tutto ciò, come ha confermato il dirigente generale Belcastro, ancora oggi non si conoscono i tempi per l’espletamento delle due gare».
«Sembra di trovarsi in un vero e proprio sistema – afferma Guccione – che, da una parte, impedisce l’apertura delle strutture e, dall’altra, allunga i tempi di procedura di affidamento dei servizi territoriali. Anzi accade che i servizi continuano ad essere gestiti per anni in regime di prorogatio».
«Tutto ciò – prosegue – non fa che rendere vano lo stesso concetto di trasparenza a danno della sanità pubblica, sia in termini economici che di qualità delle prestazioni erogate. Con costi aggiuntivi ed elevati per la sanità calabrese si corre il rischio di avere servizi inefficienti e non adeguati».
«Il mancato potenziamento della Stazione unica appaltante (Sua) regionale – conclude – ha fatto in modo che il sistema della prorogatio nella sanità calabrese diventasse normalità. Infatti, le Asp e le Ao della Calabria che per indire gare si erano rivolte alla Sua, hanno ricevuto per mancanza di personale risposte di diniego».
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