CATANZARO «Per il momento siamo in presenza solo di annunci, anche un po’ incomprensibili. A giugno, appena si è insediato questo governo, ha sollecitato il ministro Grillo ad attivare un tavolo di concertazione sulle questioni relative alla sanità calabrese: non c’è stata nessuna risposta. La richiesta è stata di nuovo avanzata al ministro, ma ancora una volta c’è stato un silenzio assoluto». Franco Pacenza, a margine di un incontro in Cittadella, e quasi in contemporanea con i nuovi – bellicosi – annunci della ministra, parla dei (non facili) rapporti con il governo sulla materia sanitaria. Il delegato del governatore Oliverio per la sanità dice che «oggi assistiamo, da parte dello stesso ministro e anche del presidente del Consiglio dei ministri, a pronunciamenti ma non c’è stata finora alcuna interlocuzione con la Regione e soprattutto non c’è alcuna cognizione sui contenuti e gli obiettivi di questo intervento governativo (il decreto speciale per la Calabria rilanciato oggi da Grillo). Già il riferimento a un decreto speciale non mi sembra condivisibile, poi nessuno può immaginare che possa esserci un’invasione di campo perché le competenze in materia sanitaria sono definite in modo chiaro ed esplicito, sia in sede costituzionale sia in sede normativa, e in quel solco noi vogliamo stare».
Giovedì scorso, prosegue Pacenza, «la Conferenza dei presidenti delle Regioni ha chiesto al premier Conte un chiarimento urgente rispetto ad approcci inconsueti nelle relazioni istituzionali: si annunciano Consigli dei ministri in Calabria, si annunciano decreti speciali, e fin quando questo avviene dentro le competenze del governo ovviamente nessuna osservazione, se invece dovesse interferire con le competenze della Regione sarebbe assai grave e sarebbe l’ennesima considerazione della Calabria come un pascolo per chiunque».
L’ex consigliere regionale si dice sconcertato dal fatto che «ministri, e anche parlamentari, facciano riferimento solo alle nomine, mentre invece non fanno alcun riferimento alla necessità di modificare la normativa sui piani di rientro o ad aiutare le Regioni in difficoltà, di mettere in campo un piano straordinario per la mobilità o l’edilizia sanitaria. Di questo non vedo discutere nessuno, vedo invece un approccio all’occupazione della gestione del sistema sanitario».
«Le attività organizzative – continua – sono di esclusiva competenza delle Regioni: se poi il governo, nella sua autonomia, vuole modificare la Costituzione, ha il diritto di farlo, ma non può pensare di attivare un decreto speciale per la Calabria solo perché c’è una difficoltà nel sistema sanitario, e noi questa difficoltà la stiamo denunciando da anni, e purtroppo non ha avuto ascolto né nei precedenti governi né in questo governo. Speriamo che si possa cambiare registro, costruendo un’interlocuzione positiva su obiettivi reali, a partire dal miglioramento dell’offerta sanitaria. Invece, assistiamo a interventi sporadici e annunci incomprensibili, ma di contenuti ancora non abbiamo alcun riferimento».
IL RAPPORTO CON I COMMISSARI Le perplessità sul decreto speciale si accompagnano a una valutazione sui rapporti con i nuovi commissari Cotticelli e Schael. «Il presidente Oliverio – dice Pacenza – ha sempre mantenuto un atteggiamento senza alcun pregiudizio, bensì legato ai contenuti. Dentro le rispettive competenze abbiamo sempre lavorato per una relazione istituzionale feconda e proficua». Il problema sono «le invasioni di campo sul terreno politico, di esclusiva competenza della Regione anche nella sua articolazione del Consiglio». Fatti avvenuti in passato: «Ci auguriamo che si possa costruire un lavoro positivo tenendo conto delle rispettive competenze, per dare un contributo a migliorare le condizioni della sanità calabrese. Ci atteniamo ai fatti: il nuovo commissario si è insediato dando riferimento in primo luogo all’istituto regionale, in più circostanze, anche oggi, ha avuto la possibilità di partecipare ad attività del Consiglio regionale, quindi con un riconoscimento reciproco delle competenze di ciascuno. Poi, nel merito, ancora è prematuro perché finora ci sono state poche occasioni, ma a esempio alcune attività di concertazione sono state attivate e questo è un segnale positivo per evitare che alla fine tutto si risolva in un mega contenzioso, perché io non ci sto a una rappresentazione solo negativa della situazione. Ci auguriamo che questo lavoro possa proseguire nel rispetto delle funzioni di ciascuno, perché anche qui scorgiamo segnali di invasione di campo, e non sarebbe né opportuno né augurabile».
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