LOCRI «È giusto parlare sempre di una memoria viva che deve tradursi in responsabilità e impegno». Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera e cittadino onorario di Locri, intervenuto alla manifestazione “Locri non dimentica, ricorda!”, nell’ambito della quale si è svolta l’intitolazione di alcune vie cittadine a vittime innocenti di ‘ndrangheta e mafie.
«Io ho molta paura – ha aggiunto don Ciotti – della retorica della memoria: non basta appiccicare dei nomi lungo le strade. Ciò può essere un segno importante per non dimenticare e vivere il vero ricordo ma è necessario però che quei nomi si scrivano nelle nostre coscienze e nelle nostre vite. Lo dobbiamo al sacrificio di tante persone che non ci sono più. La lotta alle mafie, al di là del lavoro fin qui svolto dai magistrati e dalle forze dell’ordine, la si fa con la cultura, lavoro, educazione e scuole. Occorre anche una rivoluzione politica e culturale. Occorre una trasformazione profonda della società in cui viviamo».
Don Ciotti non ha evitato il cuore del discorso: «Dobbiamo avere il coraggio e l’onestà di dire che oggi le mafie hanno occupato quei vuoti di democrazia che ci sono. Si sono installate in mezzo a noi e questo è successo anche perché sono diventate simili a noi. Oggi – ha aggiunto – le mafie nel Paese hanno acquisito modi e sembianze più rassicuranti ma anche, questo il punto dolente, perché noi siamo diventati più simili a loro. Non occorre essere complici attivi per essere alleati delle mafie, per l’alleanza basta infatti la mafiosità».
Nel corso della manifestazione, organizzata dal Comune di Locri e dal coordinamento di Libera Locride, guidato da Deborah Cartisano, sono state intitolate alcune vie cittadine alle vittime della ‘ndrangheta e della mafia. Alla manifestazione hanno preso parte anche il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, il comandante regionale dell’Arma dei carabinieri, generale Vincenzo Paticchio, e il procuratore antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.
«In un cammino di cambiamento e di riscatto – ha sostenuto il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese – è stato doveroso onorare la memoria di chi è stato brutalmente privato della vita e sottratto con inaudita violenza all’affetto dei propri cari». La commemorazione ha preso il via dal Piazzale dell’ospedale con l’intitolazione ai medici Girolamo Marino e Nicolò Domenico Pandolfo, assassinati, il primo il 22 ottobre 1988 e il secondo il 19 marzo 1993. E’ proseguita poi al prolungamento di via Matteotti che è stato intitolato a Maria Teresa Speziale, uccisa dalla ‘ndrangheta sotto la propria casa la sera del 24 marzo del 1994. La terza tappa ha riguardato la traversa di via Marconi, angolo ex Magistrale, è stata intitolata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Poi è toccato all’ultimo tratto tra via Marconi e via Matteotti che è stato intitolato all’imprenditore Vincenzo Grasso, ammazzato a Locri il 20 marzo 1989 per non essersi piegato alle richieste di estorsione. L’ultima tappa è stata in via Virgilio, ingresso posteriore del Comando Gruppo Carabinieri che è stato intitolato ai brigadieri dell’Arma Carmine Tripodi e Antonino Marino, barbaramente trucidati nella Locride il 6 febbraio 1985 e il 9 settembre del 1990.
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