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Provincia di Catanzaro, il bilancio “bulgaro” di Abramo

L’Assemblea dei sindaci esprime parere favorevole al documento contabile con un sostegno quasi plebiscitario, accordato anche da tanti amministratori del centrosinistra. Il presidente: «Questa coll…

Pubblicato il: 28/03/2019 – 16:35
Provincia di Catanzaro, il bilancio “bulgaro” di Abramo

di Antonio Cantisani
CATANZARO Il primo bilancio di Sergio Abramo quale presidente della Provincia di Catanzaro è un bilancio “bulgaro”. Dall’assemblea dei sindaci chiamata a esprimere il parere – obbligatorio ma non vincolante – al documento contabile varato da Abramo arriva un via libera quasi plebiscitario, con l’ok dei rappresentanti della maggioranza dei Comuni del Catanzarese e due astensioni, e soprattutto con l’avallo anche degli amministratori locali di centrosinistra, che in provincia sono tanti. Un dato che lusinga il presidente, al fondo di una seduta alla quale partecipano 51 Comuni (tra sindaci, consiglieri e assessori) compreso Lamezia Terme, presente con commissario Rosario Fusaro, al quale Abramo rivolge un ringraziamento ribadendo «la grande vicinanza alla città della Piana» e annunciando tuttavia la sua presenza domani sera al fianco di Paolo Mascaro nell’incontro pubblico organizzato per dire no alla decisione della giustizia amministrativa di mantenere il commissariamento del Comune lametino.
L’ASSEMBLEA DEI SINDACI Abramo illustra “filosofia” e numeri del bilancio, che si articola in 55,7 milioni di spese correnti, in 53,7 milioni di spese in conto capitale, con la programmazione triennale delle opere pubbliche, e con richieste di finanziamento alla Regione Calabria, in 10,8 milioni di i trasferimenti correnti da altre pubbliche amministrazioni, in 12,2 milioni di entrate extratributarie: è stata mantenuta invariata e confermata la pressione fiscale del 2018. Nel corso del suo intervento, Abramo, dopo aver ringraziato i sindaci per il supporto e la collaborazione dimostrati nella stesura del bilancio, rappresenta le difficoltà nelle quali versano oggi le Province alla luce dei tagli dei trasferimenti statali, auspicando da parte del governo nazionale il superamento della riforma Delrio: il presidente della Provincia ricorda, comunque, che in Calabria «ci si sta attivando ancora prima, perché abbiamo già chiesto alla Regione il trasferimento di deleghe che la Regione non riesce a gestire e che noi potremmo gestire meglio in favore dei cittadini, come quelle dell’Ato rifiuti, dell’acqua, della metanizzazione, dei servizi socio-sanitari e del supporto ai Comuni nella programmazione comunitaria». Saranno una decina gli amministratori a prendere la parola e a dare un sostanziale via libera al documento contabile: tra i tanti, spicca l’intervento del sindaco di Pianopoli, Gianluca Cuda, che è segretario provinciale del Pd ma in questa occasione sveste i panni partitici per dire sì al bilancio «perché è importante lo spirito di collaborazione e unità sul piano istituzionale, al di là delle appartenenze politiche». Alla fine, ci saranno solo le astensioni, non “barricadere” comunque, dei Comuni di Isca sullo Jonio e Gasperina, espressi dai due consiglieri provinciali Marziale Battaglia e Gregorio Gallello, di “Area Civica”, movimento politico che fa riferimento al capogruppo al Comune di Catanzaro di “Fare”, Sergio Costanzo, duro oppositore di Abramo a Palazzo De Nobili. Il bilancio sarà successivamente e definitivamente ratificato dal Consiglio provinciale della durata di un soffio di vento.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE Abramo incassa quindi il risultato, parlando di «esito dell’assemblea dei sindaci dall’enorme, visto che le presenze hanno superato l’80%, e c’è stato un parere favorevole quasi all’unanimità, e questo significa che i sindaci hanno colto perfettamente lo spirito con cui rivesto il ruolo di presidente di questa Provincia, quello di raccogliere e coinvolgere tutte le forze politiche, e penso di esserci riuscito, perché riscontro una forte cooperazione anche dei consiglieri provinciali di centrosinistra. Abbiamo programmato insieme, stiamo portando avanti insieme questa amministrazione, e soprattutto – rimarca il presidente della Provincia – sono riuscito a far capire che i problemi li abbiamo come territorio e non come parti politiche, e per questo stiamo lavorando per migliorare tutto il territorio». Abramo quindi aggiunge: «La Provincia adesso ha una capacità di spesa, con i risparmi che abbiamo realizzato possiamo fare investimenti, anche se questo plafond, un vero e proprio “tesoretto”, per il momento lo abbiamo messo da parte perché vogliamo controllare e verificare le esigenze del territorio e vogliamo intervenire al momento necessario: e comunque – spiega il presidente della Provincia – abbiamo garantito la gestione del territorio con gli interventi previsti nel Piano triennale dei lavori pubblici e spalmati su tutto il territorio».
«NO A TERRITORI DI SERIE A E SERIE B» Sul piano più generale, poi, Abramo, parlando con i giornalisti, osserva ancora: «Non intendo fare una lamentela nei confronti della Regione ma – ha osservato Abramo – una proposta, far partecipare ai tavoli di concertazione l’amministrazione provinciale per dividere meglio i fondi, perché adesso c’è una penalizzazione di alcune Province rispetto ad altre. Diciamola tutta: la Provincia di Cosenza fa la parte del leone, e non mi sembra giusto. Non condivido poi alcuni finanziamenti erogati dalla Regione non perché siano sbagliati i finanziamenti ma perché – rileva il presidente della Provincia di Catanzaro – la cifra messa a disposizione della Regione non permetterà la partecipazione di tutti i Comuni. E non vorrei che fossero Comuni di serie A e Comuni di Serie B, perché magari c’è un sindaco un po’ più preparato, o ha a disposizione una macchina amministrativa abituata a fare progetti di fondi europei mentre invece un sindaco giovane o con una macchina comunale meno attrezzata sarebbe più penalizzato». Secondo Abramo, infine, «la programmazione deve farla la Regione, ovviamente, ci mancherebbe altro, ma se si distribuissero i fondi per ogni Provincia in base alla popolazione e alla dimensione del territorio poi ogni Provincia potrebbe gestirseli con i propri Comuni direttamente, e non così non ci sarebbero Province di serie A e serie B. Questa è la proposta che avanzo: lavorare affinché la Regione trasferisca alle Province alcune deleghe su alcune materie che fa fatica a gestire. Questo – conclude Abramo – servirebbe proprio per aiutare la Regione, perché è evidente che, se tiene tutte le deleghe, la Regione ha un peso enorme e fa fatica a gestirle, e servirebbe alle Province, che da veri enti intermedi potrebbero aiutare a loro volta meglio i Comuni e altrimenti sarebbero scariche di lavoro dopo che hanno concluso la programmazione». (redazione@corrierecal.it)

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