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Asp Reggio, una morte misteriosa sotto i riflettori de “Le Iene”

Nuovo servizio del giornalista Pecoraro, dedicato alla scomparsa di Consolato Campolo, che guidava una task force per eliminare gli sprechi nell’azienda sanitaria reggina. Falcomatà: «Era un grande…

Pubblicato il: 31/03/2019 – 20:44
Asp Reggio, una morte misteriosa sotto i riflettori de “Le Iene”

“La morte misteriosa di chi ha provato ad aggiustare la sanità calabrese”. A raccontarla è un nuovo servizio del giornalista de “Le Iene” Gaetano Pecoraro, servizio andato in onda questa sera (potete vederlo qui). Nella puntata, visibile sul sito internet della nota trasmissione Mediaset, si dice che «Consolato Campolo era a capo di una task force che doveva eliminare lo spreco di denaro pubblico dall’Azienda sanitaria di Reggio Calabria: una notte muore in circostanze misteriose». Nel servizio per “Le Iene” Pecoraro, che sta portando avanti da più puntate la sua rubrica “Ospedali da incubo” occupandosi spesso della Calabria, riporta la testimonianza della compagna, secondo la quale Campolo aveva «capito come fare i collegamenti per far saltare fuori la prova di tanti doppi e tripli pagamenti, il suo obiettivo era elencarli e portarli alla Procura, lui non si rapportava con l’Asp». La testimonianza della donna si sofferma poi sulla notte nella quale Campolo muore. «Era andato a cena fuori, non succedeva spesso… Quando è tornato – si ascolta nel servizio di Pecoraro sul sito de “Le Iene” – mi ha detto che si sentiva male, ho fortissimi dolore a mascelle e forti dolori di testa, gli ho detto “andiamo in ospedale”. L’hanno visitato una mezz’oretta, io sono rimasta fuori: gli hanno fatto un farmaco perché aveva la pressione alta. Lui è andato a vomitare due volte, e mi ha detto “ho vomitato nero”. Lì per lì non gli ho dato peso, a un certo punto ha chiuso gli occhi e tirato indietro la testa. Ho cominciato a gridare, mi hanno fatto uscire. Hanno cercato di rianimarlo. Alle 2,10-2,20 sono riusciti a dirmi che era morto. Hanno scritto: arresto cardiaco». Dal servizio inoltre emerge che, secondo la testimonianza del figlio di Campolo citata da una dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale reggino, dalla documentazione consegnata ai familiari dopo il decesso mancava l’elettrocardiogramma.
Il giornalista de “Le Iene” ha anche intervistato due dirigenti che avevano fatto parte della task force con Campolo: entrambi hanno detto che sarebbe stato giusto fare un’autopsia. Uno dei due dirigenti, al microfono di Pecoraro, ha anche rivelato che «Campolo gradualmente sarebbe arrivato a una soluzione e un giorno mi aveva raccontato di qualcuno che gli aveva suggerito di non essere troppo efficace» nelle verifiche contabili all’Asp di Reggio Calabria.
FALCOMATÀ: «SIA FATTA PIENA LUCE» «Le circostanze sollevate dal servizio de Le Iene sulla morte di Consolato Campolo, il funzionario reggino che indagava contro gli sprechi della sanità calabrese, ci lasciano sgomenti e meritano i necessari approfondimenti. È inquietante il pensiero che qualcuno possa aver voluto e provocato la sua morte nell’intento di interrompere il lavoro di pulizia che Campolo stava svolgendo in un settore scottante come quello della sanità». Lo dichiara il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
«Consolato era un uomo straordinario – ha dichiarato ancora il sindaco – un integerrimo professionista, un cittadino onesto e un grande servitore dello Stato. Qualche anno fa gli avevo chiesto di dare una mano al Comune e per quasi due anni ha prestato servizio come funzionario aggiunto nel settore bilancio. Il suo lavoro è stato prezioso. L’anno scorso gli era stato assegnato il delicato incarico di ricostruire alcune vicende che riguardano l’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, oggi sciolta per mafia, guidando una task force che aveva il compito di ridurre gli sprechi e verificare le spese sospette. È morto di arresto cardiaco lo scorso settembre, così, all’improvviso. Di fronte ai dubbi venuti fuori dalle circostanze e dalle testimonianze raccontate dall’inchiesta de Le Iene – ha concluso Falcomatà – da sindaco, da reggino, da amico di Consolato Campolo, chiedo che sulla sua morte sia fatta piena luce».

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