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«Scherno e vessazioni», le accuse agli infermieri della casa di cura

Sono 16 gli indagati della struttura sanitaria di Settingiano nell’operazione della Procura di Catanzaro. Nei guai anche il direttore sanitario

Pubblicato il: 01/04/2019 – 15:51
«Scherno e vessazioni», le accuse agli infermieri della casa di cura

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO
Sono in tutto 16 gli indagati nell’operazione della Guardia di finanza di Catanzaro, coordinata dalla Procura del capoluogo, denominata “Ti fa stare bene” che ha portato agli arresti domiciliari Giuseppe Bonifacio, di 46 anni di Vallefiorita; Antonio Rotella, di 53 anni di Settingiano; e al divieto di dimora per Antonino Massara, di 53 anni di Catanzaro; Luca Pilato, di 37 anni di Santa Caterina dello Jonio; Marco Rocca, di 41 anni di Settingiano.
Oltre a loro sono iscritti nel registro degli indagati Francesco Voci, 37 anni, di Montepaone; Antonio Munizza, 44 anni, di Settingiano; Giuseppe Bonifacio, 46 anni, di Valle Fiorita, Anna Iannoccari, 57 anni, di Catanzaro; Antonio Papuzzo, 48 anni, di Montepaone; Rita Cerminara, 36 anni, di Settingiano; Concetta Scarfone, 57 anni, di Catanzaro; Marco Amoroso, 33 anni, di Catanzaro; Maria Teresa Lucia Pontieri, 49 anni, di Bitonto; Luca Scardamaglia, 34 anni, di Gimigliano; Caterina Serratore, 49 anni, di Filadelfia; Etleva Ramaj, 49 anni, nata in Albania e residente a Catanzaro.
Gli indagati sono infermieri, educatori professionali, operatori sociosanitari e persino il direttore sanitario – Maria Teresa Lucia Pontieri – della Rsa (residenza sanitaria assistenziale) “San Francesco hospital” di Settingiano.
Sono accusati a vario titolo di maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni personali colpose nei confronti degli anziani che avrebbero dovuto accudire.
https://www.youtube.com/watch?v=hd8hR36IFf0&t=6s
«PERCHÈ SIETE COSÌ CATTIVI CON ME» «Perché siete così cattivi con me, io non voglio male a nessuno». Doveva andare in bagno una donna anziana ma nonostante le richieste e le lamentele «l’anziana veniva ignorata e sbeffeggiata». Era gennaio 2018. L’anziana ha ripetuto questa frase a Francesco Voci e ad Anna Iannoccari che per tutta risposta le ha sorriso ignorandola. E questo è uno dei tanti esempi di maltrattamenti raccolti dalle Fiamme gialle di Catanzaro. Nell’ordinanza vergata dal gip Francesca Pizii – in seguito alle richieste del vergate dal procuratore capo Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal pm Stefania Paparazzo – emergono atteggiamenti di scherno, indifferenza, se non vere e proprie vessazioni e violenze nei confronti di persone che in quella che una volta veniva definita “casa di riposo” avrebbero dovuto trascorrere gli anni di una vecchiaia già affetta da acciacchi. I fatti si svolgono tra il 2017 e il 2018.
Per alcuni ospiti poteva diventare impossibile anche un momento riposo. Giuseppe Bonifacio, per esempio, li infastidiva, si legge nel capo di imputazione, «fischiettando, battendo le mani, tirandoli dalle orecchie, e sferrando reiteratamente schiaffi nei loro confronti, anche mentre gli stessi dormivano sulle loro sedie, al fine di farli svegliare». Gli ospiti – secondo l’accusa – venivano presi a schiaffi sulle guance, sulla nuca, stretti nelle fasce di contenzione, presi a pizzicotti, strattonati per farli alzare dal divano o per farli sedere. Il 2 dicembre 2017 i militari registrano, per esempio, un maltrattamento nei confronti di un anziano che tentava di liberarsi dalla fascia di contenzione. Questi è stato, secondo l’accusa, colpito da Bonifacio prima dietro la nuca e poi con violenza avrebbe ricevuto un pugno sul torace «urlandogli di abbassare i piedi che lo stesso aveva messo sul sedile della carrozzina». Antonino Massara il 9 gennaio 2018, con tono sgarbato si rivolgeva a un’ospite chiedendole se voleva ancora la torta che aveva nel piatto vicino a sé, e «alla risposta dell’anziana di lasciare il piatto sul tavolo, glielo scagliava contro, cosicché la torta finiva addosso all’anziana stessa e in parte a terra, poi la invitava a rilassarsi e le rivolgeva una bestemmia, minacciando di non rivolgerle più la parola». Guai a far cadere un fazzolettino per terra, la risposta poteva essere una pletora di schiaffi sulla nuca, così come sarebbe accaduto a un anziano, il 27 dicembre 2017, da parte di Antonio Rotella.
IL SEQUESTRO DI PERSONA Maria Teresa Lucia Pontieri, direttore sanitario della Rsa è accusata di tutti e tre i capi di imputazione: maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni personali.
In particolare, in concorso con Amoroso, Scardamaglia, Serratore e Ramaj avrebbero impedito a un anziano, per una intera giornata, ogni libertà di movimento «costringendolo a indossare la fascia di contenzione che lo teneva ancorato alla sedia a rotelle e legando quest’ultima al corrimano presente nella sala comune, in assenza di documentati motivi clinici e/o di sicurezza per l’anziano che rendessero necessario l’utilizzo di strumenti di contenzione per prevenire eventuali danni o pericoli per sé o per altri». Ancorato a un corrimano senza potersi muovere nello spazio comune, «rendevano abitualmente dolorosa e mortificante la permanenza» dell’anziano nella struttura.
Questo episodio oltre ai maltrattamenti accusa gli indagati anche di sequestro di persona. Un sequestro che nasce da un ordine di servizio del direttore sanitario. Un ordine di servizio che non solo disponeva la fascia di contenzione e che la sedia a rotelle fosse ancorata a una corrimano, ma anche che davanti all’anziano fosse posizionato un tavolino «al fine di impedirgli qualsiasi movimento». Secondo il gip, vista la testimonianza di una ex dipendente della Rsa, alla valutazione dei consulenti inviati nella struttura e anche al fatto che in una delle occasioni in cui il paziente veniva contenuto erano presenti gli stessi congiunti dell’anziano, «ciò che emerge è che il ricorso alle pratiche di contenzione… specie nel periodo delle intercettazioni, era connesso alla caduta risalente al 2017 dalla sedia a rotelle che ne aveva provocato il trasporto in ospedale e ciò, dunque, risulta indicativo della esistenza di una ragione di cautela e salvaguardia dello stesso e vieppiù degli altri ospiti nella misura in cui l’uomo viene descritto come aggressivo». Secondo i consulenti «dalla valutazione discende che il paziente si “costretto” su di una sedia a rotelle. È presumibile che talvolta ciò avvenga al fine di controllarne le fasi di irrequietezza, le fasi di eteroaggresività e la manifesta intenzione di uscire all’aperto». Secondo il gip «va esclusa, sulla base di quanto emerso in atti, la gravità indiziaria del reato di maltrattamenti con riferimento alla condotta di contestazione e vieppiù di quello del sequestro di persona».
L’ANZIANA DENUTRITA Pontieri è accusata di lesioni personali perché «in qualità di medico e direttore sanitario della Rsa “San Francesco hospital” di Settingiano, per negligenza, imprudenza e imperizia, consistita nel non aver disposto tutte le misure idonee a garantire una adeguata alimentazione e, in particolare, nel non aver disposto una consulenza nutrizionale e il tempestivo ricovero in ospedale, cagionava M. C. (persona affetta da morbo di Alzheimer, che ne alterava le capacità e la volontà di alimentarsi) lesioni personali consistite in una grave malnutrizione e disidratazione, con perdita di peso del 31% rispetto al peso ideale di soggetti di eguale corporatura, che ne determinavano il ricovero in ospedale» in due occasioni, il 26 dicembre 2016 e il 9 giugno 2017. Secondo il gip i soggetti più «spregiudicati, violenti e “maneschi”» sono Bonifacio e Rotella, per i quali sono stati eseguiti gli arresti domiciliari. Divieto di dimora nel Comune di Settingiano per Pilato, Rocca e Massara.
(a.truzzolillo@corrierecal.it)

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