RIACE “Il Sogno del Guerriero” è il nuovo murales dipinto dall’artista peruviano Carlos Atoche sul muro della scuola primaria a Riace, il paese della Locride noto come modello di accoglienza e di integrazione per i rifugiati. L’opera, di 60 metri quadrati, visibile anche dalla piazza centrale del paese, è stata sostenuta dal Comitato Riace Premio Nobel per la Pace e portata a termine grazie all’accoglienza di Riace e ai piccoli contributi donati attraverso l’appello pubblicato sulla pagina Facebook della Campagna.
Il murales raffigura un guerriero mitologico che, prosegue la nota del Comitato, «esprime con la forza dei suoi tratti l’idea dell’accoglienza e del rispetto per lo straniero ed il viandante propria della mitologia greca, trapiantatasi nella Magna Grecia. Un guerriero forte che ama la sua gente ed il suo paese e che si batte per non farlo cadere nell’abbandono e per non farlo morire accogliendo chi scappa dall’inferno e sogna una nuova vita». Un guerriero omaggio a Mimmo Lucano «capace – sostiene il Comitato – di tradurre il sogno in realtà trasformando Riace in un’esperienza unica di accoglienza e di rispetto per gli altri. Quel sogno che un pensiero politico di segno opposto, fondato sull’egoismo, la paura e la criminalizzazione della solidarietà sta tentando di soffocare, strozzando insieme le speranze di chi fugge dall’orrore e quelle di un intero paese che ha dato vita ad un percorso di speranza e di rinascita nel nome di una nuova Umanità».
«La letteratura, la musica, l’arte – è stato il commento di Lucano – sono espressioni della nostra anima, la bellezza della vita. La prima cosa che mi ha colpito quando ho visto la foto del murales è la luce. Ho pensato a come emergesse questa figura che racconta la storia della nostra comunità. A Riace altri artisti hanno raccontato sui muri la loro idea di accoglienza e hanno ricordato figure importanti che hanno lottato per la pace, per i diritti umani come Peppino Impastato o le Madri di Plaza de Mayo. L’attuale periodo ci mette tanta tristezza perché ci vogliono far passare come ideali esattamente le cose opposte: chiudere i porti, rafforzare i confini, mettere i fili spinati, alzare i muri, e invece io ho un’altra utopia, io vorrei che non esistessero i confini e neanche i passaporti».
«L’arte – ha concluso Lucano – può esser uno slancio di utopia. Tutti gli artisti che vogliono venire a Riace a lasciare ognuno un loro piccolo segno sono i benvenuti. Anche Wim Wenders mi ha promesso che tornerà e questa cosa mi riempie d’entusiasmo, sulle ali di una nuova Calabria».
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