CATANZARO I Comuni sospendano i pignoramenti per multe e tributi locali non pagati dai cittadini. È quanto chiede il Codacons Calabria a seguito della decisione del governo di estendere la rottamazione delle cartelle esattoriali anche agli enti locali. «Da mesi sollecitiamo l’estensione ai comuni della “pace fiscale” – afferma l’associazione dei consumatori nonostante tutte le riserve legate a questo “condono mascherato”. E finalmente domani il Consiglio dei Ministri esaminerà il “Decreto Crescita” che all’art. 14 bis prevede, appunto, l’allargamento agli Enti Locali della “rottamazione”. In questo modo Comuni, Province e Regioni potranno deliberare una definizione agevolata, con una corposa riduzione delle somme dovute dai Cittadini, sulle multe e sui tributi notificati tra l’anno 2000 ed il 31.12.2017». «Si tratta di estendere la possibilità a quei Comuni – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – ed in Calabria sono la stragrande maggioranza, che non riscuotono le entrate tramite la “vecchia” Equitalia. Il citato art. 14bis prevede che entro 60 giorni i comuni dovranno approvare la delibera in Consiglio comunale, individuando quali entrate ed anche per quali anni sarà consentita la “rottamazione”. Quindi, entro un mese dall’adozione della delibera, dovranno pubblicarla sul sito, rendendo noti tempi e modi per aderire alla rottamazione».
«Decisioni che, ovviamente – prosegue Di Lieto – varieranno per ogni singolo Comune e che rischiano di ingenerare confusione. Per aiutare i cittadini ad orientarsi in questo caos di delibere invitiamo tutti i Comuni calabresi a chiedere alle società che gestiscono la riscossione, di sospendere tutte le azioni coattive in essere e che rischierebbero di tramutarsi in un boomerang per le casse comunali qualora l’ente decidesse di aderire alla “rottamazione”».
«Sarebbe davvero una beffa, infatti – conclude – assistere a fermi amministrativi, a pignoramenti dei conti correnti o verso terzi, per somme che saranno a breve “rottamate”. Confidiamo nella sensibilità dei sindaci affinché intervengano per scongiurare misure inutilmente invasive che oggi, alla luce del provvedimento del governo, apparirebbero come veri e propri abusi».
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