ROMA «Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’interno Matteo Salvini, in considerazione della necessità di completare l’azione di ripristino dei principi di legalità all’interno delle amministrazioni comunali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), ha deliberato la proroga per sei mesi dello scioglimento dei consigli comunali di Lamezia Terme (Cz) e Marina di Gioiosa Ionica (Rc)». Questo lo scarno comunicato che giunge dal governo al termine della seduta di giovedì pomeriggio.
Avere inserito il nome della città della Piana nell’elenco delle città per le quali erano previste le elezioni per il 26 maggio, con eventuale ballottaggio il 9 giugno, era evidentemente un atto dovuto visto lo stato di momentaneo commissariamento dell’ente il cui consiglio comunale è stato sciolto il 24 novembre 2017 per infiltrazione mafiosa.
La prossima data da segnare sul calendario per il lametini sarà, dunque, l’11 aprile giorno in cui si discuterà al Consiglio di Stato il ricorso presentato dall’Avvocatura dello Stato contro la sentenza del Tar Lazio che annullava lo scioglimento. Il Tar aveva, infatti, accolto il ricorso presentato dal sindaco Paolo Mascaro, insieme ad altri consiglieri, contro il decreto del Consiglio dei Ministri che aveva commissariato il Comune, un anno e mezzo fa, spodestando gli amministratori eletti.
La sentenza, pubblicata il 22 febbraio, era esecutiva e imponeva l’immediato ritorno a Palazzo Maddamme del consiglio comunale. Un mese dopo, l’Avvocatura dello Stato, che rappresenta il ministero dell’Interno, ha fatto ricorso chiedendo una sospensiva della sentenza del Tar, quindi di congelare il ritorno di Mascaro, giunta e consiglieri, fino alla decisione del Consiglio di Stato. Una richiesta accolta che ha portato al ritorno della terna commissariale. L’ago della bilancia, ora, sarà sia per Lamezia che per Marina di Gioiosa, la decisione del Consiglio di Stato. (ale.tru.)
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