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Tensioni e "certificazione" in ritardo, gli inciampi del M5S a Rende

Sarebbero emerse difficoltà nel processo di riconoscimento della lista da parte dei vertici nazionali. Ancora nulla di ufficiale, ma le ultime riunioni del meet up sono state (molto) burrascose

Pubblicato il: 05/04/2019 – 7:42
Tensioni e "certificazione" in ritardo, gli inciampi del M5S a Rende

RENDE Di ufficiale, dal pianeta Cinquestelle, non è ancora filtrato nulla. Soltanto rumors riguardo a riunioni burrascose nel meet up di Rende. Ma una indiscrezione preoccupante arriva dai vertici del Movimento, e riguarda alcune complicazioni nel processo di validazione della lista che correrà alle prossime amministrative nel centro di Oltrecampagnano. Il “bollino di qualità” M5S non è ancora arrivato: questione – in parte – di normali tempi tecnici, in parte di inciampi nel processo di controllo dei candidati e dei loro curriculum. Di più non è dato sapere, se non che le fasi di verifica sono state due – una locale e una nazionale – e che le voci nate dopo le verifiche hanno creato più di qualche tensione nella formazione che si avvia, dopo il buon risultato delle ultime amministrative, a sfidare le “corazzate” dei partiti tradizionali.
I controlli sul passato (politico e non) degli aspiranti portavoce del M5S sono sempre un passaggio delicato. Che ha riservato parecchie sorprese, con esclusioni clamorose in nome di regole che restringono il campo dei candidati. È già successo anche in Calabria alle ultime elezioni politiche, quando la scoperta dell’affiliazione di Bruno Azzerboni (candidato all’uninominale del Senato nel collegio Reggio-Gioia) a una loggia massonica ne aveva provocato l’espulsione dal Movimento. Anche davanti alle rimostranze del candidato (che spiegò di aver abbandonato la massoneria nel 2017), i vertici del M5S furono irremovibili. I colpi di scena, insomma, rientrano sempre nel campo delle possibilità: che arrivino dallo screening dei trascorsi politici dei candidati oppure dall’analisi della loro fedina penale.
E nel meet up rendese la tensione è alta, dopo una riunione “caldissima” nei giorni scorsi, quando sono volate parole grosse tra alcuni candidati della lista, uno dei quali sarebbe a rischi espulsione.
A Rende, nel 2014, il candidato a sindaco del Movimento Cinquestelle (Domenico Miceli) ha ottenuto oltre 2mila voti, il 9,71% delle preferenze: quanto bastò per entrare nel primo consiglio comunale dell’era post-principiana. (ppp)

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