COSENZA «Forniture di beni e servizi ottenute con proroghe di fatto illegittime, in violazione ai principi di concorrenza e trasparenza. Senza alcuna procedura di gara. È quanto avviene all’Asp di Cosenza. E non è più tollerabile la situazione in cui si trova l’Azienda dove regnano disordine e caos amministrativo». Lo sostiene, in una nota, il consigliere regionale Carlo Guccione.
«Addirittura, una gara di appalto del 2007 della durata di tre anni, sul servizio di ristorazione dell’ex Asl n.3 di Rossano – prosegue Guccione – è stata prorogata nel corso degli anni. L’Asp di Cosenza (divenuta provinciale e assorbita l’As di Rossano) con le delibere n. 1440/2010, 1223/2011, 539/2012 ha prorogato il servizio mensa per gli anni 2010-2011-2012. Inoltre, con delibera n.3085/2012 l’Asp di Cosenza ha continuato ad affidare, sempre alla stessa ditta, anche il servizio di ristorazione per gli ospedali di Castrovillari e Lungro. Il tutto avveniva sempre senza alcuna procedura di gara. Per una serie di ‘strane’ vicissitudini questo servizio di ristorazione continua ininterrottamente da oltre dieci anni in costante regime di prorogatio. Tutto ciò ha, tra l’altro, aumentato le commesse e i fatturati pagati dall’Asp di Cosenza».
«Ecco un altro esempio: le gare – sottolinea il consigliere regionale – per la gestione delle Rsa di proprietà dell’Asp (ex articolo 20). Una struttura chiusa nel 2014, di 60 posti letto per anziani, ancora non è stata aperta a distanza di cinque anni, nonostante sia stata avviata la procedura di gara. Inoltre, per un’altra Rsa sempre di proprietà dell’Asp di Cosenza, pur essendo stata avviata la gara, di fatto è stata concessa una prorogatio che dura da oltre quattro anni per la gestione della struttura. L’atto aziendale dell’Asp di Cosenza e i Dca hanno previsto per la provincia di Cosenza la realizzazione delle Case della salute di Cariati, San Marco Argentano, Mormanno, Lungro, Amantea. Ma ad oggi queste strutture esistono solo sulla carta, nonostante siano stati stanziati dal 2009 165 milioni di euro».
A parere di Guccione «la gestione della più grande Azienda Sanitaria provinciale della Calabria, con un bilancio di circa un miliardo di euro e con i gravi problemi in cui versa, non può essere lasciata in mano a commissari che, tra l’altro, sono costretti a dimenarsi anche con anche altre aziende sanitarie della regione. Lasciando l’Asp senza una governance forte il rischio è che, da una parte, si riducano i servizi territoriali da offrire ai cittadini e, dall’altra, aumentino gli sprechi e il malaffare, facendo emergere ancora di più le criticità».
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