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Omicidio Taranto, processo d'appello da rifare per Mignolo

Condannato in primo e secondo grado come autore dell’omicidio, in Cassazione strappa un annullamento con rinvio. Accolto anche il ricorso della procura contro l’assoluzione di Bevilacqua. Definitiv…

Pubblicato il: 09/04/2019 – 23:48
Omicidio Taranto, processo d'appello da rifare per Mignolo

COSENZA Torna in appello il processo per l’omicidio di Antonio Taranto. La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 16 anni rimediata in secondo grado dal principale imputato, Domenico Mignolo, individuato come autore del delitto. Gli ermellini hanno accolto il ricorso dei legali dell’uomo, gli avvocati Filippo Cinnante, Andrea Sarro e Gaetano Bernaudo, che avevano sostenuto l’inconsistenza del quadro indiziario sotto l’aspetto del ragionevole dubbio, chiedendo per questo l’annullamento della condanna. Il processo torna dunque di fronte alla Corte d’Assise d’appello, che dovrà riesaminare il caso tenendo conto dei rilievi mossi dalla Suprema Corte. Accolto invece il ricorso della procura generale contro l’assoluzione di Leonardo Bevilacqua, in precedenza assolto dall’accusa di favoreggiamento. Diventa invece definitiva la condanna a 1 anno e 6 mesi inflitta a Riccardo Altomare, accusato di favoreggiamento e false dichiarazioni.
IL DELITTO La sentenza della Suprema Corte ribalta l’esito dei precedenti giudizi. Per i giudici di primo e secondo grado è stato Mignolo, dal balcone della sua abitazione, a sparare il colpo di 38/357 magnum che ha raggiunto e ucciso Taranto. Ritenuto affiliato alla cosca Rango-Zingari, Mignolo si sarebbe così “vendicato” per non aver ricevuto «lo stipendio» dal proprio clan nel periodo della detenzione. Giudicato in abbreviato, per lui la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 30 anni, ma il gup, pur accogliendo l’impianto accusatorio, lo ha punito con 18 anni di reclusione. Alla medesima conclusione erano arrivati i giudici del secondo grado, che per lui avevano stabilito una condanna a 16 anni. Ma dopo la sentenza della Cassazione, il processo d’appello è tutto da rifare. (mi.pr)

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