CATANZARO Il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Marco Polimeni, presenterà all’assemblea cittadina una proposta di atto di indirizzo che sensibilizzi il Governo a modificare la norma sullo scioglimento dei Comuni. «Il caos e l’incertezza amministrativa che gli scioglimenti – evidenzia Polimeni – hanno innescato in tanti Municipi, meridionali e non solo, a partire dal caso a noi più vicino, Lamezia Terme, sono già in una fase di profonda riflessione. Ritengo che Catanzaro, come capoluogo calabrese, debba inserirsi nel dibattito e lanciare un segnale forte e chiaro. Al sindaco della città lametina, Paolo Mascaro, che sta sostenendo lo sciopero della fame, va la mia più completa solidarietà». L’atto di indirizzo – spiega il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro – «verrà sottoposto al vaglio dei consiglieri comunali con un apposito ordine del giorno. Sono certo che il testo verrà approvato all’unanimità perché da più parti, anche a livello parlamentare, si sta facendo strada l’idea di modificare in maniera sostanziale la procedura prevista dall’articolo 143 del Tuel. Il commissariamento – aggiunge Polimeni – è diventato uno strumento così inflazionato che ci si sta rendendo conto di come, in alcuni casi, si trasformi in un rimedio peggiore del male da cui è scaturito». Secondo Polimeni «è chiaro che commissariare certi Comuni, nei quali la pervasività della criminalità organizzata è lampante è una conseguenza logica e obbligatoria. Ma sarebbe anche legittimo proporre forme più soft nei casi in cui il contesto che porta allo scioglimento non risulti così chiaro ed evidente. Con l’atto d’indirizzo che verrà proposto al Consiglio comunale di Catanzaro – afferma ancora il presidente – Palazzo De Nobili vuole lanciare un segnale e un appello al Governo. Non vogliamo certo sostenere l’eliminazione dall’ordinamento di uno strumento giuridico pur sempre necessario, ma ipotizzare, al contrario, l’opportunità di una nuova regolamentazione con il fine di disciplinarne compiutamente l’applicazione intervenendo a monte. Penso, per esempio, a una più stretta interpretazione dell’incandidabilità degli “impresentabili”, una più forte prevenzione, una descrizione più puntuale delle situazioni in cui si desume il tentativo di infiltrazione mafiosa, la creazione – conclude Polimeni – di una fase di pre-scioglimento che al momento non esiste».
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