di Pietro Bellantoni
ROMA Si sono un po’ rifatti del tempo perduto. Dopo una sorta di indifferenza politica durata mesi, Zingaretti ha finalmente deciso di incontrare Oliverio e di pianificare il futuro del Pd calabrese, con qualche bozza di programma anche sulle prossime Regionali.
Negli ultimi giorni il neo segretario e il presidente della Regione si sarebbero visti almeno due volte, sempre a Roma. Durante il primo incontro la discussione si sarebbe soffermata sull’esito delle ultime primarie per la segreteria; nel corso del secondo il governatore del Lazio avrebbe invece messo al corrente l’omologo calabrese del suo piano per contrastare il regionalismo differenziato voluto (anche se con minore intensità rispetto agli ultimi mesi) dal governo gialloverde.
«VERRÒ IN CALABRIA» Ed è proprio nell’ambito di questa mobilitazione antigovernativa che Zingaretti avrebbe promesso a Oliverio di venire presto in Calabria, in modo da lanciare la protesta proprio da una delle regioni che più farebbe le spese di questa nuova riforma, ma anche (questa è la speranza di Oliverio) per dare una mano al Pd nelle prossime campagne elettorali, quella per le Europee e quella per le Regionali.
Proprio in merito a quest’ultimo impegno, Zingaretti avrebbe, per la prima volta, esplicitato il suo pensiero sulle candidature. E, in particolar modo, sulla ricandidatura alla presidenza di Oliverio. Il segretario avrebbe garantito l’assenza di veti romani rispetto a questa ipotesi e dato il suo beneplacito rispetto alla possibilità di dare vita a un centrosinistra largo e aperto ai movimenti civici. Zingaretti avrebbe però anche ribadito la necessità di assicurare le primarie qualora fossero richieste, così come impone lo statuto del Pd.
Oliverio, da parte sua, si sarebbe detto pronto ad assicurare il massimo rispetto delle regole del partito, non senza ricordare a Zingaretti la sua disponibilità, già espressa pubblicamente, a partecipare a eventuali consultazioni interne.
La primavera e le politiche del nuovo segretario potrebbero insomma determinare un disgelo nel Pd calabrese, le cui prime avvisaglie si sono registrate qualche giorno fa, in occasione di un incontro pubblico sul welfare al quale hanno preso parte gli “oliveriani” Sebi Romeo e Michele Mirabello e il “dissidente” Carlo Guccione.
IL CONGRESSO Il dialogo tra Zingaretti e Oliverio avrebbe anche portato a un accordo sul congresso regionale del partito, che dovrebbe svolgersi il prossimo 30 giugno, a un mese esatto dalle Europee.
Prima di quell’appuntamento, tuttavia, c’è da affrontare il voto per Strasburgo con il massimo impegno: il Pd, secondo il ragionamento di Zingaretti, può superare il M5S, ma serve un grande contributo anche dalla Calabria.
LE CANDIDATURE L’impegno potrebbe pure esserci e adesso ci sono pure i candidati. Il partito romano, per tramite del commissario regionale Graziano, aveva chiesto tre nomi al Pd calabrese, preferibilmente due donne e un uomo. Dopo i rifiuti di Marco Minniti, Nicola Irto e Sebi Romeo, nelle liste dem troveranno spazio il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci (che dunque non ha trovato resistenze da parte dell’area Oliverio) e l'”assessora” di Reggio Calabria Lucia Nucera.
Zingaretti avrebbe chiamato direttamente il sindaco Giuseppe Falcomatà e lo stesso Romeo per sollecitare la candidatura di almeno una donna con incarichi istituzionali nella Città metropolitana guidata dal Pd. È stato accontentato. (p.bellantoni@corrierecal.it)
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