«C’è un accanimento contro Riace, contro di me e contro l’esperienza di integrazione di cui il Comune e io siamo stati protagonisti. Trovo assurdo che mi vengano contestati una truffa e un falso che non ho mai commesso». Lo ha detto all’Ansa il sindaco sospeso di Riace, Domenico Lucano, in relazione all’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso nei suoi confronti dalla Procura della Repubblica di Locri nell’ambito di una nuova inchiesta a suo carico (qui i dettagli). «Nell’assegnazione degli alloggi e dei servizi per i migranti che sono stati accolti a Riace – ha aggiunto Lucano – ho sempre agito, sulla base delle richieste che mi giungevano dalla Prefettura di Reggio Calabria, dettate anche dall’emergenza, nel rispetto della legalità e della legge. Ho visto che nelle nuove contestazioni che mi vengono mosse – ha detto ancora il sindaco sospeso di Riace – si parla di certificati di agibilità. Mi chiedo però se, per esempio, a San Ferdinando, nella baraccopoli smantellata appena nelle settimane scorse e dove sono morti alcuni migranti, si sia mai chiesto a chi la allestì a suo tempo il certificato di agibilità per un obbrobrio che ha rappresentato per molti anni una vergogna per la Calabria».
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