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“Calabria Etica”, messe agli atti le convenzioni dei progetti “incriminati”

Gli atti sono stati depositati dal legale dell’ex presidente della società in house della regione, Pasqualino Ruberto. Al banco dei testimoni il maresciallo Minafò della Guardia di finanza e il luo…

Pubblicato il: 16/04/2019 – 20:14
“Calabria Etica”, messe agli atti le convenzioni dei progetti “incriminati”

CATANZARO Sono stati sentiti due testi martedì nel corso dell’udienza, davanti al Tribunale collegiale di Catanzaro, sui procedimenti riuniti “Robin Hood” e “Calabria Etica”. Sono stati a chiamati a testimoniare il maresciallo Minafò della Guardia di finanza e il luogotenente dei carabinieri Lachimia. In particolare Lachimia ha sottolineato come l’indagine sia nata da un’inchiesta del Corriere della Calabria sulle presunte assegnazioni di incarichi, a scopo politico/clientelare, all’interno dell’ente in house della Regione Calabria. Tra queste assunzioni figurerebbero, secondo le indagini, anche quelle di Carolina Caruso, ex consigliere comunale con Forza Italia e moglie dell’imprenditore Giuseppe Cristaudo, e di Alessandro Cordiano. Anche i due (che non sono imputati in questo procedimento) sarebbero stati illecitamente agevolati da un incarico a Calabria Etica, all’interno di uno dei quattro progetti ritenuti illegittimi perché mancanti della stipula di convenzione tra la Regione e l’ente Calabria Etica. Convenzioni, firmate in originale, che martedì sono state prodotte dall’avvocato Mario Murone, legale dell’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto, e messe agli atti del processo. Sempre la difesa di Ruberto, nel corso del controesame, ha sottolineato come Caruso e Cordiano non si siano candidati con Pasqualino Ruberto nel corso delle amministrative a Lamezia Terme a maggio 2015 ma la Caruso con Forza Italia e Cordiano con una lista civica che appoggiava Paolo Mascaro. Questo, comunque, è avvenuto quando lo scandalo Calabria Etica era già scoppiato, nel marzo 2015. Con il procedimento “Calabria etica” erano stati rinviati a giudizio Pasqualino Ruberto, ex presidente della fondazione Calabria Etica, ente in house della Regione Calabria; Vincenzo Caserta, già dirigente generale reggente del dipartimento “Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali; Michele Parise, Patrizia Nicolazzo e Maria Francesca Cosco, presidente e componenti della commissione selezionatrice del progetto “Piano di comunicazione istituzionale”; Antonello Catanese, Domenico Pisano, Maurizio Scerra, membri del collegio dei revisori dei conti della fondazione; e Caterina Ferrante, amministratore unico e legale rappresentante della Crc Consulting. In “Robin hood” sono imputati l’ex assessore regionale al Lavoro (e attuale consigliere regionale) Nazzareno Salerno, l’ex dg del dipartimento 10 Vincenzo Caserta, l’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto, Maria Francesca Cosco, Antonio Cusimano, Bruno Dellamotta, Gianfranco Ferrante, Martino Valerio Grillo, Claudio Isola, Ortensio Marano, Patrizia Nicolazzo, Michele Parise, Saverio Antonio Spasari, Vincenzo Spasari, Damiano Zinnato, la società Cooperfin spa. La prossima udienza è stata fissata per il 19 settembre. (ale.tru.)

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