REGGIO CALABRIA «L’illegittima nomina del nuovo primario di Geriatria dell’ospedale di Reggio Calabria, avvenuta in aperto conflitto con le norme anticorruzione, conferma che negli uffici amministrativi della sanità calabrese si è soliti applicare il diritto del potere locale, considerando relativa la legge vigente». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, che spiega: «Si tratta di un episodio gravissimo, direi di un evento sentinella, utilizzando il linguaggio del rischio clinico. Infatti con la collega Dalila Nesci avevo avvertito per iscritto i vertici dell’Azienda ospedaliera reggina, invitandoli a fermarsi poiché un aspirante alla direzione del reparto di Geriatria, peraltro non ancora operativo, nell’autunno del 2014, dunque meno di cinque anni fa, si era candidato a consigliere regionale in una lista del centrosinistra, collegata al candidato governatore Mario Oliverio. Ora, il decreto legislativo Anticorruzione, per come chiarito dall’Autorità preposta, prevede – rimarca il deputato 5 Stelle – l’inconferibilità di incarichi dirigenziali di gestione anche nel caso specifico. Delle due l’una, o per la Calabria aboliamo le regole di contrasto di possibili situazioni corruttive, e allora rinunciamo per sempre allo Stato di diritto, oppure le facciamo rispettare. Oltretutto l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria ha richiamato la normativa in argomento nel proprio piano Anticorruzione. Evidentemente, l’avranno dimenticato». «In coerenza – sottolinea il parlamentare M5S – con l’indirizzo del ministro della Salute, Giulia Grillo, di garantire la legalità nella gestione degli enti del Servizio sanitario calabrese, i commissari del governo, Saverio Cotticelli e Thomas Schael, hanno chiesto al commissario dell’ospedale reggino, Vittorio Prejanò, nominato dal governatore Oliverio, di revocare in autotutela l’atto di nomina del primario in questione. D’altra parte, secondo la stampa il professionista designato a dirigere la Geriatria risulta indagato con l’ipotesi d’aver ricevuto il sostegno elettorale di una cosca di ‘ndrangheta, ferma restando la presunzione di non colpevolezza sancita dall’articolo 27 della Costituzione». «In sostanza – conclude Sapia – nella fattispecie c’è un problema giuridico, cioè l’inosservanza consapevole della normativa anticorruzione da parte del management dell’ospedale reggino, e un problema politico, vale a dire l’indifferenza, nel merito e sino a questo punto, del governatore Oliverio, abilissimo a sfuggire dalle responsabilità politiche correlate al suo mandato».
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