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«Amministrative tra speranze e inganni»

di Fondazione TrasPArenza

Pubblicato il: 18/04/2019 – 9:24
«Amministrative tra speranze e inganni»

Le elezioni amministrative, ormai prossime in Calabria, coinvolgeranno vecchie e nuove realtà cittadine e comuni importanti sul piano del futuro strategico per la nostra regione. Tra le prime, Corigliano-Rossano e Rende, rispettivamente prima e terza come numero di abitanti della provincia di Cosenza. Tra i secondi, un capoluogo di provincia, Vibo Valentia, e la capitale mancata della «via della seta» dell’Italia non insulare, Gioia Tauro.
Un appuntamento, quello del 26 maggio prossimo, che esigerebbe più progettualità di quella che si legge in giro, forse dovuta al ritiro dalla competizione attiva dei partiti tradizionali, impauriti dalla esposizione diretta che farebbe verosimilmente registrare la loro più brutta figura dal dopo guerra in termini di raccolta del consenso. Alcuni di questi conseguirebbero di certo percentuali non più a due cifre, rappresentative di una politica ben oltre lo sbando, praticamente in svendita.
Esistono tuttavia due incognite riferibili alla Lega di Salvini e al M5S. Di questi due, la prima tenta di fare le prove generali per le regionali nel gennaio 2020, nella quali presume di potere esercitare la pretesa di scegliere il candidato a governatore. Il secondo è in cerca invece di arginare l’emorragia di consenso che naturalmente registrerà nelle competizioni locali. Per entrambi si avrà modo di registrare, solo ex post, l’effetto che avrà la simultaneità con il voto per le europee, che potrà assicurare ai grillini un successo migliore di quello che rendiconteranno di contro i leghisti.
A ben vedere, una bella prova per la Calabria!
Alla toponomastica politica il compito di dettare le regole
Da essa uscirà la rinnovata toponomastica politica pronta a recitare un ruolo di primo piano sul futuro degli enti locali, specie di quello più prossimo, che impegnerà i calabresi nella scelta più importante: l’individuazione di chi farà decollare la loro regione dopo decenni di buio assoluto.
Alla toponomastica politica locale sarà pertanto affidato un compito essenziale. Ciò in considerazione della stessa ratio che ha visto i comuni assumere il ruolo di protagonista nell’ambito della sussidiarietà verticale introdotta dalla Costituzione novellata nel 2001, essendo i Comuni le istituzioni più prossime ai cittadini. In quanto tali più autenticamente rappresentative della domanda sociale e più rivendicative delle necessarie risorse regionali funzionali alla crescita.
I siti e gli strumenti da privilegiare
Ovviamente, pensare ad un maggiore riconoscimento della presenza politica locale – in termini di formazione di una nuova istanza collettiva da rivolgere all’ente regionale che uscirà dalle urne del prossimo gennaio 2020 – non esime dall’individuare, a partire dalle prossime elezioni amministrative, i «cavalli» da fare gareggiare nel «palio» delle politiche economiche regionali. Soprattutto di quelle incentivate dagli strumenti giuridico-economici resi disponibili dalla regolazione europea e dai negoziati internazionali.
L’inganno di Gioia Tauro non ha fine
Il riferimento va alle elezioni amministrative che coinvolgeranno la bella città reggina, piena zeppa di gente per bene e laboriosa troppo spesso venduta malissimo per malavitosità dei soliti noti.
Gioia Tauro è vittima da decenni di grandi illusioni e di quelle mancate chance che l’avrebbero potuta risarcire dei danni che la politica le ha prodotto.
Proprio per questo un luogo difficile ove esercitare il ruolo di sindaco, così come quello di mero consigliere comunale.
Un luogo dal quale sarebbe potuto partire il rinascimento economico della nostra terra, solo che si fosse affidato al suo Porto il compito che meritava.
Zes e protagonismo attivo nella «via della seta» sarebbero stati un insieme perfetto per generare economia locale e diffusa a tal punto da creare occasioni attrattive per nuove imprese, per il rilancio e riqualificazione di quelle esistenti con a seguito una più generosa occupazione.
In una siffatta situazione è difficile provare invidia alcuna per chi andrà ivi ad esercitare il ruolo del primo cittadino in questa Città che merita la solidarietà e la collaborazione di tutti. Un luogo di battaglia sociale sacra perché afflitto dai problemi storici di salvaguardia delle istituzioni dalla permeabilità della ‘ndrangheta, da quelli derivanti dalla cecità degli enti sovra ordinati (Regione e Stato). Un sito che è simbolo dell’inferno che vive la sanità reggina. Una sanità che non c’è e che non ci sarà chissà per quanto altro tempo. Le condizioni di scioglimento dell’Asp e del provato inquinamento della sua gestione renderanno davvero difficile ogni reazione positiva, con conseguente impegno del sindaco di Gioia Tauro a rivendicare un ruolo più dominante di quello sino ad oggi esercitato dalle istituzioni locali.
Domani deve essere un altro giorno
Dunque, elezioni nuove, soprattutto nel modo di pervenire ai risultati e, quindi, alla determinazione degli eletti.
Le politiche locali dovranno materializzarsi negli occhi di chi è deputato a prestare il consenso. Punti chiari spiegati alle collettività con un linguaggio segnatamente comprensibile. Dalla declinazione dei programmi elettorali dovrà concretizzarsi negli occhi degli elettori il plastico di ciò che accadrà.
L’accelerazione sulla autonomia finanziaria e gli strumenti perequativi, resi solo parzialmente disponibili agli enti territoriali, impongono ai candidati a sindaco lo studio e l’approfondimento dei temi sino a ieri impossibili. Gli strumenti per favorire lo sviluppo, le aggregazioni, i recuperi dagli errori urbanistici del passato, la messa in sicurezza del territorio, la tutela dell’ambiente locale quale addendo di quello dell’area vasta, la manutenzione dei beni pubblici, la generazione di un welfare cittadino e la protezione sociale dei suoi cittadini, prioritariamente degli anziani sono i protagonisti immancabili dei prossimi programmi elettorali.
Da ciò che si racconterà agli elettori dovrà emergere chiaramente il «fumetto», l’idea concreta che ogni sindaco ha della propria città e di come lavorerà per realizzarla.

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