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Cosenza, esposto del Pd sui debiti di Occhiuto

Guccione, Covelli, Morcavallo e Guglielmelli si rivolgono alla Procura. La replica: «Un partito di impresentabili, con un Governatore e deputati indagati per gravi vicende. Dovrebbero chiedere scus…

Pubblicato il: 18/04/2019 – 15:23
Cosenza, esposto del Pd sui debiti di Occhiuto

di Michele Presta
COSENZA È un paragone bizzarro, ma tant’è. A vederli salire dalla scalinata che porta all’ingresso del palazzo di giustizia bruzio sembrano Mr.Wolf, Mr.Pink, Mr. Orange e Mr. Blue. Nulla hanno a che vedere con gli spietati protagonisti de “Le Iene” di Quentin Tarantino, ma: Carlo Guccione, Luigi Guglielmelli, Enrico Morcavallo e Damiano Covelli hanno raggiunto spediti i piani della Procura con un obiettivo ben preciso e già annunciato: portare all’attenzione dei magistrati la vicenda debitoria che riguarda il sindaco di Cosenza. Impettiti, non con l’abito scuro e armati solo di fogli e marche da bollo, hanno consegnato all’ufficio del procuratore capo Mario Spagnuolo un elenco di fatti-reato che secondo i denuncianti possono configurare ipotesi delittuose «affinché venga perseguita l’azione penale nei confronti di ogni impiegato, funzionario e/o dirigente degli Uffici competenti per l’erogazione di indennità di amministratori e/o accantonamento indennità e/o emolumenti di amministratori, presso la Casa Comunale di Cosenza; del sindaco del Comune di Cosenza, in quanto responsabili e/o corresponsabili del presunto mancato accantonamento delle somme dovute all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, quale creditrice del Sindaco Mario Occhiuto per come stabilito dalla Sentenza del Tribunale di Cosenza n. 53/2018, confermata dalla Sentenza resa dalla Corte d’Appello di Catanzaro n. 770/2019». Abuso d’ufficio, omissione in atti di ufficio, violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo, sono i reati che in base alla denuncia presentata dagli esponenti “dem” potrebbero configurarsi e sui quali la magistratura avvierà un fascicolo d’indagine.
IL TRIANGOLO: OCCHIUTO-EQUITALIA-COMUNE È ormai un fatto notorio. Equitalia bussa alla porta del primo cittadino di Cosenza. C’è una cartella di 1 milione e 777mila euro da pagare e notifica un atto di pignoramento. «L’atto di pignoramento presso terzi è stato, altresì, notificato al Comune di Cosenza, quale debitor debitoris, per l’indennità di funzione spettante all’Occhiuto, per tutte le somme dovute e debende sino alla concorrenza del credito – scrivono nella denuncia –. Il predetto pignoramento ha avuto seguito con l’iscrizione al R.G.E. con n. 2203/2012. All’udienza fissata ex art 547 c.p.c., il Comune di Cosenza ha reso una dichiarazione negativa “atteso che viene aggredita l’indennità di carica che non ha funzione retributiva e che, come tale, non può essere soggetta a pignoramento”. All’esito di tale dichiarazione, è stata richiesta la sospensione del giudizio esecutivo al fine di accertare la piena pignorabilità delle somme richieste, nonché di accertare e dichiarare l’obbligo del Comune di Cosenza di provvedere a specificare l’ammontare dell’indennità di carica». Accertamento che il Tribunale di Cosenza prima e la Corte d’Appello poi in cui si è stabilito come il «Comune di Cosenza, già in virtù della notificazione dell’atto di pignoramento presso terzi e, ancor più, dopo la pronuncia di accertamento resa in primo grado dal Tribunale di Cosenza – continuano i querelanti – avrebbe dovuto accantonare la somma accertata per ogni anno in cui il Sig. Mario Occhiuto ha rivestito la carica di sindaco a decorrere dalla data di notifica del pignoramento. Tuttavia, sembrerebbe che, l’accantonamento di tali somme, non sia mai avvenuto e l’indennità di funzione risulta, pertanto, di anno in anno, erogata al sindaco Occhiuto. Conseguentemente, il Comune di Cosenza, in virtù dell’iter processuale sopra descritto, si ritroverebbe a dover corrispondere, nuovamente, le somme all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, con la necessità di dare copertura alla spesa previo riconoscimento di un debito fuori bilancio derivante dall’ordinanza di assegnazione delle somme». Guccione, Covelli, Morcavallo e Guglielmelli nelle motivazioni di diritto insistono sul presunto comportamento illecito di funzionari e pubblici impiegati che non avrebbero accantonato le somme, così come avvenuto per casi simili, rendendosi in questo modo colpevoli dei reati a cui chiedono conto alla magistratura.
LA REPLICA: «IMPRESENTABILI» «Un partito di impresentabili, con un Governatore, deputati indagati per gravi vicende, consiglieri regionali sotto processo per Rimborsopoli. Invece di andarsene a casa e chiedere scusa ai calabresi, vanno a fare gli esposti in Procura». È quanto si afferma in una nota della Lista Occhiuto Presidente. «Sono ogni giorno attenzionati dalle Procure – è scritto ancora nella nota – hanno subito confini e avvisi di garanzia, sono accusati di fare la cresta sui rimborsi, ma non perdono la faccia tosta di fare i moralisti. Il Pd calabrese è il vero problema di Zingaretti, che vuole sbarazzarsi di questo gruppo dirigente vecchio, che oggi viene commissariato per le clientele dei suoi uomini. Li spazzeremo via dalla Regione, restituendo aria pulita ai calabresi che ormai non aspettano altro che mandarli a casa». (m.presta@corrierecal.it)

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