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Il finanziere cocainomane che "vendeva" soffiate

Il pentito Moscato delinea la figura di un militare che avrebbe approfittato del suo ruolo per ottenere droga dai piscopisani. I racconti della sniffata in una discoteca di Catanzaro e dei festini….

Pubblicato il: 20/04/2019 – 12:07
Il finanziere cocainomane che "vendeva" soffiate

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO
Una discoteca sul lungomare catanzarese. Nel bagno c’è un ragazzo che si sta facendo di cocaina. Qualcuno sotto al naso gli piazza il tesserino della Finanza: «Cos’è questa roba?», chiede al giovane che comincia a tremare: «No, scusate, se mi prende mio padre mi ammazza». L’uomo col tesserino gli prende la droga: «Vai a casa che ti è andata bene». Il ragazzo non ci può credere, ringrazia, vuole offrire da bere ma l’uomo lo allontana: «A posto, dopo mi offri un cocktail».
Accanto al finanziere c’è un suo amico che si sta lavando le mani. Non è un collega, è Raffaele Moscato, all’epoca braccio armato della cosca dei Piscopisani di Vibo Valentia. «Raffaè, chiudi la porta», gli chiede il militare prima di affondare il naso nella cocaina che ha appena sequestrato. Il criminale e il finanziere si sono frequentati dal 2009 al 2011. Oggi l’ex killer è un collaboratore di giustizia. Ha saltato il fosso nel 2015 e di cose ne ha da raccontare.
I FESTINI Moscato riconosce il finanziere da una foto. «Non è di Vibo, è di fuori», spiega il collaboratore. «Non ha mai lavorato a Vibo?», gli chiedono gli investigatori. «Io non l’ho mai visto in divisa», risponde Moscato. Il pentito sa che l’uomo faceva uso di cocaina, non lo ha mai visto spacciarla, semmai «ci faceva i festini».
«E la cedeva?», insistono gli investigatori che stanno indagando proprio sui Piscopisani per l’inchiesta che il 9 aprile scorso ha portato la polizia ad arrestare 31 persone nell’ambito dell’operazione “Rimpiazzo”. «Si si, era in ottimi rapporti con i Fortuna (appartenenti alla locale di Piscopio, ndr)», risponde il collaboratore.
5 GRAMMI PER UNA SOFFIATA In generale, comunque, l’uomo «si comprava la cocaina» dai Piscopisani e tanta gliene vendeva lo stesso Moscato. Anche se qualche volta riusciva a farsela regalare. «Per un’informazione, 5 grammi di cocaina gli ho dovuto dare», racconta il pentito. L’informazione era che la Questura di Vibo, con una macchina dell’Enel, aveva piazzato una telecamera davanti a casa di Moscato. La notizia si rivelò fondata ma Moscato non nasconde di non avere digerito quel gesto e il suo prezzo: «Che poi alla dogana, lui prende sempre tutta quanta… alla dogana lui lavorava, sequestrava della merce, se la teneva lui», così come avveniva nelle discoteche.
50 CAMICIE Lavorare alla dogana per il militare tossicomane non era solo fonte di approvvigionamento di droghe. «Che una volta, scherzando – dice Moscato – aveva una camicia della Burberry e gli ho detto “che carina sta camicia, uguale alla mia”; e lui ha detto “ne ho 50 che le ho tutte sequestrate alla dogana”… Ne aveva 50 della sua taglia». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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