COSENZA «È evidente che, in questi anni, poco o nulla è cambiato nella sanità calabrese. Le cose non potevano andare avanti così». Lo afferma in una nota il consigliere regionale Carlo Guccione. «Questo lungo commissariamento non ha risolto il problema – aggiunge – anzi in alcuni casi ha aggravato la situazione sia dal punto di vista economico che per le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini. Ad aggravare la situazione il conflitto istituzionale tra il commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro e il presidente della Regione».
«Il Decreto approvato a Reggio Calabria dal Consiglio dei ministri per tentare di risanare la sanità calabrese – sottolinea Guccione – non credo possa essere la giusta soluzione per un’inversione di tendenza e per far risalire la Calabria dall’ultimo posto nella classifica dei Lea. Livelli essenziali di assistenza ancora lontani da quota 160. L’obiettivo è quello di uscire da questo perenne commissariamento: sono necessari due bilanci consecutivi in pareggio e i Lea adeguati agli standard nazionali».
«Ora servono – aggiunge il consigliere regionale – fatti concreti per riportare la Calabria al passo con il resto del Paese. E, purtroppo, credo che questo Decreto possa addirittura peggiorare le cose dopo ben nove anni di commissariamento e la nomina di diversi commissari che si sono succeduti anche con governi nazionali di diverso colore politico e che non hanno prodotto quelle condizioni necessarie per uscire dal Piano di rientro». «Anzi, proprio i giochetti di potere – sostiene ancora Guccione – hanno finito per peggiorare la situazione ai danni della salute dei cittadini. Cosa è accaduto infatti in questi anni? Ad esempio, i posti letto per acuti che risultano attualmente attivati negli ospedali Hub e Spoke della provincia di Cosenza, in base al Dca numero 64/2016, sono 1091. Ben 374 in meno rispetto a quelli previsti per legge. È come se fosse stato cancellato un intero ospedale. Numeri che mettono in discussione non solo i Livelli essenziali di assistenza ma anche il diritto alla salute definito dalla Costituzione come diritto essenziale dell’individuo».
«Basta chiacchiere – tuona l’esponente politico – . Se non si sblocca rapidamente il turn-over in Calabria continueremo a vivere in uno stato di emergenza: la carenza di personale medico e paramedico che sottopone tra l’altro il personale a turni massacranti, la continua chiusura di reparti, la riduzione di posti letto farebbero già venir meno i criteri organizzativi previsti dalla normativa e non verrebbe garantita la sicurezza dei pazienti».
«Il Consiglio regionale – invita Guccione – approvi la legge di riforma che prevede l’accorpamento delle aziende ospedaliere e degli ospedali Hub e Spoke. Così le aziende sanitarie provinciali potranno occuparsi solo delle prestazioni territoriali. Sarebbe un grande risultato, anche dopo la nascita dell’Azienda unica di Catanzaro – frutto dell’integrazione dell’azienda ospedaliera Pugliese e il policlinico universitario Mater Domini – per creare sinergie, efficienza e qualità delle prestazioni ospedaliere».
«Mi sarei aspettato, almeno questa volta – conclude – un appello e la volontà a incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per protestare contro un provvedimento che umilia la Calabria e le istituzioni regionali».
x
x