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Catanzaro, l'Anpi festeggia il 25 aprile con l'abbraccio di Lucano

Tre giorni di manifestazioni, concerti e iniziative. Vallone: «No alla deriva sovranista che avvelena il Paese». Telefonata a sorpresa del sindaco sospeso di Riace

Pubblicato il: 24/04/2019 – 23:11
Catanzaro, l'Anpi festeggia il 25 aprile con l'abbraccio di Lucano

di Maria Rita Galati
CATANZARO
Oggi non è più tempo di disinteresse. Che senso ha continuare a festeggiare il 25 Aprile? Con quale forza deve essere difesa e valorizzata la memoria quando si mettono in discussione i valori, le battaglie, le idee, i sacrifici, semplicemente ignorandone la portata storica ed emotiva? È necessario attualizzare quei valori, «con uno sguardo al passato per ricordare il sacrificio dei partigiani, di migliaia di uomini e donne che diedero la vita per riportare libertà e democrazia che erano state cancellate dalla violenta dittatura fascista. Uno sguardo al presente per attualizzare i valori della Resistenza nelle tante battaglie di civiltà da combattere ancora oggi. Si sente forte il bisogno di arginare la deriva populista, sovranista che sta avvelenando il clima nel paese». Lo afferma con determinazione il presidente del Comitato provinciale dell’Anpi di Catanzaro, Mario Vallone, che anche quest’anno grazie ad una serie di iniziative partite il 23 aprile – con la presentazione del libro di don Luigi Ciotti – impegna l’Anpi, in collaborazione con varie associazioni, dalla Cgil a Libera, Uisp a «costruire un percorso tra Memoria e Storia».
«La ricerca spasmodica di qualche voto sta portando forze politiche ad alimentare un clima di odio e intolleranza nella logica già tristemente conosciuta del capro espiatorio – scrive il Comitato provinciale dell’Anpi -. Scaricare responsabilità e fallimenti per la gestione della crisi economica e sociale sulle classi più povere e diseredate. È questo il gioco sporco portato avanti da più forze politiche in un pericoloso abbraccio tra destre, neofascismo e populismi vari. Ne sono la prova i tantissimi episodi di razzismo ormai sdoganato a semplice goliardia dal ministro della paura». Lo slogan scelto a livello nazionale per il 74esimo anniversario della Liberazione in tutte le piazze d’Italia è “Nessuno escluso”. Non a caso si parla di razzismo nel partecipato incontro alla libreria “Punto e a capo” di Paola Tigani Sava, presentando il libro “Lettera ad un razzista del terzo millennio” di don Luigi Ciotti, alla presenza della referente provinciale di Libera Catanzaro, Elvira Iaccino, e di don Ennio Stamile, referente di Libera Calabria. Il razzismo, dopo essere stato per decenni un tabù, incombe sul nostro Paese, scrive don Ciotti. «Parlo del razzismo nella sua accezione più cruda, cioè della pulsione ostile, aggressiva nei confronti di chi è percepito come diverso: per il colore della pelle o per abitudine di vita, lingua religione. Tutte cose riassunte nel termine razza, pur privo di ogni attendibilità scientifica». Un libro breve ma impegnativo, di cui colpisce «la pacatezza e la lucidità con cui si affronta il tema del razzismo». Fino a qualche tempo fa, rimarca Elvira Iaccino, «era quasi una vergogna sembrare lontanamente razzista. Oggi si fanno e si dicono cose aberranti con una inquietante naturalezza. Quello che manca, e che don Luigi richiama sempre, è proprio il senso della vergogna che si accompagna ad un sentimento di disgusto». Disgusto anche per la politica, che cresce man mano che si attesta l’attenzione e la fiducia dell’uomo solo al comando. «È vero che negli ultimi anni la politica e i partiti non hanno dato il meglio di sé – dice ancora la referente provinciale di Libera – ma distaccarsi non è positivo». La critica serve se si accompagna all’impegno civile, insomma. Non si può restare indifferenti alla pervasività mafiosa che sfrutta la paura del diverso, e che si nutre dell’indifferenza, ma si deve anche andare oltre l’integrazione. Un’altra cosa che proprio Vallone mette in rilievo, anche nella seconda serata della triade di eventi per l’anniversario della Liberazione, è la necessità dello stare insieme come valore da riscoprire. «L’indignazione delle coscienze non basta più – dice ancora – serve l’insurrezione, non è vero che non c’è più nulla da fare». Tornando al pamphlet di don Ciotti, don Ennio Stamile parla di un «libro che sgorga dal cuore: il fenomeno migratorio è presente in Italia e in Europa da diversi decenni ed è collegato a guerre, carestie, mancanza di lavoro e di buona politica. La chiusura dei porti non risolve il problema, ma rischia di aggravarlo». Il problema si risolve «abbattendo il debito pubblico – aggiunge Stamile -. Siamo debitori nei confronti dell’Africa e la continuiamo a sfruttare indebitamente con la vendita di armi, ma impediamo loro di venire in Italia, un paradosso. Questi Paesi sono sfruttati economicamente. Sono necessari percorsi di sviluppo a partire dalle scuole, lì c’è un alto tasso di analfabetismo». Certamente non si può coniugare fede e populismo: ero straniero e mi avete accolto è lo statuto antropologico del Vangelo, il messaggio di don Ennio a Salvini e al suo mostrare il crocifisso in campagna elettorale, è chiaro. La seconda giornata, prima della manifestazione del 25 aprile sul lungomare del quartiere marinaro di Catanzaro, è caratterizzata dal concerto “Nostra Patria è il mondo intero” con Danilo Gatto. Maria Grazia Scarfò e Aldo Ferrara, al Caffè delle Arti. Una grande occasione insomma di incontro reale di donne e uomini per onorare questa importante data del nostro calendario civile. «È una delle tante iniziative che abbiamo messo in campo, oltre a quelle politiche di discussione e approfondimento sul 25 aprile, perché anche la musica e l’arte sono un mezzo per avvicinare i giovani ai valori della libertà e della democrazia – dice ancora Vallone -. Poi. Il titolo che abbiamo scelto è una risposta al messaggio, escludente e discriminante, “Prima gli italiani” di chi vuole stabilire una graduatoria e una gerarchia inaccettabile. Si tratta di una canzone di Pietro Gori che è molto attuale perché riporta al centro l’internazionalismo, quel senso della comunità che si sta perdendo con i vari Trump, Le Pen, Orban: noi invece vogliamo riproporre anche in questo modo i valori del 25 aprile».
E la sorpresa evento arriva proprio nel corso del concerto quando Domenico Lucano, sindaco sospeso di Riace, è intervenuto telefonicamente salutando i presenti con commozione: «Ciao a tutti, vi ringrazio uno a uno per l’affetto e la vicinanza». L’applauso del Centro Polivalente è stato tutto per lui, Danilo, Maria Grazia e Aldo ne sono stati felici, e hanno continuato a cantare “Bella ciao” e “Nostra patria è il mondo intero”. (redazione@corrierecal.it)

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