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Giallo a Petilia, ritrovata bruciata l'auto dei due allevatori scomparsi

Il Suv è stato rinvenuto a San Mauro Marchesato. Ma nessuna traccia di Rosario e Salvatore Manfreda. In azione anche le unità cinofile

Pubblicato il: 25/04/2019 – 11:06
Giallo a Petilia, ritrovata bruciata l'auto dei due allevatori scomparsi

di Gaetano Megna
SAN MAURO MARCHESATO È stata ritrovata a San Mauro Marchesato, nel Crotonese, bruciata l’auto delle due persone scomparse lo scorso 21 aprile. La vettura è stata rinvenuta in un luogo appartato lontano dal piccolo centro del Crotonese. Nessuna traccia invece di Rosario e Salvatore Manfreda, 69 anni il primo e 34 anni il secondo, padre e figlio, allevatori originari di Mesoraca, ma residenti nella frazione Sofoma di Petilia Policastro. Per aiutare nelle attività di individuazione dei due sono entrate in azione dalla mattina di mercoledì le unità cinofile dei carabinieri specializzate nella ricerca delle persone provenienti da Firenze che si sono affiancate agli uomini delle forze dell’ordine e dei volontari impegnati a cercare dal giorno della scomparsa i due. Sono operativi nella zona, tra l’altro, gli uomini del nucleo elicotteri carabinieri di Vibo Valentia per individuare le tracce dei due uomini spariti nel nulla. L’obiettivo è quello di trovare qualsiasi segno che possa svelare il luogo dove si trovano gli allevatori.
Ricordiamo che dei due si sono perse le tracce lo scorso 21 aprile, la mattina di Pasqua, dopo che i due si sono allontanati dalla propria abitazione di Sofama a bordo del Suv ritrovato bruciato a San Mauro. Le ricerche dei due, condotte dai carabinieri della stazione di Petilia Policastro e dagli investigatori in forza al comando provinciale dell’Arma, si sono ora concentrate nella zona del rinvenimento dell’auto. Anche se non si escludono altre località.
Gli inquirenti stanno cercando soprattutto di capire quale possano essere le ragioni legate alla sparizione, considerato che i due allevatori non hanno legami con la criminalità organizzata. Non hanno nemmeno precedenti penali che possano far pensare ad un’azione punitiva riconducibile ad affari illeciti. La loro attività di allevatori è considerata di buon livello: sono partiti dall’allevamento bovino e sono passati a quello ovicaprino. Nel Petilino sono considerate persone perbene, ma i carabinieri, comunque, non trascurano nessuna ipotesi e cercano anche la traccia più insignificanti per trovare una risposta al giallo della loro sparizione. (redazione@corrierecal.it)

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