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Sila patrimonio Unesco, Corrado: «Occorrono vincoli stringenti sull'area»

La senatrice 5 Stelle ha chiesto al ministero dei Beni culturali di prevedere specifiche tutele per la zona del Parco: «Premessa indispensabile per qualsiasi interventi di salvaguardia»

Pubblicato il: 26/04/2019 – 11:43
Sila patrimonio Unesco, Corrado: «Occorrono vincoli stringenti sull'area»

COSENZA «Eccessiva antropizzazione, abusivismo edilizio, taglio indiscriminato di alberi per alimentare centrali a biomasse sono alcune tra le cause del puntuale naufragio della candidatura della Sila a patrimonio Unesco, con buona pace dei narratori di favole a lieto fine che escono dal letargo nell’imminenza di ogni appuntamento elettorale». Lo afferma la senatrice del M5s Margherita Corrado. «Finché dette condizioni di criticità non saranno superate – prosegue – ogni ambizione ad ottenere l’ambito riconoscimento è destinata ad infrangersi. Si trascura spesso, però, il fatto che tra gli altri strumenti di tutela dell’altopiano, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio mette a disposizione il vincolo archeologico ex art. 142 comma 1 lettera m, che si applica non a singoli luoghi ma a zone anche molto vaste punteggiate di siti di interesse archeologico».
«Ebbene, ai laghi Ampollino, Arvo e Cecita – afferma ancora la senatrice 5 Stelle – corrispondono altrettante aree di frequentazione antropica remota che, se nel secondo caso è solo preistorica, negli altri due spazia dalla Preistoria al Medioevo. Gli archivi del ministero per i Beni e le Attività Culturali contengono tali e tanti dati, al riguardo, che in passato la Soprintendenza Abap sembrava essere sul punto di emanare i vincoli suddetti».
«Lo stesso vale, spostandoci verso lo Ionio – sottolinea – per certe aree del Crotonese come la fascia sub-costiera delle colline che corrono da Carrara a Campione. Ho scritto alla direzione generale del ministero Beni Culturali per chiedere che analizzi i casi sopra citati alla luce della documentazione disponibile e quello più puntuale di Piano di S. Biagio (Crotone), allo scopo di valutare l’attivazione o la ri-attivazione delle relative istruttorie di vincolo». «Le azioni di tutela dei beni pubblici, infatti – conclude Margherita Corrado – oltre a suscitare o accentuare la consapevolezza dell’importanza del patrimonio culturale da parte della comunità locale, sono la premessa indispensabile per qualsiasi intervento di valorizzazione, altrimenti depotenziato ab origine».

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