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«Sull’avviso della Prociv la Regione fa il gioco delle tre carte»

Il Csa-Cisal ripercorre le fasi del decreto che ha riaperto la selezione soltanto per le candidature esterne. «Un precedente molto pericoloso. E manca la firma del dirigente del settore “Gestione g…

Pubblicato il: 28/04/2019 – 8:14
«Sull’avviso della Prociv la Regione fa il gioco delle tre carte»

CATANZARO La riapertura dei termini dell’avviso rivolto ad esterni per individuare il responsabile della Protezione civile rischia di creare un grave precedente in Regione Calabria. Il sindacato Csa-Cisal aveva già denunciato il blitz della Giunta con cui, per mezzo della delibera 143 dell’11 aprile scorso, è stato adottato un atto d’indirizzo rivolto al dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” di derogare alla precedente delibera n. 63 del 15 febbraio con cui si era deciso di «non dare seguito» alla selezione bandita il 7 novembre 2018. «Il Dipartimento in questione – scrive il sindacato –, nonostante la “forzatura” al regolamento regionale che disciplina il conferimento degli incarichi dirigenziali di livello non generale denunciata in maniera circostanziata dal nostro sindacato, ha preferito procedere ugualmente riaprendo i termini con la pubblicazione dell’avviso sul sito istituzionale dell’ente regionale lo scorso 17 aprile per un periodo di dieci giorni. Come già spiegato, non è in discussione la scelta, condivisibile, di individuare un nuovo dirigente della Prociv visto che al momento l’interim è affidato a Domenico Pallaria, già gravato dal peso del Dipartimento Presidenza, e dall’interim dei Lavori Pubblici e da un numero non quantificabile di rilevanti procedimenti in cui risulta Rup». Quello che il sindacato contesta «è il principio che si trincera dietro le forme e i modi attraverso cui si sta raggiungendo questo fine che, è inutile nasconderlo, lasciano immaginare un disegno opaco perpetrato dalla componente politica della Regione Calabria».
IL MAGHEGGIO SULLA RIAPERTURA DEI TERMINI Nell’avviso di riapertura dei termini (che erano scaduti il 22 novembre) si legge che «le precedenti candidature pervenute restano valide ed efficaci, fatta salva la facoltà del candidato di aggiornare il proprio curriculum vitae o presentare, sulla base del presente avviso, una nuova candidatura sostitutiva o integrativa della precedente». In altre parole, a tutte le nuove candidature potranno aggiungersi quelle vecchie che potranno presentare, ex novo, l’istanza di guidare la Prociv come se la manifestazione precedente non ci fosse mai stata. «Si tratta a tutti gli effetti – sottolinea il sindacato Csa-Cisal – di una nuova manifestazione rivolta agli esterni che dura dieci giorni a partire dal 17 aprile. E qui casca l’asino. Per fare una nuova procedura non si può mai partire da un avviso rivolto agli esterni alla Pubblica amministrazione ma, come sancisce in maniera inequivocabile il regolamento regionale 10/2015, occorre prima partire dall’interpello rivolto ai dirigenti interni della giunta regionale. Prima si guarda in casa propria per evitare di spendere soldi pubblici che si poteva evitare di impiegare e solo, dopo, in assenza di profili adeguati al ruolo ricercato ci si può rivolgere a professionisti esterni. Una logica di disarmante linearità che è stata scientemente aggirata con la riapertura dei termini dell’avviso per i soli “esterni”. Questo modus operandi suggerito dalla giunta e poi recepito dal dg del dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane” rischia di fare da apripista a nuove e ripetute elusioni delle regole regionali in tema di conferimenti di incarichi dirigenziali. Vista da un’altra prospettiva, è come se alla giunta non fosse piaciuto l’elenco dei nominativi delle candidature arrivate entro il 22 novembre scorso e poi, dopo che lo stesso esecutivo aveva di fatto chiuso senza esito la selezione a febbraio con la delibera 63, decide discrezionalmente di rifare una manifestazione rivolta ai soli esterni aggirando l’obbligo di verificare la disponibilità dei dipendenti interni. È come se l’Amministrazione facesse finta di essersi pentita di aver cestinato l’elenco formatisi al 22 novembre e poi decidesse surrettiziamente, cinque mesi dopo, di ampliare la platea. A proposito di opacità, perché non è mai comparso il numero delle candidature pervenute e la lista degli ammessi e non ammessi (sulla base di un primo riscontro formale) come avviene per tutte le altre selezioni? Eppure, per trasparenza questo è un passaggio necessario. Inoltre, per un’altra recente procedura, peraltro parecchio controversa, quella per l’individuazione dei direttori generali alla guida degli enti del servizio sanitario regionale quantomeno nella delibera di riapertura dei termini si faceva riferimento alla necessità di ampliare la platea dei candidati perché il numero (allora di 45) era ritenuto troppo basso. In questa della Prociv invece non c’è alcuna motivazione alla base della scelta arbitraria della Giunta regionale. Come si deve interpretare? Forse si sta aspettando il nome giusto? Forse la selezione è già bella e confezionata in anteprima? Sono storture di questo tipo che il sindacato non si stancherà mai di denunciare». È proprio per questo che il Csa-Cisal ritiene che si possa creare «un grave precedente passando il principio che d’ora in avanti tutte le selezioni sono potenzialmente indirizzabili dall’alto, aggirando le regole regionali in materia. Invece delle regole e della trasparenza, la politica (supportata dall’alta burocrazia accondiscendente) sfoglia la margherita perseguendo finalità che non necessariamente coincidono con gli interessi collettivi».
UN ATTO “SOLITARIO” Che qualcosa non quadri su questa faccenda è altresì testimoniato dalle stesse firme, o per meglio dire dalle non firme sull’atto deliberativo. «Ad esempio – continua il sindacato – non c’è quella del dirigente del settore “Gestione giuridica” del dipartimento “Organizzazione, Risorse Umane”. L’atto è firmato soltanto dall’assessore proponente (quello al Personale) e dal direttore generale che si è assunto tutta la responsabilità. Una circostanza piuttosto strana poiché di norma i settori competenti, in questo caso “Gestione giuridica”, si occupano dell’istruttoria e di presentare all’esecutivo regionale il provvedimento. Forse anche loro, tranne il direttore generale, nutrivano perplessità analoghe a quelle indicate dal nostro sindacato sull’avviso? Magari è così eclatante la violazione del regolamento regionale che, ripetiamo, impone prima l’interpello agli interni e solo dopo la manifestazione rivolta ad esterni che nessun altro, se non il dirigente generale, rispondendo all’impulso diretto della politica, poteva rischiare di avallarla?». Il sindacato si dice «molto preoccupato dalla “macchia amministrativa” che rappresenta questa riapertura farlocca dei termini, solo per esterni, per nominare il nuovo capo della Protezione civile. Si rischia di condizionare malamente qualsiasi altra procedura di conferimento di incarichi dirigenziali. Di fronte a questo strapotere strafottente della politica è forse il caso che la magistratura si interessi di vagliare la procedure perché non è più possibile che le regole siano piegate all’uso e consumo di pochi».

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