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Regione, tutti contro il Decreto Sanità

Il Consiglio vota all’unanimità un ordine del giorno per impedire l’esecutività del provvedimento approvato dal Cdm. Oliverio: «Calabria criminalizzata». Ma il centrosinistra continua a non avere i…

Pubblicato il: 29/04/2019 – 18:05
Regione, tutti contro il Decreto Sanità

di Pietro Bellantoni
REGGIO CALABRIA
Tutti uniti contro il Decreto Calabria, ma la maggioranza continua a non avere i numeri per governare. Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il governatore Mario Oliverio e il presidente di Palazzo Campanella Nicola Irto «ad attuare ogni iniziativa finalizzata a non rendere operativo il decreto che non permette di assicurare la continuità dell’erogazione delle prestazioni sanitarie concernenti i livelli essenziali di assistenza».
L’unanimismo registrato sul decreto è però svanito quando si è trattato di approvare le diverse leggi e proposte inserite nel programma di oggi. Ancora una volta, per portare a casa i provvedimenti, il centrosinistra – decimato dai tanti cambi di casacca e dalle assenze di diversi esponenti della maggioranza – ha avuto bisogno del centrodestra, che ha garantito il numero legale e consentito il regolare svolgimento dei lavori.
Rimangono, tuttavia, le difficoltà politiche di una coalizione che continua a perdere pezzi e che, allo stato attuale, sembra in grado di poter garantire solo una gestione ordinaria, senza la possibilità di imprimere una precisa impronta politica, come ha dimostrato il flop relativo alla bocciatura della doppia preferenza di genere.
IL NO AL DECRETO Oltre a garantire il numero legale, il centrodestra ha votato assieme alla maggioranza l’odg sulla sanità.
L’intervento più vibrante, ovviamente, è stato quello di Oliverio: «Mi aspettavo provvedimenti su Gioia Tauro e sull’occupazione, visto che anche il premier Conte aveva parlato della Calabria come di una regione al di fuori della normalità: non c’è stato niente di tutto questo. Anche sulla sanità mi sarei aspettato provvedimenti straordinari, ma non c’è una sola norma che interessi servizi e personale». Nel decreto, ha aggiunto il governatore, «esistono solo norme che estendono i poteri dei commissari» e che «aumentano le indennità di 50mila euro e altri 20mila euro per i rimborsi. Scelte motivate perché, è scritto nella relazione, è massimamente auspicabile che la scelta sia fatta al di fuori del contesto ambientale calabrese. Una cosa di una gravità inaudita: si criminalizza la Calabria per fare una operazione coloniale di occupazione del potere».
Oliverio è tornato indietro nel tempo e raccontato di aver consigliato all’allora commissario dell’Asp di Reggio Santo Gioffrè di rivolgersi alla Procura per i casi dei doppi pagamenti. Per tracciare subito dopo uno scenario inquietante: «Subito dopo fui sospeso dal potere di nominare i dg e Gioffrè fu dichiarato incompatibile». Quanto all’ex commissario Scura, che ha denunciato presunte anomalie nei dati inviati dalla Regione al tavolo interministeriale, secondo Oliverio avrebbe «perso una buona occasione per tacere». Il governatore ha ribadito, ancora una volta, di non aver «mai assunto atti sulla sanità» e di non aver mai partecipato al tavolo interministeriale, cui ha sempre preso parte «il commissario». Oliverio si è tolto qualche altro sassolino dalle scarpe: «I commissariamenti sono sempre una iattura e perseguono interessi non sempre leciti. Chi in questi anni ha contrastato Oliverio, ha contrastato la Calabria».
Il presidente ha anche preso di mira il ministro Grillo e il M5S, accusati di aver cambiato idea sui commissariamenti dopo averne chiesto per anni la fine. Ha inoltre confermato la volontà di impugnare il decreto, non appena sarà pubblicato, davanti alla Corte Costituzionale, e chiesto un ravvedimento generale: «Senza la consapevolezza di voler spezzare questa spirale, non si andrà da nessuna parte. Perché a fare le carte sono sempre gli stessi e i milioni della Calabria continuano ad alimentare i gruppi privati».
Oliverio ne ha anche per il precedente governo, quello guidato dal “suo” Pd: «Avevo promesso che mi sarei incatenato, ma sono stato ingannato: mi avevano garantito provvedimenti per chiudere la pagina dei commissariamenti. Purtroppo c’è una serietà umana che si misura sempre alla prova dei fatti».
GLI ALTRI NO Il “no” al provvedimento governativo ha messo d’accordo proprio tutti. Secondo Claudio Parente (Fi), si tratta di un «decreto incostituzionale, che lede l’autonomia della Regione e che è in contrasto con diverse norme che fanno funzionare il sistema sanitario nazionale. Vengono nominati dei commissari per mettere a posto quel che hanno combinato i commissari governativi».
Dello stesso avviso Antonio Scalzo (I Moderati): «Il governo, a parte la passerella, non lascia neanche un euro per la nostra regione. Il blocco del turnover avrà come risultato la paralisi del sistema».
Per Mimmo Tallini (Fi) il decreto fa parte di una strategia finalizzata «a far diventare la Calabria una colonia. Per quale ragione il M5S propone un “Salva-Roma” e in Calabria sa solo proporre risorse aggiuntive per pagare i commissari? Per la regione non ci poteva essere offesa peggiore». Il segretario-questore, poi, ha attaccato duramente l’ex commissario della Sanità: «Alla fine ho dovuto dare ragione a Oliverio: con Scura il dialogo era impossibile, forse aveva qualche problema mentale».
Per Mimmo Bevacqua (Pd), il provvedimento varato dal Cdm rappresenta una «offesa verso la comunità calabrese» e un «vulnus democratico da denunciare». E ancora: «È arrivato il momento di fare una battaglia per centralizzare la sanità».
«Dopo quel Consiglio dei ministri – ha commentato Baldo Esposito (Ncd) –, la Calabria e i calabresi si sentono ancora più distanti dal governo».
Il capogruppo del Pd Sebi Romeo ha invocato una mobilitazione generale per poi attaccare «il governo del cambiamento che ha deciso di non cambiare nulla e di aggravare i provvedimenti dei precedenti esecutivi anche di fronte a un consuntivo scandaloso, perché un commissariamento durato dieci anni non è servito a restituire ai calabresi il diritto alla salute». Romeo ha anche difeso Oliverio dagli attacchi del ministro Grillo: «Ha lavorato a garantire il rispetto delle funzioni della Regione Calabria e il diritto dei calabresi a essere curati nella loro regione». Infine una domanda: «Se, come dice il governo, i bilanci non sono reali, perché si continua a pagare l’advisor Kpmg?».
«Non invitando Oliverio, il governo ha mortificato i calabresi», ha rimarcato Gianluca Gallo (Cdl).
LEGGE URBANISTICA A parte il dibattito sulla sanità, l’Aula ha dato un ok bipartisan, ma con polemica, anche alle modifiche della legge urbanistica, motivate dall’esigenza di consentire a un numero maggiore di piccoli comuni di aderire alle nuove procedure semplificate. Bevacqua, presidente della commissione Ambiente e sottoscrittore della legge, ha lanciato un appello ai sindaci «affinché diventino attori principali di questa legge». L’altro firmatario, Tallini, l’ha definita «una norma di sollievo per i Comuni che non sono riusciti, nei termini previsti, ad adeguare gli strumenti urbanistici e che si troverebbero in una condizione di paralisi del sistema edilizio».
A sottolineare il “soccorso” del centrodestra per l’approvazione della legge è stato Gallo: «Ancora una volta la maggioranza non è autosufficiente».
RIFIUTI E METROPOLITANA L’Aula ha anche dato disco verde alle legge che trasferisce alla Città metropolitana di Reggio Calabria la competenza sulla gestione dei rifiuti urbani in sostituzione della vecchia comunità d’ambito, archiviata da una norma di cinque anni fa.
Oliverio, inoltre, su sollecitazione dello stesso Tallini, ha assicurato a breve una riunione tecnica dedicata alla metropolitana di Catanzaro e allo stato di attuazione dell’accordo siglato tra lo stesso governatore e il sindaco Sergio Abramo.
Rinviate, su richiesta di Romeo, diverse proposte di legge, tra cui quella sull’autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico e quella sulla modifica delle competenze della commissione Antindrangheta. Il presidente di quest’ultima, Arturo Bova, ha chiesto e ottenuto la calendarizzazione già nella prossima seduta della norma, ritenuta urgente perché «al momento la commissione non si può occupare di questioni che riguardano la corruzione».
Rinviata anche la legge sul cinema dopo la richiesta, pervenuta da Giuseppe Pedà (Cdl), di maggiori approfondimenti sulle questioni finanziarie previste.
Posticipato, malgrado la contrarietà di Bevacqua, anche il provvedimento sul referendum consultivo per l’istituzione del Comune di San Marco Cervicati.
AREA INTEGRATA Via libera anche alla ratifica dell’accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra le Regioni Sicilia e Calabria, le Città metropolitane di Reggio e Messina e la Conferenza per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto. L’Area integrata, tra gli altri aspetti, «permetterà ai cittadini calabresi siciliani di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità», ha spiegato Mimmo Battaglia (Pd).
Approvato anche il bilancio di previsione 2018-2020 dei Parchi marini regionali. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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