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Prefetture, perplessità a Vibo sulla "doppia nomina" di Ferrandino

Mangialavori e Santelli pronti a chiedere spiegazioni a Salvini. I dubbi dei candidati a sindaco Limardo e Luciano e dell’ex deputato Censore

Pubblicato il: 01/05/2019 – 20:36
Prefetture, perplessità a Vibo sulla "doppia nomina" di Ferrandino

VIBO VALENTIA La nomina di Francesca Ferrandino a prefetto di Vibo Valentia, ruolo che ricoprirà pur mantenendo lo stesso compito a Catanzaro, ha provocato molte reazioni perplesse nel territorio. E in tutti gli schieramenti politici. Parlamentari come Giuseppe Mangialavori e Jole Santelli, la candidata a sindaco del centrodestra Maria Limardo e l’ex parlamentare Bruno Censore hanno espresso le proprie riserve rispetto alla scelta ratificata dal Consiglio dei ministri.
LE PERPLESSITÀ DI MANGIALAVORI «Porgo i miei migliori auguri al neo prefetto di Vibo Valentia Francesca Ferrandino, donna dello Stato che ha ampiamente dimostrato il suo valore e il suo alto senso delle istituzioni. Al tempo stesso, però, non posso non esprimere perplessità per la scelta del governo di affidare a un solo prefetto la guida di due province come Catanzaro e Vibo». È quanto dichiara il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori.
«Il Consiglio dei ministri – continua il parlamentare – ha proceduto con i nuovi movimenti di prefetti in tutta Italia e in Calabria. Per la Prefettura di Vibo è stato così scelto il prefetto Ferrandino che, contestualmente, svolge lo stesso incarico a Catanzaro. Senza nulla togliere alle indiscusse capacità della rappresentante del governo, è indubbio che una provincia come quella di Vibo avrebbe avuto bisogno di un prefetto a “tempo pieno” e in grado di concentrarsi sulle tante criticità del territorio».
«Purtroppo, come la cronaca quotidianamente ci ricorda – aggiunge e conclude Mangialavori –, la provincia vibonese deve fare i conti con problemi sociali ed economici straordinari ma, soprattutto, con la oltremodo pervasiva presenza della criminalità organizzata, vero freno inibitore di tutto il territorio. Il buonsenso avrebbe dunque dovuto suggerire altre e più razionali scelte al governo nazionale. Mi auguro che la nomina disposta sia soltanto temporanea e che presto anche Vibo possa avere un prefetto privo di ulteriori incarichi istituzionali. Annuncio fin d’ora, comunque, la mia intenzione di interrogare al più presto il ministro dell’Interno, affinché spieghi i motivi di questa decisione».
SANTELLI CHIEDE RISPOSTE AL MINISTERO Per Jole Santelli, vicepresidente della Commissione antimafia e coordinatore regionale di Forza Italia, «la decisione di accorpare di fatto le prefetture di Vibo e Catanzaro è un unicum e ci auguriamo di avere risposte chiare dal Ministero dell’Interno. È intenzione del Viminale accorpare le Prefetture?», si chiede Santelli. «Strano che lo abbia fatto proprio a Sud, è proprio in una regione complessa come la Calabria e in una provincia difficile come quella di Vibo Valentia. Mi sembra un provvedimento illogico – aggiunge Santelli – tanto amministrativamente quanto più politicamente. Mi auguro che, come ha già fatto il senatore Mangialavori, si facciano sentire anche i parlamentari di maggioranza calabresi a partire da quelli componenti la Commissione Antimafia. Chiederò immediatamente, unitamente al collega Mangialavori, che il ministro sia ascoltato sul punto in Comissione antimafia. L’impegno verso la Calabria e la presenza dello Stato devono essere dimostrati con i fatti, non con le chiacchiere», conclude Santelli.
CENSORE: «SCENARIO CHE IMPOVERIREBBE LA CITTÀ» Anche per l’ex parlamentare Bruno Censore, l’assegnazione del “doppio” incarico a Ferrandino è «una notizia che porta con sé molte perplessità, tenendo presente le prerogative di primo piano che l’Ufficio del governo è chiamato ad esercitare sul nostro territorio. L’accorpamento che di fatto si è concretizzato, purtroppo, potrebbe essere il preludio di un disegno di unificazione anche formale tra i due Uffici. Ipotesi questa che già avevo combattuto durante il mio mandato parlamentare – dice Censore in una nota – con tutti gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento e che si era conclusa con la permanenza degli uffici della stessa e di tutti i presidi ad essa collegati. Se tale scelta dovesse concretizzarsi significherebbe un ulteriore impoverimento di una città e di un territorio già interessato da una complessa difficoltà di ordine economico e di tenuta sociale. Con questa decisione, come per gli altri atti assunti da questo Governo sul Sud e sulla Calabria, i fatti smentiscono le parole e gli impegni presi nei mesi precedenti con i cittadini. È auspicabile, pertanto, un intervento deciso da parte delle rappresentanze parlamentari che possa tutelare la dignità di questo territorio».
«RISCHIAMO DI CHIUDERE UNA STAGIONE DI AUTONOMIA» «Rischiamo di ritornare sotto il controllo di Catanzaro, chiudendo una stagione di autonomia agognata dai vibonesi per oltre un secolo e conquistata da appena un quarto di secolo». Con queste parole Maria Limardo, candidato sindaco di Vibo Valentia, commenta la decisione del Consiglio dei ministri in merito all’Ufficio territoriale del governo vibonese. «L’ipotesi che con questa decisione si configura di un possibile accorpamento della Prefettura di Catanzaro con quella di Vibo – sostiene – rischia di allontanare la popolazione dalle istituzioni in un territorio nel quale è invece fortemente necessaria la presenza dello Stato. Una simile ipotesi sarebbe pertanto inaccettabile. Auspichiamo che si tratti solo di una decisione temporanea e che con sollecitudine si proceda alla nomina di un prefetto titolare di Vibo Valentia nel solco degli ultimi autorevoli rappresentanti dello Stato che finora hanno così ben operato».
LUCIANO: «LA POLITICA DEVE SORVEGLIARE» Stefano Luciano, candidato a sindaco del centrosinistra, specifica: «Ritengo che la nomina del prefetto di Catanzaro su Vibo debba ritenersi ad interim e, dunque, si tratta di un episodio occasionale e temporaneo. Diversamente, saremmo di fronte ad un tentativo anomalo di soppressione di un’istituzione fondamentale che richiederebbe una reazione non soltanto dal punto di vista politico ma, anche, sotto il profilo giurisdizionale. Pertanto, in questa fase, è compito della politica sorvegliare e verificare attentamente le evoluzioni di tale situazione».

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