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Vitalizi, conto alla rovescia: abolizione entro un mese o scatteranno i tagli

Il governo concede un altro mese di tempo alle Regioni che devono adeguarsi all’accordo nazionale. E ora la politica deve scegliere: mantenere i privilegi o salvare le risorse statali. La nuova leg…

Pubblicato il: 01/05/2019 – 8:10
Vitalizi, conto alla rovescia: abolizione entro un mese o scatteranno i tagli

di Pietro Bellantoni
REGGIO CALABRIA
Un mese per decidere: abolire definitivamente i vitalizi oppure riconfermarli in barba alle nuove direttive e anche a costo di subire una netta riduzione dei trasferimenti statali. La politica calabrese è a un bivio e stavolta non potrà non assumersi le responsabilità delle sue scelte.
Il governo, con una norma inclusa nel Decreto Crescita, ha concesso un altro mese di tempo a tutte quelle Regioni che non hanno ancora disposto il taglio dei vitalizi. Il precedente termine scadeva ieri. Chi non si fosse messo in regola, avrebbe subito una riduzione pari al 20% dei trasferimenti erariali (esclusi quelli destinati al sistema sanitario, alle politiche sociali, al trasporto pubblico locale e alle non autosufficienze).
La Finanziaria 2018, infatti, stabiliva che, entro i primi quattro mesi del 2019, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano avrebbero dovuto modificare le normative sui trattamenti previdenziali a favore degli ex governatori, assessori e consiglieri regionali.
Senza l’ultimo intervento governativo, la Calabria, a partire da oggi, avrebbe dovuto mettere in conto di fare a meno del 20% dei fondi destinati ai servizi per i cittadini. E tutto perché, dopo trattative durate più di un anno, i consiglieri regionali non si sono ancora decisi ad approvare la legge che abolisce quello che è ormai diventato il privilegio della casta per antonomasia: il vitalizio, ovvero quella “pensione” – spesso troppo ricca rispetto ai contributi effettivamente versati – in tutto e per tutto diversa dai trattamenti previdenziali destinati ai comuni lavoratori, di cui oggi si celebra la festa.
La proroga concessa dal governo Conte sarà l’ultima. Entro l’1 giugno, le Regioni che non si sono ancora adeguate dovranno introdurre le nuove modifiche o andare incontro alla tagliola prevista dalla legge di bilancio.
LA MODIFICA RICHIESTA Lo scorso 3 aprile, la Conferenza Stato-Regioni ha trovato l’accordo in base al quale tutte le Regioni dovranno approvare leggi per l’introduzione del metodo contributivo, applicato a tutti gli assegni, diretti, indiretti e di reversibilità.
La direttiva che indica la via per le varie riforme regionali dovrebbe assestare un colpo a quello che è stato definito l’ultimo «baluardo dei privilegi» e determinare un risparmio di 150 milioni di euro in 5 anni.
Una proposta di legge in materia, in realtà, la Calabria l’avrebbe già, ma è ormai da considerarsi carta straccia.
La norma firmata da Giuseppe Giudiceandrea e Orlandino Greco, approvata in commissione Affari istituzionali dopo un iter durato 14 mesi, prevedeva non l’abolizione dei vitalizi, ma una loro «modifica», con l’introduzione di un sistema a scaglioni per i tagli.
Il testo rappresentava una specie di compromesso tra l’esigenza di una riforma e la volontà degli ex consiglieri di non subire il passaggio al sistema contributivo, che per la maggior parte di questo esercito di pensionati di lusso significherebbe una riduzione sostanziosa dell’assegno mensile (ve lo abbiamo raccontato qui).
Ci hanno provato, ma l’accordo finale della Stato-Regioni ha poi fatto saltare tutto. La Conferenza dei presidenti dei consigli italiani, nel corso della riunione avvenuta una decina di giorni fa, alla quale ha preso parte anche il calabrese Nicola Irto, ha infine approvato una bozza comune alla quale tutte le assemblee regionali dovranno attenersi per redigere i testi finali. Nel frattempo, gli uffici delle varie Regioni interessate hanno già avviato i calcoli (spesso molto complessi) per rideterminare gli importi delle “nuove” pensioni.
Secondo fonti accreditate, il consiglio calabrese sarebbe pronto a riunirsi subito dopo le elezioni europee del 26 maggio per approvare la legge e archiviare definitivamente i vitalizi. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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