di Maria Rita Galati
CATANZARO «Per quell’ardore di carità che infiammò il vostro cuore, allontanate da noi tutto ciò che ci affligge». E la preghiera a San Francesco di Paola, patrono della Calabria, risuonerà ad ogni incedere verso l’ingresso della Casa dei Calabresi che da questa mattina si affaccia sulla grande piazza a lui intitolata. Una scelta, quella della Giunta regionale guidata da Mario Oliverio, che «deve dare un forte segnale di unità della Calabria», come ha rimarcato l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, proveniente anch’egli dall’Ordine dei minimi, e in piazza per la benedizione. Il drappo rosso da tirare con devozione dopo la breve cerimonia di intitolazione, svolta questa mattina, resiste all’impeto dello strappo, ma senza togliere d’intensità alla devozione. Con il presidente della Regione, Mario Oliverio, l’arcivescovo Morosini, proveniente anch’egli dall’Ordine dei minimi, anche padre Gregorio, del Generale dell’Ordine dei minimi, fondato da San Francesco di Paola, padre Gregorio. Ma sono stati tanti i sindaci, gli amministratori e i dipendenti che non hanno voluto perdere l’appuntamento che rientra tra le iniziative organizzate per celebrare il quinto centenario della canonizzazione del patrono calabrese (era stata deliberata dalla Giunta regionale, su indicazione del presidente Oliverio, lo scorso 2 aprile, nel giorno della ricorrenza della morte del santo, avvenuta il 2 aprile 1507). Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, anche l’arcivescovo emerito di Cosenza, monsignor Salvatore Nunnari, il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, il presidente del Consiglio comunale di Paola, Graziano Di Natale, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, assessori e consiglieri regionali tra cui Giuseppe Aieta, che ha fortemente lavorato per questo evento.
MOROSINI: LA PIAZZA RAPPRESENTA L’UNITÀ «Questa piazza rappresenta l’unità, l’abbraccio di tutti i calabresi: dedicarla a San Francesco di Paola è un merito da ascrivere al presidente della Regione», ha rimarcato monsignor Morosini, prima della benedizione, perché «in questo luogo dove si incrociano tutti i calabresi e viene celebrato San Francesco, massima espressione della calabresità che ha dato unità alla nostra regione». L’arcivescovo di Reggio-Bova riconosce il merito di questa intenzione al governatore Oliverio, e ricorda quanto San Francesco abbia lavorato per la pace in Europa, «garantendo l’allerta degli Stati europei nei confronti della minaccia dell’invasione dei turchi. Guardate che i tempi si ripropongono».
https://www.youtube.com/watch?v=ah7h5IwZ4LU&feature=youtu.be
«In nome della calabresità, della quale San Francesco di Paola è la massima espressione, dobbiamo restare sempre uniti – è il monito di Morosini –. Discutiamo su tutto ma quando si tratta di difendere la Calabria e la calabresità non ci dovrebbero essere né destra né sinistra, né centro né periferia. Dovremmo ritrovarci uniti perché, se non ci difendiamo nella unità, la politica approfitterà delle nostre divisioni per schiacciarci». «Se San Francesco ha avuto rilievo in campo politico, è perché davanti al Re di Francia, al re di Napoli, anche davanti al Papa, ha rivendicato il valore della dignità della persona umana, al di là di ogni provenienza. E questo allarga il nostro cuore a quell’accoglienza oggi così discussa in nome di una falsa identità cristiana – ha detto ancora Morosini –. Non possiamo difendere l’identità chiudendo le frontiere: l’identità cristiana si costruisce nel seguire Cristo che ha posto al centro della sua predicazione l’uomo, la persona umana, ed è quello che ha fatto San Francesco. Mi auguro che questa piazza possa ricordare a tutti i calabresi, e ai calabresi che ci governano, che non possono allontanarsi mai dal rispetto dell’uomo, se davvero vogliamo costruite il progresso di questa regione. E non penso sia necessario un miracolo: basta un po’ di buona volontà». L’augurio con cui Morosini chiude è che «San Francesco possa proteggere questo luogo nel quale si decide la politica e si decide il nostro futuro». E padre Gregorio rileva come «con questa dedicazione a San Francesco di Paola si dà un’anima a questo palazzo che rappresenta la casa dei calabresi: da oggi gli amministratori saranno nel cuore di San Francesco di Paola».
OLIVERIO: DOBBIAMO ESSERE ORGOGLIOSI DI ESSERE CALABRESI Secondo il presidente della Regione, «oggi i calabresi fanno onore al loro Santo e attraversando la piazza, sentiranno più loro la casa dei calabresi. Abbiamo deciso di intitolare la piazza principale della Cittadella a San Francesco di Paola perché era doveroso che la casa dei calabresi avesse l’ingresso principale intitolato al Santo Patrono della Calabria». Il presidente spezza una lancia nei confronti dei dipendenti pubblici troppo spesso irrisi invece di essere sostenuti nel lavoro quotidiano che fanno per garantire i servizi, e riprendendo le parole di Morosini sull’unità dei calabresi sollecita a «riunirsi nei valori fondamentali della nostra comunità che per la maggior parte sono positivi, penso all’accoglienza, alla solidarietà, all’amicizia e alla dignità della persona. Valori che caratterizzano i calabresi nel mondo e che troppo spesso vengono offuscati da quelli negativi che raccontano la Calabria in maniera stereotipata».
«Noi invece – rilancia Oliverio – abbiamo bisogno di reagire, di far affermare i valori della calabresità: solo in questo modo sarà possibile costruire un futuro positivo per questa terra. Noi dobbiamo essere orgogliosi di essere calabresi, e oggi vogliamo dirlo anche con l’intitolazione della piazza della casa dei calabresi a San Francesco». (redazione@corrierecal.it)
x
x