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«Premi senza obiettivi e manager troppo pagati». La scure del Mef sulla Regione

I rilievi del ministero sulla gestione dell’amministrazione fino al 2012. Il sindacato Csa-Cisal: «La relazione è una carneficina, l’ente era ed è amministrato male». Gli ispettori confermano le ce…

Pubblicato il: 02/05/2019 – 11:21
«Premi senza obiettivi e manager troppo pagati». La scure del Mef sulla Regione

CATANZARO Più che una tegola, quello appena caduto sull’amministrazione regionale sembra un intero soffitto. Il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, all’interno del ministero dell’Economia e delle Finanze, ha sostanzialmente chiuso la lunghissima partita cominciata con l’ispezione effettuata negli ultimi tre mesi del 2013 in Regione. Alle prime devastanti relazioni del 2014 fatte dal Mef sul bilancio e sul personale è seguita una sequela infinita di controdeduzioni dell’Ente, e così è stato per tutti gli anni successivi fino alla cristallizzazione di una cinquantina di rilievi in cui il Mef ha denunciato una gran quantità di irregolarità economico-finanziarie e di provvedimenti amministrativi illegittimi. Un lungo rimbalzo di documenti durato fino a quando, il 26 aprile scorso, non è stata trasmessa l’ultima «trattazione» di 6 pagine con cui il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco ha tirato le somme e inviato tutte le carte al vaglio della Corte dei Conti, che a questo punto avrà il suo bel da fare. Un quadro i cui contenuti sono diffusi in una nota del sindacato Csa-Cisal. Il sindacato lo definisce «devastante: non solo il Mef descrive una diffusa situazione di cattiva gestione della Regione Calabria ma ha dovuto prendere atto della scarsa collaborazione dell’Ente che, in relazione a un elevato numero di contestazioni, non ha fornito tutti i documenti richiesti. Da quest’ultima relazione, incentrata sull’approfondimento di una quindicina di criticità, emerge peraltro che, dei 49 rilievi già noti, 8 erano già stati rimessi alla valutazione della Corte dei Conti e appena 2 «definiti» dalla Regione. Il resto è una carneficina».

Il frontespizio della relazione del Mef

SPESA DEL PERSONALE E GLI INCENTIVI INDEBITI Si parte con il mancato rispetto dell’obbligo di riduzione della spesa del personale della Giunta regionale per l’anno 2008 e del Consiglio regionale per il periodo tra il 2008 e il 2010. Sul punto, il ragioniere generale dello Stato scrive che «nulla è detto circa la rilevazione dei costi di personale sostenuti direttamente dagli organismi partecipati» (rilievo 1) e per questo si rinvia alla Magistratura contabile che dovrà occuparsi della spinosissima questione del recupero dell’«indebita erogazione di incentivi o compensi» (rilievi 3 e 29 lettera a, b e c). Nel documento si legge che il paventato «piano di rientro» regionale non è stato mai fornito al Mef e soprattutto che non è corretta l’interpretazione dell’Amministrazione regionale di ricorrere all’applicazione della “sanatoria” contemplata dall’art. 4, comma 3, del D.L. 16/2014, norma che eviterebbe il recupero nei confronti di dipendenti e dirigenti delle somme “indebitamente erogate” per errore nella istituzione del fondo della contrattazione decentrata. Non per cattiveria di un burocrate statale, bensì perché (e ci sono pronunciamenti delle Corti dei conti, come quella del Veneto con delibera 256/2016, a supporto della tesi della Ragioneria Generale dello Stato) la Regione Calabria ha sforato il patto di stabilità nell’anno 2008 e quindi verrebbe meno uno dei presupposti oggettivi per beneficiare della “sanatoria”. «Il rischio è elevatissimo poiché vorrebbe dire – evidenzia il sindacato Csa-Cisal – mettere in dubbio, per tutti questi anni, la corretta modulazione del fondo della contrattazione decentrata. Dalla sbagliata applicazione della “sanatoria” voluta dalla Regione, secondo la Ragioneria Generale dello Stato, discendono parecchie altre irregolarità, elencate in circa una decina di altri rilievi, oltre a quelli che seguono».
PREMIALITÀ DATE SENZA OBIETTIVI «Conferimento degli incarichi di alta professionalità a personale privo degli adeguati titoli accademici» e attribuzione di retribuzione di risultato «senza preventiva fissazione degli obiettivi», di circa 287 mila euro per le posizioni organizzative (PO) e 229 mila per le alte professionalità (AP) è il fulcro, tanto per gradire, del rilievo 23. Poi c’è quello che il Csa-Cisal chiama «il bengodi del Comitato regionale per le comunicazioni (l’ufficio stampa). In merito a questo il Mef contesta (rilievo 25) la retribuzione di risultato senza obiettivi per 38.700 euro alle posizioni organizzative e per 43.200 alle alte professionalità, e soprattutto oltre 797 mila euro di indennità di produttività “al di fuori della disponibilità” del relativo fondo. Vizi che riguardano anche altro personale regionale (rilievo 26): oltre 1 milione e 559 mila euro sono stati erogati a titolo di indennità di produttività senza individuazione degli obiettivi, stesso difetto per 355 mila euro liquidati a titolo di indennità aggiuntiva». 
In questo caso la stessa Regione – leggendo il documento – avrebbe “ammesso” uno «sforamento tra la disponibilità complessiva dello stanziamento ricostituito e gli importi erogati al personale per un importo complessivo di euro 450.733,67», nella verifica dei fondi dal 2004 al 2012. Anche qui senza poter applicare la sanatoria.
LA RICCHISSIMA PARTITA SUI DIRIGENTI Sulla dirigenza le indebite erogazioni (e eventuali danni erariali che saranno giudicati dalla Corte dei Conti) sarebbero ultra-milionarie. Si parte dagli “spiccioli” – ironizza il sindacato – dell’«illegittimo incremento del fondo per il trattamento economico accessorio della dirigenza»: 107 mila euro per il 2011 e quasi 151 mila per il 2012 (rilievo 30). Si arriva all’«illegittimo superamento della consistenza del fondo della dirigenza» che ha comportato «un indebito esborso»: di 2.900 euro di retribuzione di posizione individuale e la bellezza di oltre 10 milioni di euro per quanto riguarda la retribuzione di posizione (rilievo 31). Il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco sottolinea come «a tutt’oggi non è stata data ancora attuazione concreta alla metodologia per la graduazione delle funzioni dirigenziali». L’inerzia dell’Amministrazione sulla dirigenza – aggiunge il sindacato Csa-Cisal – rischia di costare carissima. Si aggiunge pure l’illegittima corresponsione di parte della retribuzione di risultato sempre in favore dei dirigenti generali della giunta (in assenza della contestuale riduzione del fondo) per circa 3,7 milioni di euro (rilievo 32) relativamente al triennio 2008/2010.
I PAGAMENTI ILLEGITTIMI ALLE SEGRETERIE POLITICHE In questo gran fluire di risorse pubbliche messo nero su bianco dal Mef, non poteva mancare lo zampino della politica. Viene infatti confermato il rilievo 27 secondo cui c’è stata un’«indebita liquidazione dell’indennità di produttività riconosciuta ai componenti delle segreterie politiche per complessivi 1.552.580,93 euro». Come se non bastasse quest’ultima relazione rispolvera il fantasma delle illegittime progressioni verticali di circa un migliaio di dipendenti regionali (rilievo 12). Illegittimità confermata pure da una sentenza del Consiglio di Stato (la 4139/2015) che aveva accolto il ricorso di un ingegnere contro le progressioni verticali dei dipendenti interni (186 posti di categoria D3 e 799 di categoria D1) poiché non erano stati banditi i concorsi all’esterno. La vicenda fu sepolta con una transazione fra la Regione e l’ingegnere ma per il Mef quelle massicce operazioni sulle progressioni verticali riservate solo a chi era già dipendente della Regione «non recano alcuna motivazione delle ragioni, di interesse pubblico», e quindi restano illegittime. Inoltre, non è stato rispettato il limite del 50% della spesa sostenuta nel 2009 per gli incarichi di lavoro a tempo determinato (rilievo 15) come confermato dalla stessa Corte dei Conti in relazione agli esercizi 2016 e 2017.
IL CSA-CISAL: «CHI È RESPONSABILE PAGHI» Il sindacato Csa-Cisal esprime forte preoccupazione di fronte a questa terrificante relazione del Mef da cui si delinea un affresco drammatico su quella che è stata la gestione dell’Ente regionale in questi anni. «Il patema principale – continua la nota – è che gli errori del passato rischiano di ripercuotersi, pesantemente, sul presente e sul futuro dei dipendenti regionali che devono essere informati di questa mazzata arrivata dalla Ragioneria Generale dello Stato. Confidando negli eventuali successivi riscontri della Corte dei Conti regionale, il sindacato ritiene che non si possa stare con le mani in mano. Invitiamo pertanto il dirigente generale Organizzazione e Risorse Umane, l’assessore al Personale e il presidente della Giunta (destinatario della relazione del Mef) a convocare quanto prima tutti i lavoratori e le organizzazioni sindacali per: 1) chiarire tutti gli aspetti della situazione, spiegando senza infingimenti le conseguenze derivanti dalla relazione e 2) condividere con i lavoratori e le organizzazioni sindacali tutte le soluzioni utili al fine di tentare di superare le criticità ancora presenti segnalate dal Mef prima che arrivi la mannaia della Magistratura contabile. In questo momento delicato della storia dell’Ente regionale occorre essere trasparenti, affrontando con lucidità il pericolo a cui si sta andando incontro. Si faccia un confronto franco e aperto». 
«Per quanto ci riguarda – continua il sindacato – pretenderemo che vengano individuati i responsabili (presenti e passati) delle condotte indebite evidenziate dal Mef che potrebbero ripercuotersi indiscriminatamente e ingiustamente sulla moltitudine dei dipendenti. Non accetteremo mai che i lavoratori possano pagare per il prossimo decennio gli sbagli altrui. La verifica amministrativo-contabile risale a qualche anno fa, quest’ultima relazione lascia intendere che le criticità evidenziate siano state finora prese fin troppo alla leggera. Ora sono diventate guai serissimi. Un atteggiamento indolente, e colpevole, che si somma con l’impressione di fondo legata alle risultanze dell’ispezione del Mef: l’utilizzo dei soldi pubblici è stata fin troppo allegro e la gestione e i trattamenti economici accessori del personale spesso irregolari. Insomma, tutti gli elementi per affermare che l’Ente regionale è stato ed è amministrato male. È decisamente arrivato il momento di cambiare rotta».

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