Accoltella a morte un uomo perché mandava messaggi alla propria convivente

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Sono passionali i motivi che hanno scatenato la lite che ha portato alla morte di Cesare Falvo, 50 anni, di Miglierina, nel Catanzarese, già noto alle forze dell’ordine. A ucciderlo è stato Giuseppe Arabia, 30 anni, anch’egli pregiudicato, che era andato a casa del 50enne per avere dei chiarimenti con lui riguardo ad alcuni messaggi espliciti che la vittima aveva inviato suoi social alla convivente di Arabia. Messaggi espliciti che contenevano la richiesta di allacciare una relazione. Durante la discussione è scaturita una lite in seguito alla quale Arabia ha sferrato un fendente mortale all’addome a Falvo. In quel momento la moglie del 50enne si trovava in un’altra ala della loro casa di Miglierina e non ha assistito alla lite ma ha visto l’omicida andare via. L’uomo le avrebbe rivolto le parole: «Vai da tuo marito». La donna chiama il 118. Alle 21 alla Centrale Operativa della Compagnia di Catanzaro giunge una chiamata dal 118: un uomo sta giungendo in ospedale preveniente da Miglierina; poco prima è stato attinto con una coltellata all’addome nei pressi della sua abitazione del Comune presilano, l’uomo morirà in seguito alla ferita in ospedale. I carabinieri si muovono subito. La prima persona a dare loro tutte le informazioni è proprio la moglie della vittima che fa il nome di Arabia originario di Amato ma domiciliato a Miglierina con la compagna e due figli. Arabia è noto ai carabinieri della Compagnia di Miglierina visti i suoi precedenti. Dopo serrate ricerche la svolta. Il comandante di Stazione, che si trova presso l’abitazione di Giuseppe Arabia ove vi è la compagna, contatta telefonicamente l’uomo. Instaura un pacato dialogo, lo tranquillizza, e infine lo convince a desistere e a farsi trovare. Di lì a poco i militari rintracciano infatti Arabia poco distante da casa, sulla statale 280. Dopo un primo momento di reticenza, messo alle strette dai militari, riferisce subito che è stato lui a pugnalare Cesare Falvo ed essersi poi diretto verso la statale 280 dove ha nascosto il coltello.
È proprio su questa strada che i carabinieri di Catanzaro hanno rintracciato l’uomo che si è subito mostrato collaborativo e ha fatto subito ritrovare il coltello da sub con lama di 20 centimetri, accanto al quale c’erano dei fazzoletti coi quali lo aveva pulito. L’omicida ha ammesso il fatto anche se resta ancora da stabilire per gli inquirenti chi abbia dato il via alla colluttazione tra i due uomini. Arabia è stato sottoposto d’iniziativa a fermo di indiziato di delitto e condotto alla casa circondariale di Catanzaro a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, Andrea Giuseppe Buzzelli, che ha assunto la direzione delle indagini, sotto il coordinamento del procuratore capo Nicola Gratteri e del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. Intanto l’autovettura usata per la fuga e il coltello sono stati posti sotto sequestro per gli accertamenti tecnici del caso. In particolare il coltello sarà inviato al Ris per l’estrapolazione del Dna della vittima.​(a.truzzolillo@corrierecal.it)
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