di Michele Presta
RENDE Domenico Miceli rompe i toni del politicamente corretto. Il consigliere comunale di Rende in quota Movimento 5 stelle, oggi candidato a sindaco, le differenze tra chi si candida sotto il simbolo dei pentastellati e gli altri la mette subito in chiaro. È un movimento diverso dal Vaffa Day, ma non per questo incapace di digrignare i denti quando è necessario. «Quando sento Sandro Principe parlare di rinnovamento penso che sia una offesa all’intelligenza dei cittadini» e la risposta è presto detta: «In consiglio ancora cerchiamo di trovare una soluzione a tutti i problemi che ci ha lasciato in eredità». Miceli è uno tsunami. Ed i candidati e simpatizzanti che hanno partecipato alla presentazione della lista al Museo del Presente lo seguono annuendo ad ogni parola. «Per non parlare che nei confronti di Principe attualmente è in corso un processo che lo vede imputato per gravi reati, dopo l’indagine fatta dalla Dda di Catanzaro. Fosse stato del Movimento 5 stelle non sarebbe mai stato candidato».
Dell’onda non è stato risparmiato neanche il candidato della coalizione “Rendepiù”. «Mimmo Talarico invece vuole crearsi una nuova verginità politica. E dopo aver cambiato otto partiti in otto anni ha deciso di ricominciare con i fratelli Antonio e Pino Gentile». Dulcis in fundo Marcello Manna. «Abbiamo avuto un sindaco ingessato dalle compagini politiche che lo hanno tenuto a galla. Anche da noi c’è stato un patto del Nazzareno in salsa rendese che è servito a Manna ad andare a vanti. Gli annunci sul Psc e l’apertura dei cantieri servono solo a far parlare le persone. Dice di essere stato salvatore della patria, ma il consiglio comunale nella prossima seduta approverà debiti fuori bilancio generati da lui, per non parlare che molti dei problemi che c’erano del 2014 ancora ci sono».
LA MANFORTE DEL MOVIMENTO Una delegazione di 18, tra deputati e senatori, in Calabria rappresenta una novità assoluta. Per dare supporto e manforte al candidato che batte la bandiera grillina si sono attivati Anna Laura Orrico, Massimo Misiti e Fabio Auddino. Un tris di esponenti del Movimento 5 stelle a Roma che puntano forte su Miceli, candidato di protesta e di proposta. «Vivo a Rende ed a Rende svolgo la mia vita da imprenditore –spiega Anna Laura Orrico-. L’amministrazione uscente non è riuscita a creare con l’Università della Calabria quel rapporto di trasferimento di conoscenza che avrebbe potuto favorire la filiera industriale. Sì abbiamo due aree industriali ma entrambe soffrono problemi infrastrutturali, i capannoni sono vuoti ed i finanziamenti come l’Agenda Urbana escono fuori solo negli ultimi giorni della campagna elettorale». E se la deputata calabrese lascia sottintendere che il sistema sia marcio Massimo Misiti non ha dubbi. «Abbiamo avuto problemi con la lista, ma non sui contenuti da condividere con i nostri candidati. A differenza di altri proponiamo una interlocuzione costante con i cittadini, non promettiamo poltrone». L’obiettivo comune di un gruppo di uomini e di donne pronte a rimboccarsi le maniche, lavorare e risolvere le questioni. «Un film nuovo non può essere girato con vecchi registi – dice Fabio Auddino- è per questo che una politica nuova non può essere fatta da politici vecchi».
DALL’ACQUA PUBBLICA ALL’AMBIENTE Prima la candidatura poi sfumata di Francesco Turco «significa che nostri anticorpi funzionano» si giustifica Miceli, poi una lista che condivide una comunione di intenti. Davanti ad elettori e simpatizzanti, diversi dei 22 candidati pronti a giocarsi uno scranno in consiglio hanno voluto dare il loro contributo. «Nove aspiranti sindaco non sono troppi – dice Miceli- ma 588 candidati sono troppi, stanno stalkerizzando i cittadini di Rende». Una battaglia imprescindibile: quella dell’acqua pubblica. «Abbiamo da tempo avviato la petizione per una gestione pubblica delle acque- dice Fabrizio Calabrò-». È il primo dei candidati ad intervenire, subito dopo Gaetano Boccia mette sul piatto i temi della mobilità: «Hanno messo al centro degli spostamenti urbani il progetto della metrotramvia, una infrastruttura che non è sostenibile e sulla quale il sindaco Manna è stato sempre indeciso». Poi tocca all’ambiente. «La legnochimica e la discarica di Sant’Agostino sono due bombe ecologiche il ministro dell’ambiente Pd nel 2016 ci aveva promesso più di 15 milioni di euro per la bonifica dei luoghi, i nostri parlamentari hanno chiesto dove fossero i soldi e ci hanno risposto che di questo finanziamento a Roma non si è mai parlato». Ma c’è dell’altro, i loculi e la costruzione del cimitero come evidenziato da Marialuisa Caprella, il confronto dei con i cittadini per come spiegato da Anna Maria Coscarello. Un sostegno ad una lista che secondo Nando Venneri e Alice Grace Pinto che è un sostegno al consigliere uscente per tutto il lavoro che ha fatto nei cinque anni di consiliatura. (m.presta@corrierecal.it)
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