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Calabria Jonica, un inno al turismo lento sull’inserto Travel de “The Guardian”

Il racconto del giornalista inglese Tim Parks in un viaggio nella regione. Un itinerario che parte da Reggio, passa per Melito, Brancaleone, Crotone e Corigliano prima di approdare in Puglia

Pubblicato il: 04/05/2019 – 19:25
Calabria Jonica, un inno al turismo lento sull’inserto Travel de “The Guardian”

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Cosa ci facciano Reggio Calabria, Melito Porto Salvo, Brancaleone Marina, Crotone o Corigliano sull’inserto “Travel” del Guardian, è presto detto. Un inno al turismo lento.
Il giornalista e scrittore Tim Parks esordisce col narrare la Calabria Jonica sul numero speciale di The Guardian Travel (pubblicato oggi) dedicato ai viaggi “lenti” in treno in tutta Europa.
«La Calabria apre alle gioie di prendere il treno locale attraverso l’afoso sud Italia, dove il ritmo della vita è piacevole e ammaliante come i viaggi a scartamento ridotto»: il sommario dell’articolo pubblicato dall’inserto di uno dei più importanti quotidiani del Regno Unito è inequivocabile nell’introdurre al tema.
Significativo ma interessante, poi, il prologo di Tim Parks che non disdegna qualche velata critica alle ferrovie meridionali.
«Supponiamo – scrive – che tu abbia qualche giorno di ferie in più, d’estate. Supponiamo che tu abbia una predilezione per i treni. Ecco l’idea. Fai la costa meridionale d’Italia. Fallo un po’ alla volta, come ti senti e come ti viene. Non preoccuparti troppo degli orari (nessun altro lo farà), o anche delle destinazioni precise. Non stai facendo un giro turistico. Basta accettare il languore solare delle colline e delle spiagge, lo strano mix di ospitalità e indifferenza che caratterizza la gente del posto, l’invito generale a un caldo fatalismo per l’enologia. L’idea è di fare tutto, a parte i treni, a piedi. Porta con te un piccolo zaino con dei ricambi. Indossa un cappello da sole sulla tua testa, i sandali ai piedi. Quello che stiamo cercando di fare è di privarci della nostra ossessione per l’organizzazione e il controllo. Le ferrovie meridionali italiane sono particolarmente indicate per questo. Dillo a te stesso prima di iniziare: non lamentarti mai di un treno in ritardo, o anche in partenza presto, o da una pensilina inaspettata. Sii paziente. Sii costante e lento come il sole su un muro stuccato».
Parks offre due itinerari, uno in partenza dalla Sicilia, uno da Reggio. «Invece di tentare la Sicilia, prendi la linea che serpeggia attorno al fondo dello stivale d’Italia, da Reggio Calabria sulla punta occidentale a Taranto sul tallone orientale. Sono circa 500 km di ferrovia a binario unico. Finché tieni il mare scintillante alla tua destra e alla tua sete di vegetazione alla tua sinistra, non puoi sbagliare. La tua routine quotidiana – questa la fotografia del posto del giornalista inglese – è la seguente. Colazione in hotel, passeggiate mattutine e nuotate. Pranzo sotto ombrelloni sul lungomare. Allenati a metà pomeriggio per salvarti dalle ore più calde. A bordo puoi usare il tuo telefono per prenotare un posto in qualunque città in arrivo che ti piaccia: niente batte un’avventura non pianificata. Melito di Porto Salvo sulla costa sud della Calabria, forse, dove Garibaldi approdò nel 1860 per iniziare la sua marcia trionfale. Oppure Brancaleone Marina, più avanti sulla costa, dove il romanziere Cesare Pavese fu mandato nell’esilio interno per attività antifascista nel 1935. Si lamentò amaramente, ma è difficile immaginare un mare più blu o una spiaggia più bianca. Troverai le piccole stazioni per lo più deserte. Gli abitanti locali preferiscono le loro auto. Un’unica carrozza a motore diesel appare in un luccichio del caldo di agosto. Potrebbe essere solo 10 minuti di ritardo, ma sembra che arrivi da un’altra epoca».
Il viaggio proposto sul Guardian – Travel prosegue verso Crotone, sempre in treno. Parks non trova «nessun viaggiatore d’affari. Nessun altro turista per Crotone, che rivolta a est attraverso il Mar Jonio, è una sorpresa. L’enorme fabbrica chimica a nord, uno degli infiniti tentativi falliti di industrializzare il sud, fu chiusa nel 1990. Nessun autobus attende i passeggeri in arrivo. La tua mezz’ora di cammino verso la città è un duro lavoro nel caldo».
Segnala un hotel frequentato da George Gissing nel 1897 o il romanziere Norman Douglas, 10 anni dopo. «Dalle loro descrizioni delle ferrovie nei loro rispettivi libri di viaggio, del mare Jonio e dell’Old Calabria, non sembra che molto sia cambiato», si legge ancora nel servizio.
Narra, ancora, la Magna Grecia e continua a risalire la Calabria Jonica verso il Golfo di Taranto, «il grande arco quadrato sotto lo stivale dell’Italia. Prima a nord-est a Corigliano, poi a nord-ovest fino a Taranto stessa, dove vi aspetta una più grande collezione di arte greca. L’ondeggiamento del treno e il gioco di luci e ombre inducono un piacevole torpore. Sabbie vuote e mari blu. Alvei bianchi. Chilometri di uliveti…».
Chiude così la sua parentesi dedicata alla Calabria, Tim Parks, con una splendida foto del centro storico di Corigliano e con il suo imperioso castello, per questo che vuole essere un articolo-spot al turismo lento e ad una regione raccontata per quella che è, fra le sue infinite bellezze, le ataviche contradizioni, l’ospitalità della sua gente. (redazione@corrierecal.it)

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