di Michele Presta
RENDE Nell’escalation di civismo che caratterizza le amministrative a Rende, Francesco Tenuta rivendica con orgoglio l’appartenenza al Psi, l’unico partito di quelli tradizionali in lista per le elezioni del prossimo 26 maggio. Il candidato con il partito del garofano rosso, segretario della sezione “Cecchino Principe” dal 2015, nella sua prima uscita pubblica si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Alcuni compagni hanno preferito accomodarsi in salotti più comodi e più belli. È stata solo la spinta che ci ha permesso di trovare la forza per costruire una lista in totale autonomia e libertà». Perché il socialismo a Rende è come la manna caduta dal cielo per nutrire gli Ebrei nel deserto. Un vessillo, una tradizione ed educazione da rivendicare per fare un modo che i bei tempi andati della Rende che tutti i candidati sognano possano ritornare. «Nella nostra lista nessuno è stato obbligato a candidarsi – spiega Tenuta –. Né siamo andati nelle famiglie più numerose di Rende per elemosinare qualcuno disposto a mettersi in gioco con noi». Nessun accenno diretto ai competitor. «Degli altri non si parla», sussurrano militanti del partito e simpatizzanti in platea. Certo allo strappo con Sandro Principe, seppur in modo velato, è stato dedicato un passaggio. «Qualcuno in questa città ha perso l’occasione di fare il padre nobile. Mentre noi lavoravamo al rinnovamento (sia della classe dirigente che della proposta politica ndr) qualcuno lavorava per se stesso – spiega Tenuta – cercavamo un candidato condiviso, ora ne abbiamo 9. Questo è un comportamento che non è ammissibile in questa città e chiaramente va denunciato». Insieme al candidato a sindaco hanno preso la parola diversi candidati. Alessandro Piluso, giovane avvocato cosentino, rivendica con orgoglio la scelta fatta dai suoi genitori negli anni Ottanta con il trasferimento da Cosenza a Rende, «ma adesso viviamo in una città che ha perso la sua identità» ed è per questo che il punto fondamentale del programma elettorale è la riconnessione delle periferie rendesi con il centro della città. Un passaggio fondamentale: il centro storico, poi un rapporto sincero con l’università, un rapporto libero da interessi personali. «Ci sono molti giovani nelle liste civiche delle altre coalizioni – conclude Tenuta –. La nostra classe dirigente è qui adesso e qui sarà anche dopo le elezioni, gli altri giovani invece saranno sbattuti fuori».
«DIVIDI RICCHEZZA E TROVI POVERTÀ» Con e per il partito. Il Psi si stringe intorno a Tenuta con i responsabili del partito. Una candidatura battezzata, non poteva essere altrimenti, da Franz Caruso responsabile della provincia di Cosenza del Partito Socialista Italiano. «Non c’è da riappropriarsi del futuro facendo tuffi nel passato». Il leader socialista si lascia andare. Non ci sono state epurazioni, lo lasciano intuire senza troppi giri di parole. «Tutti i nostri propositi sono caduti nel vuoto, quando siamo arrivati alla scelta del candidato è successo di tutto e gli interessi politici sono stati messi da parte per puro egoismo». Il racconto di Franz Caruso lascia intendere che si sia consumata ben più di una riunione in cui siano volati gli stracci e poco altro. C’è socialismo e socialismo. «Noi non abbiamo gestito potere – dice il segretario provinciale – per questo non riempiamo né sale cinematografiche né tantomeno hall di alberghi». E forse la scelta di un nome condiviso da parte di tutto il centro sinistra era solo un bluff. «Dividi ricchezza e trovi povertà –conclude Caruso –. Su nove candidati a sindaco, sette sono del centrosinistra questo è solo il frutto di beghe, contrasti e scontri a cui noi non apparteniamo e lo dimostriamo con una lista di volti nuovi della politica, persone preparate che non hanno bisogno di fare nessun riferimento al passato. La nostra storia è scritta nel nome della nostra sezione: Cecchino Principe». (m.presta@corrierecal.it)
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